Cristoforo Colombo scoprì il continente americano il 12 ottobre 1492, di venerdì, e sbarcò il giorno seguente su una delle isole Lucaie, che venne battezzata San Salvador in onore di Gesù Cristo Salvatore, per poi toccare altre isole tra cui l'isola Santa Maria, Grande Exuma, Grandi Antille, Haiti dopo settanta giorni di navigazione su tre piccole navi, la Niña, la Pinta e la Santa Maria.
Le poste italiane hanno ricordato la figura del grande esploratore genovese con dieci distinte emissioni filateliche, quattro delle quali in occasione del quinto centenario della scoperta dell'America, nel 1992.
Il primo francobollo italiano dedicato a Cristoforo Colombo è del periodo del Regno e risale al 1938. Esso fa parte della serie "Proclamazione dell'impero": con un valore facciale da 30 centesimi l'esemplare bruno mostra l'esploratore sulla prua di una nave e la scritta "il più audace navigatore degli oceani".
La prima serie repubblicana legata in qualche modo a Colombo è quella del 1950 riguardante la Conferenza internazionale di radiodiffusione ad alte frequenze. Sui due valori da 20 e da 55 lire è possibile notare, insieme al palazzo della Signoria di Firenze e al castello di Rapallo, il monumento di Colombo che lo scultore italo-argentino Arturo Dresco inaugurò nella città ligure nel 1914.
L'anno seguente il quinto centenario della nascita di Colombo venne celebrato con un francobollo verde da 20 lire raffigurante lo sbarco dello scopritore del continente americano in un affresco di G.B. Carlone.
Il 1991 fu l'anno che precedette quello delle celebrazioni colombiane. In quell'occasione l'Italia diede alle stampe un dittico policromo i cui valori da 750 lire mostrano, nell'esemplare di sinistra, due velieri e la mano di Colombo sotto la scritta "buscar el levante por el poniente" (arrivare al Levante per la via di Ponente) e, nell'esemplare di destra, un ritratto del navigatore al cospetto dei sovrani di Spagna.
Il progetto delle celebrazioni colombiane, come si è detto, fu realizzato in grande stile e comportò l'uscita di ben quattro serie nel 1992. Il 24 aprile una prima emissione di quattro valori da 500 lire diede l'avvio alla manifestazione. I soggetti rappresentati sono la richiesta di aiuto a Isabella, il passaggio dell'Atlantico, l'avvistamento della terra e lo sbarco nel nuovo mondo. Il 2 maggio, per la 37ma emissione di Europa Cept, vennero stampati due valori da 750 e da 850 lire. Il primo mostra il monumento a Cristoforo Colombo che si trova nella città di Genova, mentre il secondo raffigura un globo e il simbolo dell'esposizione genovese. Il 22 maggio, in un'emissione congiunta con USA, Spagna e Portogallo, le poste italiane distribuirono sei foglietti contenenti complessivamente 16 francobolli con i seguenti soggetti: Colombo presenta i nativi (50 lire), Colombo rientra a Barcellona (100 lire), Colombo avvista la terra (200 lire), Colombo descrive la scoperta (300 lire), Colombo richiede gli aiuti a Isabella (400 lire), lo sbarco di Colombo (500 lire), bandiera e nave di Colombo (600 lire), Colombo a La Rabida (700 lire), Colombo ottiene gli aiuti (800 lire), la flotta di Colombo (900 lire), richiamo di Colombo (1000 lire), Isabella impegna i suoi tesori (1500 lire), Isabella e Colombo (2000 lire), Colombo racconta il terzo viaggio (3000 lire), Colombo in catene (4000 lire) e ritratto di Cristoforo Colombo (5000 lire). Infine, il 18 settembre, un'ultima serie di sei valori concluse le celebrazioni colombiane. I francobolli raffigurano: la casa di Colombo (500 lire), la partenza da Palos (600 lire), la carta geografica col tragitto del primo viaggio di Colombo (750 lire), Colombo che avvista la terra (850 lire), lo sbarco di Colombo (1200 lire) e un ritratto di Colombo, l'uomo vitruviano di Leonardo, "la furia" di Michelangelo e un ritratto di Michelangelo (3200 lire).
Gli ultimi due francobolli ricordati oggi sono rispettivamente del 1998 e del 2006. Il primo, da 1300 lire, è un'emissione congiunta con il Venezuela dedicata al 5º centenario dello sbarco di Cristoforo Colombo nel Paese sudamericano e all'esplorazione di Amerigo Vespucci, mentre il secondo, da 0,62 euro, è un esemplare raffigurante Cristoforo Colombo e le tre caravelle emesso per commemorare il 5° centenario della sua morte.
Gli “errori” di Cristoforo Colombo
Nel corso del sec. XV si assiste a un’affermazione sempre più decisa della tesi della sfericità della terra. Ne sono causa tanto le scoperte geografiche quanto la traduzione dell’opera di Tolomeo.
