SchedaNome completo Repubblica del Benin
Nome ufficiale République du Bénin Lingue ufficiali francese Capitale Porto-Novo (179 138 ab. / 1992) Forma di governo Repubblica presidenziale Presidente Yayi Boni Capo di Governo Lionel Zinsou Indipendenza dalla Francia 1º agosto 1960 Ingresso nell'ONU 20 settembre 1960 Superficie totale 112 620 km² (99º) % delle acque 1,8 % Popolazione totale 8 849 892 ab. (2012) (91º) Densità 85 ab./km² Tasso di crescita 2,877% (2012)[1] Nome degli abitanti Beninesi Continente Africa Confini Togo, Nigeria, Burkina Faso e Niger Fuso orario UTC +1 Valuta Franco CFA PIL (nominale) 7 565 milioni di $ (2012) (141º) PIL pro capite (nominale) 753 $ (2012) (164º) PIL (PPA) 15 643 milioni di $ (2012) (135º) PIL pro capite (PPA) 1 622 $ (2013) (162º) ISU (2011) 0,427 (basso) (167º) Fecondità 5,2 (2011) Consumo energetico 0,008 kWh/ab. anno Codici ISO 3166 BJ, BEN, 204 TLD .bj Prefisso tel. +229 Sigla autom. RPB Inno nazionale L'Aube Nouvelle |
La Storia attraverso la filatelia Chi fosse stato assente dalla Terra dall’inizio della seconda metà del Novecento di anni non riconoscerebbe più l'Africa. Troppi stati hanno cambiato nome, troppi regimi si sono avvicendati. Il Sudan francese è diventato Mali, la Costa d'Oro è diventata Ghana, Tanganica e Zanzibar sono insieme nella Tanzania, il Congo Belga, già Zaire, ora si chiama semplicemente Congo, Zimbabwe in molti atlanti non aggiornati è ancora Rhodesia, e così via.
Un caso emblematico per capire queste trasformazioni è quello del Benin, il cui nome più noto è quello che aveva fino al 1976: Dahomey. Stretto fra Nigeria e Togo, il territorio si affaccia sul Golfo di Guinea lungo un tratto della Costa degli Schiavi. Qui in passato il commercio di braccia ebbe infatti uno dei suoi centri più attivi e tra gli indigeni c'è ancora oggi qualcuno che alla domenica entra nelle acque del mare e ne riempie una bottiglia. Lungo la settimana la berrà a piccoli sorsi perché contiene le lacrime dei suoi antenati deportati oltre Atlantico. I confini dello stato non sono né storici né naturali, ma furono tracciati dai Francesi in epoca coloniale. Il regno di Abomey, che ebbe il suo periodo d'oro fra il 1600 e il 1700, non ebbe mai un profilo territoriale nettamente delimitato, e in origine non arrivava fino al mare. Furono gli ultimi sovrani che riuscirono a conquistare un tratto di costa piatta e paludosa e poterono così avviare rapporti commerciali con Portoghesi e Francesi. Nel 1851 fu firmato il primo trattato di "commercio e amicizia" fra Gezo, re di Abomey (o Dahomey), e la Francia. Ma presto l'amicizia degenerò e in meno di quaranta anni divenne un aperto conflitto, mentre sul trono sedeva Behanzin, nipote di Gezo. Era inevitabile, vista la politica che le potenze europee svolgevano in quel momento nei confronti dell'Africa: la Francia invia una spedizione militare nel 1890. Nel 1892 arrivano altre truppe più forti e più determinate e il Dahomey è occupato dopo cruente battaglie. Alla nuova colonia la Francia dà un nome: Stabilimento francese del Benin. Il Benin era un antico impero africano della cui storia poco si sa: si suppone che estendesse il suo dominio su un territorio molto vasto che probabilmente comprendeva anche la valle dell'Ouémé, il fiume che attraversa la parte meridionale dell'odierno stato. Comunque sia, è proprio il nome Benin a comparire sui primi francobolli. Nel 1892, infatti, le nuove autorità francesi fanno soprastampare "Benin" su francobolli precedenti delle loro colonie. Nel 1893, a occupazione ultimata, esce una nuova serie con diciture assai esplicite: "République Française-Golfe de Benin". Ormai i Francesi la fanno da padroni. Nel 1899-quando alle loro colonie danno un nuovo assetto creando la Federazione