Secondo la leggenda il 24 aprile 1184 a.C. un cavallo di legno di grandi proporzioni, nel cui interno erano occultati valorosi guerrieri, fu abbandonato dai Greci presso le mura di Troia, seguendo un piano ideato da Ulisse dopo dieci anni di inutile assedio. Gli abitanti della città, tratti in inganno dalla menzogna di Sinone, il quale aveva convinto il re troiano Priamo che il cavallo era un regalo offerto come segno di pace, lo introdussero entro le mura; durante la notte però ne scesero i guerrieri greci che, aprendo secondo il convenuto le porte di Troia ai compagni, provocarono la caduta della città.
Per ricordare questo leggendario episodio della guerra di Troia abbiamo selezionato i due francobolli che raffigurano il celebre cavallo. Di entrambi abbiamo pubblicato l'immagine e una breve descrizione sopra.
Via, dunque, siegui, e l’edifizio canta
Del gran cavallo, che d’inteste travi,
Con Pallade al suo fianco, Epéo construsse,
E Ulisse penetrar feo nella rocca
Dardania pregno, stratagemma insigne!
Degli eroi, per cui Troja andò in faville.
Ciò fedelmente mi racconta, e tutti
Sclamar m’udranno, ed attestar, che il petto
Di tutta la sua fiamma il Dio t’accende.
Demodoco, che pieno era del Nume,
D’alto a narrar prendea, come gli Achivi,
Gittato il foco nelle tende, i legni
Parte saliro, e aprîr le vele ai venti,
Parte sedean col valoroso Ulisse
Ne’ fianchi del cavallo entro la rocca.
I Troi, standogli sotto in cerchio assisi,
Molte cose dicean, ma incerte tutte.
E in tre sentenze divideansi: o il cavo
Legno intagliato lacerar con l’armi,
O addurlo in cima d’una rupe, e quindi
Precipitarlo, o il simulacro enorme
Agli adirati Numi offrire in voto.
Questo prevalse al fin: poichè destino
Era, che allor perisse Ilio superbo,
Che ricettata nel suo grembo avesse
L’immensa mole intesta, ove de’ Greci,
Morte ai Troi per recar, sedeano i Capi.
Questo brano è tratto dal libro ottavo dell’Odissea. Se volete continuare a leggere l’opera omerica il volume potete trovarlo nella biblioteca dell’Antica Frontiera.