Il 18 gennaio 1919 cominciò la riunione internazionale dei paesi usciti vincitori dalla prima guerra mondiale, impegnati nel delineare una nuova situazione geopolitica in Europa e stilare i trattati di pace con le Potenze Centrali uscite sconfitte dalla guerra. La conferenza durò fino al 21 gennaio 1920, con alcuni intervalli.
Da questi trattati la cartina d'Europa uscì completamente ridefinita in base al principio della autodeterminazione dei popoli, concepito dal presidente degli Stati Uniti d'America Woodrow Wilson, nel tentativo, in seguito rivelatosi fallace, di riorganizzare su base etnica gli equilibri del continente europeo. Nel tentativo di creare, sulle ceneri degli imperi multietnici di Austria-Ungheria e Turchia, stati "etnicamente omogenei", nacquero ex novo stati quali la Cecoslovacchia e la Jugoslavia, destinati ad alimentare nuove tensioni ed instabilità, oltre ad esodi e conflitti di popoli e nazioni.
Per ricordare questo importante evento storico abbiamo scelto l'unico francobollo dedicato specificamente al Trattato di Versailles, stipulato il 28 giugno 1919 durante la Conferenza di pace. Si tratta di un esemplare polacco da 350 zloty emesso nel 1989 in occasione del 70° anniversario del Trattato e raffigura i ritratti dei firmatari Ignacy Jan Paderewski (1860-1941, pianista, compositore e politico) e Roman Dmowski (1864-1939, politico) con lo stemma nazionale al centro.
La conferenza di Parigi, apertasi il 18 gennaio 1919 con la sola partecipazione dei 27 paesi vincitori, ridisegna la carta geografica dell’Europa. Durante la guerra gli Alleati avevano proclamato il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Nella maggior parte dei casi – come appare evidente dall’elenco dei nuovi stati – essi vi rimangono fedeli. Il problema più complesso deriva però dall’applicazione dei “quattordici punti” del presidente americano Wilson per creare le condizioni di una “pace perpetua”. La prima di esse è quella di far sorgere un organismo internazionale che possa dirimere i conflitti tra i popoli senza fare ricorso alla guerra.
A questo scopo viene creata la Società delle nazioni. In realtà il nuovo organismo è paralizzato fin dalla sua creazione, nel 1920, dal rifiuto del Senato americano di ratificare il trattato di Versailles. La Società delle nazioni, con sede a Ginevra, commette inoltre l’errore di limitare il potere di decisione del Consiglio (composto da quattro membri permanenti – Francia, Regno Unito, Italia e Giappone -, e da altri quattro membri eletti a turno).
Già la spartizione dell’Impero ottomano e la risistemazione del Medio Oriente rivela l’incapacità della Società di porsi come un interlocutore di peso.
L’area viene infatti suddivisa in “mandati” affidati alle due principali potenze europee: Siria settentrionale e Libano alla Francia; Iraq, Siria meridionale, Arabia e Palestina al Regno Unito. I confini di tali stati sono tracciati in funzione degli interessi petroliferi dell’Occidente, che peraltro non rinuncia al controllo diretto di Aden,Yemen e Kuwait. Inoltre la Palestina diventa subito oggetto di una controversia destinata ad assumere un rilievo crescente per effetto della “Dichiarazione” di Arthur J. Balfour del 2 novembre 1917, in cui il ministro degli esteri inglese si è impegnato a offrire al movimento sionista la possibilità di creare in Palestina un “focolare ebraico” sotto la protezione inglese.
Su questo come su altri temi la Società delle nazioni rinuncia di fatto alla sua azione di mediazione. Inoltre l’organismo integra soltanto in un secondo tempo i paesi vinti (la Germania verrà ammessa solo nel 1926), e istituisce un “cordone sanitario” intorno alla Russia sovietica (Unione Sovietica dal 30 dicembre 1922). Privo di mezzi militari adeguati alle sue ambizioni, l’organismo diventa una sorta di assemblea consultiva incapace di prendere decisioni operative, come si dimostrerà tragicamente di fronte all’ascesa del nazismo negli anni Trenta.
Se volete approfondire il trattato di pace che pose ufficialmente fine alla Grande Guerra potete farlo sfogliando le pagine del libro Storia illustrata della Prima Guerra Mondiale e degli altri testi sullo stesso tema presenti nella biblioteca dell’Antica Frontiera.