dell'Africa Occidentale Francese - decidono di restituire al Dahomey il suo nome primitivo. Ma le figure che compaiono nelle prime serie di francobolli nei primi anni del nuovo secolo non sono quelle degli eredi degli antichi re, bensì, naturalmente, quelle del generale francese Faidherbe e del governatore delle colonie Noël-Eugène Ballay. La serie ordinaria del 1913 è dedicata alla principale risorsa coloniale del Paese, l'olio di palma. I sedici valori che la compongono mostrano tutti un indigeno mentre si arrampica sull'albero per raccoglierne i preziosi frutti (il primo francobollo nella foto). I francobolli del Dahomey escono fino al 1944, mostrando le fattezze di uomini e donne indigeni, barche e un villaggio su palafitte. Un riflesso di ciò che intanto accade in Europa lo si trova in una serie del 1941: due valori in cui, sul già noto villaggio lacustre si affaccia da un angolo il maresciallo Pétain. Poi il Dahomey attraversa un periodo senza francobolli in proprio: dal 1944 al 1960 usa quelli comuni a tutta l'Africa Occidentale Francese. Intanto però è arrivata anche per questo Paese la fine epoca coloniale. Nel referendum costituzionale del 1958 sceglie di diventare una repubblica autonoma e nel 1960, dopo essersi dato una Costituzione, ritrova la sua piena indipendenza. Il primo francobollo della nuova repubblica non è, come spesso accade, una retorica composizione di bandiere o di simboli, ma la realistica scena di un povero villaggio sull'acqua (il secondo esemplare nella foto). Il primo presidente, Hupert Maga, appare subito su un valore dello stesso anno. È l’unico uomo politico locale, sui francobolli non se ne vedranno altri. Ma ciò non significa che Maga non abbia ancora avuto successori, al contrario. In pochissimi anni il Dahomey è stato teatro di così numerosi colpi di stato da rendere difficile riassumere qui l'avvicendarsi al potere di generali e civili. Anche i francobolli rinunciano a farsi specchio di una così instabile situazione politica e preferiscono dedicarsi a motivi tradizionali, ai lavori dell'antico artigianato, alle danze rituali, alle maschere. Nel 1963 una nuova serie ordinaria di 12 valori è dedicata alla popolazione del Dahomey. L'esemplare da 2 franchi mostra nuovamente le palafitte e una ragazza in piroga mentre solca le acque di un lago (il terzo francobollo nella foto). Sempre nello stesso anno, due mesi dopo, viene distribuita una serie a tema sportivo. I sei valori mostrano varie discipline sportive dei giochi di Dakar, fra cui il pugilato e la corsa (il quarto e il quinto francobollo nella foto). Nel 1967 è il turno dei fiori. Una nuova serie ordinaria di sei valori raffigura altrettante specie, fra cui la Clappertonia ficifolia e la Clitoria ternatea (il sesto e il settimo francobollo nella foto). Una serie del 1970 mostra, su focosi cavalli, i cavalieri Bariba. I Bariba sono uno dei numerosi gruppi etnici che formano la popolazione del Dahomey, ed uno dei più grandi. Un tempo vi fu pure un reame Bariba, la cui organizzazione feudale sopravvive ancor oggi in alcune località, così come sopravvivono le tradizioni e gli usi. Quando guardano ad altri temi, le poste del Dahomey cercano orizzonti internazionali ed allora dedicano nel 1972 una serie al compositore Brahms ed un'altra alla favola di La Fontaine. Sono comunque anni di intensa produzione filatelica, intesa anche a sfruttare commercialmente il francobollo come un prodotto a basso costo e facilmente smerciabile. Sono gli anni in cui i collezionisti tematici di tutto il mondo non sono ancora stanchi di "novità" ed accolgono volentieri le vignette legate ai grandi temi senza troppo badare alla provenienza. Nascono così, anche nel Dahomey, i francobolli per Churchill, per Lincoln e per Kennedy, per