Lo scontro avvenne il 29 maggio 1848, durante la Prima guerra d’indipendenza, nelle due località in provincia di Mantova, tra gli austriaci e formazioni di volontari toscani, che opposero resistenza per dare il tempo ai piemontesi di prepararsi a sostenere l’attacco imprevisto. I volontari dovettero infine ritirarsi verso Goito, dove, il giorno seguente, ebbero effettivamente il sopravvento i piemontesi.
Per ricordare quella che fu una delle battaglie più simboliche del Risorgimento abbiamo scelto i due francobolli italiani ad essa dedicati. Di entrambi abbiamo pubblicato l'immagine e una breve descrizione sopra.
La mattina del 29, pertanto, i presidi nei due villaggi si ritrovano investiti da forze quasi quattro volte superiori. A Curtatone si trovano 2500 uomini al comando del colonnello piemontese Giovanni Campia, oltre alla guardia civica fiorentina e lucchese e al 10° fanteria Abruzzi, disposti verso Goito come collegamento con il grosso dell’esercito. A Montanara se ne trovano invece 2300, al comando dei quali è il tenente colonnello Giuseppe Giovanetti. Di riserva, alle Grazie, due piccole compagnie di granatieri e il battaglione universitario forte di 270 uomini, oltre a un centinaio di cavalieri.
Radetzky ritiene sufficiente impiegare contro di loro – e sarà un errore – la metà dei suoi effettivi: 19 battaglioni e pochi squadroni, per un totale di circa 20.000 uomini. L’obiettivo principale dell’attacco austriaco è Curtatone, verso il quale si dirigono, alle 10:30 del 29 maggio, 14 battaglioni e uno squadrone.
Fino alle 13:00 succede poco, perchè l’artiglieria austriaca tarda ad arrivare. Poi 24 bocche da fuoco aprono la strada a un nuovo attacco, che i toscani riescono a respingere, nonostante dispongano solo di due cannoncini e di un obice, che ben presto è fuori uso.
Gli austriaci compiono un nuovo tentativo, ma stavolta all’assalto frontale vengono sottratti cinque battaglioni, deputati all’aggiramento sul fianco sinistro delle posizioni toscane, scarsamente dotate sia di ostacoli naturali sia di opere difensive.
Contemporaneamente, gli austriaci sfondano a Montanara, dove hanno impegnato cinque battaglioni e due squadroni, costringendo toscani e napoletani regolari ad asserragliarsi tra gli edifici del villaggio. Un’ora dopo anche le ali dello schieramento di Curtatone sembrano cedere sotto la pressione del nuovo attacco. De Laugier attinge alla riserva mandando sul fianco sinistro il battaglione studenti e sulla destra la guardia civica fiorentina e lucchese.
L’afflusso di riserve vale solo a rallentare il progressivo ripiegamento delle truppe italiane e a impedire che si trasformi in una rotta. Ma alle 16:00 la difesa di Curtatone si fa insostenibile e, prima di un cedimento che esporrebbe il centro all’aggiramento, De Laugier ordina la ritirata verso le Grazie, dove i reparti giungono intorno alle 17:00. Prima che cali il buio possono riparare a Goito. Tra i feriti che vengono tratti in salvo c’è anche Giuseppe Montanelli, che l’anno seguente sarà uno dei protagonisti della repubblica di Firenze.
La ritirata di Montanara è più avventurosa. Gli uomini di Giovanetti rischiano un aggiramento sul fianco destro, al quale si sottraggono ripiegando in tempo. Tuttavia, una volta oltre il villaggio, si trovano di fronte a un contingente nemico e devono aprirsi la strada verso le Grazie combattendo. Una volta sfuggiti anche a questa minaccia, incrociano la cavalleria austriaca proveniente da Curtatone. Il comandante riesce a sottrarre solo una metà dei suoi effettivi alla cattura, deviando a Castellucchio, da dove raggiunge Marcara oltre l’Oglio.
Le perdite tosco-napoletane sono state pesanti: 166 morti, 518 feriti e ben 1178 prigionieri. In sostanza, il 40% degli effettivi impegnati sono finiti fuori combattimento. Dal canto loro, gli austriaci lamentano 95 morti, 516 feriti e 179 dispersi, tutti dovuti alla tenace – perfino eroica – resistenza dei difensori, capaci di infliggere al nemico perdite superiori a quelle di Santa Lucia.
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