Nato a Berlino il 24 gennaio 1712, ebbe un'infanzia difficile per i conflitti con il padre, Federico Guglielmo I, che lo voleva educare secondo i rigidi canoni del luteranesimo. Il giovane principe era invece versato per la letteratura e per la musica e amava circondarsi di intellettuali, soprattutto illuministi francesi. Assunto il potere nel 1740, Federico II governò secondo le linee indicate dal padre; attraverso una serie di abili e fortunate iniziative militari conquistò la Slesia, possedimento asburgico (1742-1745), e dopo essersi difeso contro il convergente attacco austro-russo (1756-1762) partecipò alla prima spartizione della Polonia (1772). Le sue vittorie erano dovute a un uso molto moderno dell'esercito, impiegato in attacchi rapidi e penetranti. In politica interna Federico II, pur non intaccando il predominio della nobiltà nelle campagne, attuò una serie di riforme amministrative che portarono al consolidamento dello stato. Favorì lo sviluppo delle manifatture e si impose all'opinione pubblica internazionale del tempo come il principale esponente dell'assolutismo illuminato. Alla sua morte, avvenuta a Potsdam il 17 agosto 1786, la Prussia era divenuta una delle principali potenze economiche e militari d'Europa.
Non vi sono francobolli dedicati all'incoronazione di Federico II di Hohenzollern come re di Prussia, pertanto l’anniversario odierno verrà ricordato mediante le quattro emissioni filateliche con le quali la Germania, nel corso della sua tormentata Storia contemporanea, ha reso omaggio al grande monarca prussiano, uno dei più grandi capi militari di tutti i tempi.
Il primo esemplare rosso carminio da 10 pfennig con il volto del re risale al 1926 e fa parte della serie che la Repubblica di Weimar dedicò ai tedeschi illustri.
La seconda emissione riguardante “il vecchio Fritz” – il soprannome col quale Federico II veniva affettuosamente chiamato dai suoi soldati – è la prima del periodo nazista e fu scelta per celebrare la seduta di insediamento del nuovo parlamento a Potsdam, da sempre residenza dei re prussiani. Distribuita nel 1933, la serie di tre valori – un 6 pfennig verde, un 12 pfennig rosso e un 25 pfennig blu – mostra il sovrano in un ritratto del pittore Adolph von Menzel.
Il 1986 è l’anno in cui le poste della Germania Ovest emisero un francobollo da 80 pfennig in occasione del bicentenario della morte di Federico, qui raffigurato in un ritratto del pittore Anton Graff.
L’ultima emissione da 0,55 euro della Germania ormai riunificata è di due anni fa e celebra il terzo centenario della nascita del monarca illuminato con l’espressione intensa del dipinto di Graff.
Federico II il Grande (1712-1786) mostrò fin dagli anni della giovinezza una straordinaria predilezione per la cultura francese. Nel castello di Sans-Souci, la residenza che si era fatto costruire nei pressi di Potsdam (1745-1747), riunì un circolo di letterati, scienziati e artisti; vi fecero parte illustri ospiti francesi, fra cui Voltaire, dal 1750 al 1753 e Maupertuis, primo presidente della rinata Accademia delle scienze di Berlino.
In lingua francese Federico scrisse componimenti letterari e filosofici, opere militari e politiche: pur non possedendo un particolare interesse letterario, vanno ricordati fra i suoi lavori innanzitutto due scritti politici, le Considérations su l’état présent du corps politique de l’Europe (1738) e lo scritto noto come Antimachiavel (ossia, significativamente, l'”anti-Machiavelli”), pubblicato anonimo nel 1740, in cui Federico II tracciò il suo ideale di sovrano inteso nel suo ruolo di primo servitore dello Stato, che assicura l’ordine interno e rafforza la monarchia perseguendo il benessere generale. Inoltre bisogna menzionare iMémoires pour servir à l’histoire de la maison de Brandebourg (1751), la Histoire de mon temps, scritta nel 1746 e rimaneggiata dopo la guerra dei Sette anni, i due testamenti politici, del 1752 e del 1768, e la corrispondenza.
Alla musica diede un posto di considerevole rilievo: nel 1742 fu inaugurato il nuovo teatro d’opera in Berlino; Federico II stesso stese molti componimenti musicali, tenendo a modello la musica francese e italiana, fra cui 121 sonate per flauto e cembalo, 4 concerti per flauto e archi,, pezzi d’opera. L’ammirazione per la cultura francese gli impedì di apprezzare la letteratura in lingua tedesca che si andava sviluppando in quegli anni e che Federico II giudicò, nel saggio De la littérature allemande (1780), ancora a un livello arretrato; arrivò addirittura a disprezzare i poeti tedeschi del suo tempo, Lessing, Herder, Winckelmann, Wieland e rifiutò il Götz di Goethe. Influì tuttavia sulla rivitalizzazione della vita culturale berlinese e contribuì in maniera indiretta, soprattutto per il suo comportamento nella guerra dei Sette anni, a dare un ideale eroico alla nuova letteratura tedesca.
Se volete approfondire la vita di Federico il Grande potete farlo sfogliando il 9° volume de La Storia – Il Settecento: l’età dei lumi nella biblioteca dell’Antica Frontiera.