La tomba del faraone egizio era stata scoperta dall'archeologo inglese Howard Carter, grazie alle sovvenzioni dell'egittologo e collezionista inglese Lord Carnarvon, il 6 novembre 1922. Carter avrebbe voluto aprirla subito, ma per una forma di correttezza nei confronti del suo finanziatore preferì attendere. Telegrafò immediatamente a lord Carnarvon: «Abbiamo fatto una meravigliosa scoperta nella valle Stop Magnifica tomba con sigilli intatti Stop Lasciati così per tuo arrivo Stop Congratulazioni».
Dopo l'arrivo di Carnarvon ci vollero ancora parecchi giorni per aprire la porta e sgombrare il passaggio bloccato dalle rocce. Poi i due inglesi si trovarono davanti a una seconda porta sigillata. Per Carter era il momento della verità. Mentre Carnarvon spiava sopra la sua spalla, l'archeologo martellò la porta, finché ebbe praticato un foro abbastanza grande per lanciare un'occhiata all'interno, alla luce di una fiaccola.
«Dapprima non riuscii a vedere nulla» doveva scrivere in seguito. « L'aria calda proveniente da'Ila camera interna faceva vacillare la fiamma. Ma via via che i miei occhi si abituavano alla semioscurità, i particolari emergevano lentamente: strani animali, statue, oro: dappertutto il bagliore dell'oro! Per un momento, che dev'esser parso un'eternità agli altri che mi stavano accanto, rimasi ammutolito dallo stupore; e quando lord Carnarvon, incapace di sopportare l'incertezza più a lungo, domandò ansiosamente: "Vedi qualcosa?", tutto quello che riuscii a rispondergli fu: "SÌ: cose meravigliose!"».
Il sepolcro consisteva di quattro stanze, contenenti cofani, vasi, un trono laminato d'oro e te m pestato di gemme, gioielli, mobili, vesti e armi. Nella camera sepolcrale, fiancheggiata da due statue nere, c'erano quattro altari d'oro, uno dentro l'altro, e un sarcofago con tre bare.
La più interna, d'oro massiccio, conteneva il corpo mummificato di Tutankhamon, avvolto in un sudario ricamato con pietre preziose. Sulla sua faccia, c'era una maschera d'oro con intarsi di quarzo e lapislazzuli. Al collo e sul petto aveva una collana con fiordalisi, gigli e fiori di loto.
Il contenuto della tomba costituiva una eccezionale testimonianza della vita quotidiana dei leggendari faraoni d'Egitto, 1.350 anni a.C. Per Carter e il suo paziente protettore, Carnarvon, la ricerca era stata lunga e logorante, ma il risultato finale giustificava tutto: la più splendida scoperta archeologica del mondo.
Per commemorare il sensazionale ritrovamento di Carter abbiamo scelto il francobollo che la Royal Mail emise nel 1972 in occasione del cinquantenario della fondamentale scoperta archeologica. L'esemplare da 3 pence, appartenente alla serie di tre valori dedicata ad anniversari diversi, mostra la testa di una statuetta del faraone egizio.
Alle ore 1,55 del 4 aprile 1923, tutte le luci del Cairo, la capitale dell’Egitto, si spensero. Nello stesso preciso momento, lord Carnarvon, un aristocratico inglese, morì di polmonite. Ma non era tutto. A quella stessa ora, a Londra, la cagnetta di Carnarvon cominciò a guaire, si rizzò sulle zampe posteriori e stramazzò morta. Carnarvon era stato il finanziatore di un di una delle più celebrate cacce al tesoro di tutti i tempi, la ricerca della tomba del faraone-fanciullo Tutankhamon. La sua morte diede inizio alla leggenda della maledizione dei faraoni.
Il mito vuole che la tomba fosse protetta da una maledizione fatale che sarebbe ricaduta su chiunque la violasse. Ma questo non fermò George Edward Stanhope Moyneux Herbert, quinto conte di Carnarvon, che si era recato in Egitto nella speranza che il clima asciutto alleviasse le sue difficoltà respiratorie.
Anche se Herbert non aveva studiato archeologia, era sufficientemente ricco per poter finanziare il lavoro di un giovane archeologo, Howard Carter, che per quindici anni avrebbe cercato di dissotterrare i resti del Dimenticato. Carter era al corrente che nella Valle dei re erano state rinvenute alcune testimonianze ben precise che sembravano ricollegare il nome di Tutankhamon a un particolare punto della valle.
Il 6 novembre 1922, Carter mandò un cablogramma a Carnarvon in Inghilterra: «Finalmente fatta splendida scoperta nella Valle … »; aveva trovato l’ingresso della tomba.
I lavori di scavo e di ripulitura dell’anticamera furono lunghi e laboriosi, e solamente il 17 febbraio 1923 fu fissata la cerimonia di apertura della tomba. Vi parteciparono una ventina di persone, ma lord Carnarvon non poté gioire a lungo della sua scoperta, poiché meno di due mesi dopo morì.
Prima della fine dell’anno, altre dodici persone del gruppo dei venti testimoni morirono. Ma anche altri sarebbero morti. George Jay Gould, figlio del finanziere Jay Gould e amico di Carnarvon, si recò in Egitto dopo la morte del suo amico per vedere il luogo coi suoi occhi. Morì di peste bubbonica nel giro di ventiquattro ore dopo la visita alla tomba.
Entro il 1929, altre sedici persone, che in un modo o nell’altro erano venute a contatto con la mummia, erano morte. Fra le vittime c’erano il radiologo Archibald Reed, che aveva preparato i resti di Tutankhamon per l’analisi radiologica, Evelyn White, archeologo, la moglie di lord Carnarvon e Richard Bethell, il suo segretario personale. Anche il padre di Bethell morì, suicida. E poi morirono Arthur C. Mace e A. L. Callender, assistenti di Carter; Douglas Derry, che sottopose ad analisi la mummia del re; Aaron Ember, egittologo; Bernard Pyne Greenfell, papirologo di Oxford e John G. Maxwell, amico ed esecutore testamentario di lord Carnarvon.
Tutti avevano ignorato l’ammonimento dei geroglifici scritti sul sigillo posto nell’ingresso: «La morte colpirà con le sue ali chiunque disturberà il sonno del faraone».
Se volete approfondire potete farlo sfogliando le pagine del libro di Massimo Polidoro Grandi misteri della storia – Da Atlantide al Titanic: un’indagine scientifica sui più celebri enigmi di tutti i tempi nella biblioteca dell’Antica Frontiera.