Martin Luther King, per le sonde verso il pianeta Venere (con la Venere di Milo in primo piano), per Keplero, o i francobolli su foglia d'oro. Si arriva intanto al 1975 e si avvicina il nuovo cambio di nome. Dopo un ennesimo colpo di stato prende il potere Mathieu Kérékou, un ex comandante di battaglione. È lui che decide che il paese si chiami, d'ora in poi, Benin, per richiamare alla memoria di tutti gli splendori del regno antico. Ma questa nuova Repubblica Popolare del Benin, che cosa conserva di quegli splendori? Un museo storico, ad Abomey ed alcuni re ridotti a curiosità turistiche. Il resto è quasi tutto costituito da un mondo contadino che non ha ancora avuto alcuna possibilità di contatto con il progresso, alle prese con un territorio troppo arido al nord e troppo sfruttato al sud, per la sola palma da olio sulla quale puntavano i Francesi. A questa grave situazione cerca di ovviare il programma - definito "marxista-Ieninista" - avviato da Kérékou. I risultati non possono essere immediati; per il momento, però, sono aumentate le esportazioni di prodotti agricoli e pesce, mentre il governo accoglie aiuti e investimenti dall'estero. In un francobollo del 1976 si celebra il terzo anniversario della stampa locale. Non sappiamo se prima del 1973 non esistessero davvero giornali; il fatto è che la vignetta del francobollo mostra alcuni adulti che imparano a leggere davanti ad una lavagna. Il programma di ammodernamento del paese procede lentamente. I francobolli diminuiscono di numero ma si fanno più significativi della realtà sociale in cui nascono. Ancora nel 1976 una serie celebra gli animali del parco di Pendjari (la ricca fauna può essere un'attrattiva turistica, e il governo intende sfruttarla); un'altra emissione ci ricorda che proprio il '76 era l'Anno della Campagna per la produzione agricola (ed i primi frutti di questa campagna, che ha introdotto innovazioni tecniche, si sono già visti). Nel 1977 esce una serie di "Luoghi turistici", e qui scopriamo che il famoso villaggio lacustre su palafitte, che più volte abbiamo già trovato sui francobolli, ed in particolare sul primo della Repubblica del Dahomey, è quello di Ganviè, che adesso viene conservato per l'ammirazione dei visitatori. Subito dopo due francobolli ci annunciano che nel Paese è in atto la lotta contro la stregoneria, e si capisce che questa battaglia può essere terribilmente difficile soprattutto verso le montagne dell'interno, dove le antiche culture sopravvivono ancora vive. Tra i Somba, per esempio, il cui nome significa "gente che cammina nuda" e che continuano a lavorare la terra come si faceva migliaia di anni fa, sperando nell'aiuto del feticcio personale. Nel 1998 le poste del Benin danno alle stampe un'originale serie di sei valori triangolari dedicata ai minerali. Tra questi l'aragonite e la malachite (gli ultimi due francobolli della foto). |
CronologiaXIV sec. Il regno di Abomey o Dahomé comincia a dominare i vicini
1851 È firmato col re Gezo il primo trattato di commercio e amicizia 1868 Il re Glegle cede ai Francesi Lotonou 1890-93 I Francesi occupano il Dahomey 1899 Il Dahomey entra nella Federazione dell'Africa Occidentale Francese 1959 Diventa repubblica autonoma 1960 Ottiene la piena indipendenza 1963 Colpo di stato militare destituisce Hubert Maga 1964·65 Due colpi di stato portano al governo Christophe Soglo 1970 È istituito un consiglio presidenziale composto da Maga, Apity e Ahomadegbe 1972 Colpo di stato militare con a capo Kerekou 1974-88 Regime socialista di Kerekou 1975 Il Dahomey assume il nome di Benin 1991 Libere elezioni. Nicéphor Soglo diventa presidente 1996 Ridiventa presidente Kerekou 2006 Kerekou rinuncia alla candidatura portando alla elezione di Yayi Boni, tuttora in carica |