Politico tedesco nato a Schönhausen, in Sassonia-Anhalt, il 1° aprile 1815, discendente di un'antica famiglia della nobiltà prussiana, seguì a Gottinga studi giuridici. Entrato nel corpo burocratico, di cui impersonò le doti di fedeltà e preparazione professionale, sviluppò una visione conservatrice del mondo, che egli vedeva minacciato dal liberalismo e dal socialismo, nonché dall'industrializzazione. Dopo essere stato ambasciatore della Prussia presso l'assemblea di Francoforte, a Pietroburgo e a Parigi, nel 1862 fu designato primo ministro e ministro degli Esteri. Perseguì una politica volta a rafforzare la Prussia e, grazie a un'abile miscela di diplomazia e interventi militari, riuscì nel 1871 a far incoronare Guglielmo I imperatore del Reich tedesco. Negli anni seguenti la politica estera di Bismarck fu rivolta a mantenere l'equilibrio europeo, impedendo che Francia e Russia si alleassero. A tale scopo strinse legami di alleanza con l'Austria-Ungheria (1879) e con l'Italia (vedi Triplice alleanza, 1882). Contrario alle avventure coloniali, dovette cedere il passo al nuovo imperatore, Guglielmo II (1888-1918), fautore di un'aggressiva politica estera e di riarmo militare. In politica interna emanò una costituzione imperiale apparentemente federativa, ma che in realtà lasciava il controllo della politica estera e di bilancio al primo ministro prussiano. Bismarck si alleò in un primo tempo con i liberali, fautori della riunificazione tedesca. Nel 1879 capovolse le sue alleanze politiche, legandosi ai conservatori, cui concesse una tariffa protezionistica che favoriva i grandi proprietari terrieri della Prussia orientale e della Pomerania e l'industria siderurgica. Si batté contro il movimento cattolico, considerandolo antinazionale (vedi Kulturkampf) e contro quello socialista (leggi antisocialiste), servendosi di strumenti repressivi, ma anche varando una legislazione sociale molto avanzata. Lo scontro con il nuovo imperatore pose fine alla sua carriera politica (1890). Morì a Friedrichsruh, nello Schleswig-Holstein, il 30 luglio 1898.
Per ricordare il grande statista tedesco abbiamo scelto i due francobolli che la sua madrepatria gli ha dedicato nel 1965 e quest'anno. Il secondo esemplare commemora proprio il bicentenario della nascita del "Cancelliere di ferro" e verrà emesso domani.
Visto dal vivo, in realtà, Bismarck doveva essere meno marziale di quanto suggeriscono quei fotoritratti agiografici che lo mostrano con fisico possente, elmetto sul capo e baffoni da antico guerriero germanico. Era massiccio, sì, ma più per eccesso di cibo e birra che per doti atletiche. Inoltre, come scrisse il suo principale biografo, lo storico inglese Alan Taylor, “aveva testa piccola, tratti del viso minuti e mani delicate, da artista”. E ancora: “Quando parlava, la sua voce, che ci si sarebbe aspettati profonda e potente, era invece esile e sottile, quasi in falsetto: la voce di un accademico, più che di un uomo d’azione”.
Se volete approfondire potete farlo sfogliando le pagine 84-91 del n. 58 di Focus Storia nella biblioteca dell’Antica Frontiera.