Le emissioni riguardanti il Santo di Assisi sono tante e noi ci limiteremo alle sette che le poste italiane gli hanno dedicato dal 1926 ad oggi.La prima, distribuita dalle poste del Regno in occasione del 7° centenario della sua morte, è una bella serie di 8 valori che mostra diversi soggetti francescani (curioso il fatto che questa serie sia stata stampata in due diversi stabilimenti, caso forse unico: l'officina carte valori di Torino e lo stabilimento tipografico di Roma): san Francesco inginocchiato (20 cent.), ritratto di san Francesco d'Assisi (30 cent. con dentellatura 13½ e 11 e 5+2,50 lire), chiesa e convento san Damiano, ad Assisi (40 cent.), convento e basilica di san Francesco d'Assisi (60 cent.) e morte di san Francesco d'Assisi (1,25 lire con dentellatura 13½ e 11).
Nel 1955 le poste della Repubblica celebrarono il 7º centenario della basilica di san Francesco d'Assisi con un esemplare grigio da 25 lire, mentre l'emissione del 1976, in occasione del 750º anniversario della morte di san Francesco d'Assisi, mostra un ritratto del Santo in un francobollo seppia da 150 lire.
Il poverello d'Assisi ricompare inginocchiato nel valore da 300 lire stampato nel 1982 per l'8º centenario della sua nascita e nel 1987, in un soggetto natalizio, lo si nota in un celebre dipinto di Giotto mentre rievoca la nascita di Gesù dando origine alla tradizione del presepe.
La basilica superiore di san Francesco venne riproposta come soggetto filatelico nel 1999, in un valore da 800 lire/0,41 euro, per celebrarne la riapertura dopo il tremendo terremoto che l'aveva gravemente lesionata due anni prima.
L'ultima emissione è del 2008 e commemora l'8° centenario della Regola francescana. Il soggetto raffigurato è ancora una volta un affresco di Giotto nella basilica superiore di San Francesco, ove si vede il Santo mentre riceve l'approvazione di Papa Innocenzo III.
Francesco nacque ad Assisi nel 1182; al battesimo gli venne imposto il nome Giovanni a cui il padre, un ricco mercante di panni, appena rientrato dalla Francia, aggiunse poi quello di Francesco (forma antica per “francese”).
Le ricchezze paterne gli offrirono una giovinezza agiata e spensierata, durante la quale coltivò sogni di gloria imbevuti di ideali cavallereschi. Ventenne, partecipò ai conflitti tra Assisi e Perugia. Dopo essere stato preso prigioniero e rimasto in prigionia per circa un anno (1202-1203), e dopo una lunga malattia, mise in discussione il suo modo di vivere: a Spoleto, sulla strada per le Puglie dove intendeva recarsi per combattere al servizio del papa, fu fermato da un’altra malattia e da una visione, che gli prospettava glorie maggiori di quelle militari. Tornato ad Assisi, cambiò radicalmente vita, scegliendo il servizio dei lebbrosi e la povertà. Attraverso un lungo travaglio spirituale, condotto durante un biennio di vita solitaria, riconobbe nel Vangelo della missione degli Apostoli la sua vocazione. Attratti dalla grandissima povertà e dalla sua parola, il nobile Bernardo da Quintavalle, il dottore in legge Pietro Cattani e altri vollero imitarlo: trascorso un anno di vita in comune andarono a Roma, dove papa Innocenzo III approvò oralmente la Regola, che Francesco aveva redatto con brani evangelici. Nasceva così l’ordine dei frati minori, che rappresentava gli ideali essenziali e le fondamentali norme pratiche di vita che Francesco seguì e propose: la fraternità universale che si estende a tutta la natura, opera e immagine di Dio; la minorità intesa come servizio a tutti e scelta consapevole di convivenza con i più poveri e derelitti; la povertà assoluta (non solo individuale ma comunitaria). Tornato ad Assisi, fondò con santa Chiara il secondo ordine francescano, quello femminile delle clarisse. Al tempo della quinta crociata (1217-1221), si recò in Egitto (1219), dove fu accolto benevolmente dal sultano Melik-al-Kamil, e quindi visitò la Palestina. Ritornato in Italia nel 1220, lasciò la direzione dell’ordine a Pietro Cattani e poi a frate Elia, mentre egli preparò la Regula prima (1221) e poi dettò il testo definitivo della Regula secunda, che papa Onorio III approvò nel 1223. Continuando la sua intensa vita spirituale e di predicazione, diede una regola anche a coloro che volevano vivere nel mondo dei laici, fondando così il terz’ordine dei penitenti (1221). In seguito, sempre più stremato, dettò il suo Testamento e morì il 3 ottobre 1226. Sepolto nella chiesa di San Giorgio, fu canonizzato da papa Gregorio IX nel 1228. La Chiesa cattolica lo festeggia il 4 ottobre. Pio XII nel 1939 lo proclamò, con santa Caterina da Siena, patrono d’Italia.
Se volete approfondire la vita del Santo potete farlo sfogliando le pagine del 5° e del 6° volume de La Storia – Dalla crisi del Trecento all’espansione europea nella biblioteca dell’Antica Frontiera.