Accolta tuttavia l’idea che il pianeta fosse un globo, ne seguiva la conclusione inevitabile che sarebbe stato possibile raggiungere l’Asia navigando verso occidente: l’idea era economicamente interessante perché si immaginava che la terra fosse assai più piccola di quella che in realtà è.
Secondo i calcoli di Tolomeo, ciò che sarebbe stato chiamato un grado di longitudine terrestre avrebbe dovuto corrispondere a una lunghezza di 50 miglia marine (un miglio marino corrisponde a 1952,28 metri); secondo quelli di Al-Farghani, matematico e astronomo islamico vissuto nel sec. IX, un grado di longitudine sarebbe stato invece lungo 66 miglia. In realtà, la lunghezza effettiva di un grado è di 60 miglia marine.
La reale distanza fra le isole Canarie e il Giappone, in linea d’aria, è pari a 10.600 miglia marine. Anche se si fosse calcolata questa distanza sulla base della valutazione “riduttiva” tolemaica, essa sarebbe stata pari a 8.500 miglia: un percorso che nessuno avrebbe immaginato di poter affrontare senza scali intermedi, dal momento che si ignorava l’esistenza del continente americano. L’idea di raggiungere le “Indie” per la via occidentale non appariva dunque realistica.
Se Cristoforo Colombo si ostinò tuttavia in tale progetto, la ragione di tutto ciò è da ricercarsi in due errori. Il primo fu quello dello scienziato fiorentino Paolo Dal Pozzo Toscanelli, studioso dei documenti di Marco Polo, che sulla base delle descrizioni contenute nel Milione immaginò che il continente asiatico fosse assai più esteso di quanto non sia. Colombo, per parte sua, si convinse attraverso una lettura erronea di Al-Farghani che la lunghezza di un grado fosse di sole 45 miglia; sulla base di questi errori, Canarie e Giappone sarebbero state separate da sole 2.400 miglia.
Sono questi i motivi per cui Colombo avrebbe dovuto polemizzare aspramente contro la commissione degli scienziati incaricati da Giovanni II del Portogallo di esaminare il suo progetto. Respinto più volte a Lisbona, Colombo trovò ascolto presso i sovrani di Castiglia.
Dal giornale di bordo di Cristoforo Colombo
Si deve a Bartolomé de Las Casas una trascrizione del diario di bordo di Cristoforo Colombo.
Dalla lettura delle pagine del navigatore genovese si può intuire quali fossero le motivazioni che accompagnavano e segnavano l’impresa cui Colombo si accingeva: l’espansione territoriale e il disegno politico della monarchia spagnola di Isabella e Ferdinando si cela dietro l’ideologia della conversione alla “santa fede” cattolica dei selvaggi destinati alla dannazione eterna, in quanto pagani idolatri.
“Cristianissimi, altissimi, eccellentissimi e potentissimi Principi, Re e Regina delle Spagne e delle Isole del Mare, Signori nostri. In questo presente anno 1492, dopo che le Altezze Vostre ebbero posto fine alla guerra contro i Mori conchiudendola nella grandissima città di Granada, in quello stesso mese, in seguito alle informazioni che alle Altezze Vostre avevo dato sulle terre dell’India, le Altezze Vostre, nella loro qualità di Principi amici e propagatori della Santa Fede cristiana e nemici della setta di Maometto e di ogni altra idolatria ed eresia, pensarono di spedire me, Cristoforo Colombo, alle predette contrade dell’India allo scopo di visitare quei Principi, popoli e luoghi, ed esaminare la maniera che si potrebbe seguire per la loro conversione alla nostra Santa Fede. E in tale circostanza mi concessero molte grazie, ossia il titolo di nobiltà, e che da allora in poi mi appellassi “Don”, che fossi Grande Ammiraglio del mare Oceano e Viceré e Governatore perpetuo di tutte le isole e della Terraferma che io scoprissi e conquistassi e che d’ora in poi si scoprissero e conquistassero nel mare Oceano, e decretarono che così fosse per sempre. E io partii dalla città di Granada addì 12 del mese di Maggio dello stesso anno 1492, che era un sabato, e mi recai al borgo di Palos dove armai tre navi adatte a quell’impresa, e partii dal detto porto ai tre del mese di Agosto, in un venerdì, mezz’ora prima che sorgesse il sole, e presi la via delle isole Canarie che appartengono alle Vostre Altezze, per iniziar di là il mio viaggio e navigare fino a tanto che non giungessi alle Indie per compiere presso quei Principi l’ambasciata affidatami dalle Altezze Vostre e adempiere a quanto mi avevan commesso”.
Se volete approfondire l’epoca delle grandi scoperte geografiche e dei viaggi colombiani verso le Americhe potete farlo sfogliando le pagine del 6° volume de La Storia – Dalla crisi del Trecento all’espansione europea nella biblioteca dell’Antica Frontiera.