1960. 350º anniversario della morte di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Ritratto. 1975. Europa, ventesima emissione. Flagellazione di Cristo, opera di Caravaggio. | 1973. 4º centenario della nascita di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Dipinto "San Giovanni battista" di Caravaggio. 2010. 4º centenario della morte di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Davide con la testa di Golia. |
Pittore nato a Milano nel 1571, artista dal temperamento inquieto, superò l'accademismo manierista inaugurando una nuova concezione estetica fondata sull'intensità dei contrasti e sulla drammatizzazione della luce. Formatosi sotto l'influsso della cultura lombardo veneta di G.G. Savoldo, L. Lotto e O.B. Moroni, fu dal 1590 a Roma, dove realizzò opere di carattere mitologico-allegorico (Bacchino malato, 1591, Roma, Gall. Borghese). Dal 1594 iniziò a dedicarsi ai soggetti religiosi (Riposo nella fuga in Egitto, Roma, Gall. Doria Pamphili; Vocazione di S. Matteo e Martirio di S. Matteo, 1599-1600, Roma, S. Luigi dei Francesi; Crocifissione di S. Pietro e Conversione di S. Paolo, 1600-1, Roma, S. Maria del Popolo). Accusato di omicidio si rifugiò nel 1607 a Napoli (Sette opere di misericordia, 1607, Napoli, Pio Monte della Misericordia), fu quindi a Malta e poi in Sicilia, dove lasciò le sue ultime opere (Resurrezione di Lazzaro, 1608, Messina, Mus. Naz.; Seppellimento di S. Lucia, chiesa di S. Lucia, Siracusa). Morì a Porto Ercole il 18 luglio 1610.
Per ricordare il grandissimo pittore lombardo abbiamo scelto i quattro francobolli che le Poste italiane gli hanno dedicato nel corso degli anni. Di ognuno di essi abbiamo pubblicato l'immagine e una breve descrizione sopra.
Per tutto lo tempo de lo viaggio che fue sempre con a lo fianco lo mare, che fusse jorno io mai no’l seppi. Mai la luce ne vidi, una caligine or più densa or meno la vista copriami et io non vedea più li colori com’erano, ma di essi mi rammemoravo come erano stati…
… per la quarta notte sempre l’istesso sogno de li doi cani che azzannar voglionmi et io che corro in sopra a’ sassi sempre più prossimo sentendo lo ringhio loro…
… Come che fue arrivato ne lo convento de li francescani, assai faticato da lo viaggio, lo Superiore, che erasi homo ischeletrito ma di forte ingegno, dissemi immantinenti che li frati voluto averian che io dipignessi una Natività per l’Oratorio di San Lorenzo e che mi averiano dato scudi 800. Dissemi anco che di me elli tutto sapea e che lo convento era sicuro e che io potea principiare l’opra quando meglio m’aggradiva…
… la notte tutta in smanie e grida fino a che lo Superiore, che ne la cella allato stavasi, non venne ne la mea.
Niuna domanda facemi, ma posesi a lo lato de lo letto et una mano mea infra le sue pigliommi. Indi misesi a dire con voce assai bassa una cantilena che le parole non capii perché parvemi d’arabica lingua. Ma a lento nel sonno ricadei e fino a che fue jorno fatto dormii como uno bambinello…
… contato a lo Superiore che nomasi fra’ Giuseppe la damnatio mea de lo sole nero. Elli non parve stupirsene né disse ciò esser opra de lo dimonio. Ma venuta l’hora de notte accompagnommi ne la cella et appena steso mi fue elli ordinommi di tener gli occhi miei ne li suoi fisamente e sanza le ciglia battere lo più a longo possibile. Tal stetti infino a che da li occhi miei alquante lacrime cominciaron a colare. Elli allora dissemi di chiudere li occhi e la sua mano che parvemi bollore posela sopra li occhi miei intanto che altra cantilena arabica da le sue labbra uscia…
… da notti sei dormo sanza cani…
… fue al matino de lo settimo jorno che nel convento istavami che aperti l’occhi seppi scomparsa la caligine et alla finestra corso abbacinommi novamente lo sole come da gran tempo non più facea…
… ne la Natività ritrovato ho lo meo verde, lo meo bel rutilante verde…
… sì breve e calma hestate!
Minniti, venuto da Siracusa, dissemi aver saputo che doi messeri di Palermo avean da Malta ricevuto l’ordine di mettermi a morte non appena io dal convento uscito fossi. Anco dissemi che in Napoli la marchesa Colonna poteami hospitarmi ne lo palazzo Cellamare…
… tornati i cani de la notte…
… e lo sole nuovamente nero…
… domani notte imbarcherommi per Napoli da frate vestito per ingannar di poco la morte…
Questo brano è tratto dal libro Il colore del sole, il romanzo che Andrea Camilleri ha dedicato a Caravaggio ambientandolo nel periodo che il pittore trascorse a Malta e in Sicilia. Se volete approfondire le vicissitudini che l'”artista maledetto” dovette affrontare durante la sua breve esistenza potete trovare tutto quello che cercate nella biblioteca dell’Antica Frontiera.