Bulgaria, Cuba, Messico, DDR, Togo, Ungheria, Urss, Uruguay e Vietnam sono le nazioni che nel corso degli anni hanno reso omaggio al grande presidente che l'11 settembre 1973, dopo il bombardamento e l'incendio del palazzo della Moneda, preferì togliersi la vita pur di non arrendersi a Pinochet.
Per ricordare la figura del "Compañero Presidente", primo presidente marxista democraticamente eletto nelle Americhe, abbiamo scelto il bel francobollo che la sua madrepatria gli dedicò sei anni fa, un valore da 410 pesos emesso in occasione del centenario della sua nascita.
Nel 1972, nella speranza di evitare il peggior disastro economico nella storia cilena, il governo cercò in tutti i modi di uscire dalla crisi, ma il risultato fu una gravissima inflazione e la completa paralisi economica. Città grandi e piccole si fermarono, vennero a mancare molti beni di consumo e le fabbriche chiusero. Nel 1973 furono indette le elezioni parlamentari, che però servirono soltanto ad aggravare la situazione e non diedero alcun frutto. Improvvisamente la gente, sia di destra che di sinistra, scese in strada per mostrare il proprio malcontento, mentre sullo sfondo la CIA alzava la posta finanziando scioperi e atti di sabotaggio.
Fu in queste condizioni che, il 23 agosto 1973, il presidente Allende, convinto che Augusto Pinochet fosse un soldato leale, lo promosse comandante in capo dell’esercito. Non avrebbe potuto commettere un errore peggiore perché, meno di un mese dopo, l’11 settembre, i militari, guidati da Pinochet, organizzarono un violento e sanguinoso colpo di Stato. Secondo i documenti resi pubblici circa vent’anni dopo dal Dipartimento di Stato statunitense, Pinochet venne sostenuto da massicci aiuti USA che nel 1972, quando furono preparati e messi in atto i piani del golpe, raggiunsero l’enorme cifra di 10,9 milioni di dollari.
Allende rimase ucciso mentre difendeva il Palazzo presidenziale e settantadue dei suoi più vicini assistenti e consiglieri furono catturati o si arresero per essere poi trasportati in una base militare e giustiziati. Poi, il comandante in capo dell’esercito, dell’aviazione, della marina e della polizia formò un Junta (un governo costituito da un piccolo gruppo di persone dopo un coup d’état) con a capo Augusto Pinochet. Il giorno seguente i cileni si svegliarono alla notizia che il nuovo governo aveva dichiarato lo stato di legge marziale e furono informati che il Parlamento sarebbe rimasto chiuso per un certo periodo. Nei mesi successivi, nel tentativo di cancellare il socialismo di Allende, tutte le attività politiche e sindacali furono proibite. Pinochet giustificò il suo operato affermando che era l’unico modo per salvare il Cile dal caos che era stato provocato dai socialisti e da ulteriori minacce comuniste. Lo stile militarista del suo governo non incontrò una grande resistenza, perché in realtà molti cileni appoggiarono le azioni di Pinochet e si sentirono sollevati quando, nel 1974, egli si autonominò presidente.
Se volete approfondire l’11 Settembre dei cileni potete farlo sfogliando le pagine del libro I Personaggi più malvagi della storia di Shelley Klein e Miranda Twiss nella biblioteca dell’Antica Frontiera.