Soggetti rappresentati: cacciatore a cavallo, artigliere a piedi, dragone, mamelucco, Napoleone I e granatiere a piedi.
Spirato sull'isola di Sant'Elena il 5 maggio 1821, il personaggio storico non ha certo bisogno di presentazioni. Per ricordarlo abbiamo scelto, fra le oltre duecento emissioni che lo riguardano, tutti i francobolli che la Francia gli ha dedicato. Di ognuno di essi abbiamo pubblicato l'immagine e una breve descrizione sopra.
Al piccolo Còrso che divenne francese per convenienza, ma che non tradì mai le sue origini italiane;
al generale ventisettenne che si rivolgeva ai suoi uomini citando Aristotele, Platone, Cesare, Marco Aurelio, Diocleziano, che parlava agli italiani nella loro lingua del Campidoglio, di Bruto e degli Scipioni, di Sparta, della democrazia di Atene, della Repubblica di Roma, del dominio bizantino e della schiavitù feudale;
al vincitore di Cairo Montenotte, Millesimo, Dego, Ceva, Mondovì, Lodi, Borghetto, Lonato, Castiglione, Mantova, Rovereto, Caldiero, Arcole, Rivoli, Verona, Palmanova e Gorizia;
allo statista che al Congresso Cispadano seppe dire: “La disgraziata Italia é da molto tempo cancellata dal novero delle potenze europee. Se gli italiani d’oggi sono degni di recuperare i loro diritti e di dare a se stessi un governo libero, si vedrà un giorno la loro patria figurare con gloria fra le grandi potenze della terra“;
all’eroe di Marengo, il quale pensava che “chi vive senza gloria è destinato a morire ogni giorno“;
al politico visionario, che centocinquant’anni prima della nascita della comunità europea disse: “Abbiamo bisogno di una legge europea, di una Corte di Cassazione Europea, di un sistema monetario unico, di pesi e di misure uguali, abbiamo bisogno delle stesse leggi per tutta Europa. Voglio fare di tutti i popoli europei un unico popolo. Ecco l’unica soluzione che mi piace“;
all’alfiere della virtù e dei diritti che tentò di sovvertire l’Europa monarchica e feudale, la personificazione della modernità che affondò il Sacro Romano Impero, che seppe dare una coscienza nazionale ai popoli liberati dalla tirannia dell’assolutismo, al padre spirituale del nostro Risorgimento;
all’ideatore del Codice civile, base fondamentale di tutte le democrazie moderne, col quale fu sancita la scomparsa dell’aristocrazia feudale e garantita la libertà personale, l’uguaglianza davanti alla legge, la laicità dello stato, la libertà di coscienza e la libertà di lavoro, la disciplina non confessionale del matrimonio e del divorzio;
al genio di Ulm, Austerlitz, Jena-Auerstadt, Friedland e Wagram, al condottiero che in vent’anni partecipò personalmente a 635 combattimenti e 51 grandi battaglie e fu sconfitto soltanto a Lipsia e a Waterloo;
all’imperatore che riorganizzò e governò l’isola d’Elba con amore e devozione, come se si trattasse dello sterminato impero appena perduto;
all’uomo che un mese prima di morire, dopo cinque anni di esilio su un’isola sperduta e inospitale, disse: “Sono ancora abbastanza forte, il desiderio di vivere mi soffoca“;
a chi ancora oggi, nell’anniversario della morte, dimostra col suo esempio ciò che un essere umano può ottenere con l’intelligenza, la passione, la fantasia, il coraggio, la forza di volontà e che, come scrisse Victor Hugo, “cadde perchè osò sfidare Dio“,
un sincero grazie.
Chi volesse approfondire la vita e le gesta del grande condottiero còrso può trovare un’ampia rassegna di libri storici e biografici a lui dedicati nella biblioteca dell’Antica Frontiera.