Il 12 agosto del 30 a.C., ad Alessandria, la regina egizia Cleopatra VII morì suicida a 39 anni facendosi mordere da un aspide, dopo essere stata sconfitta ad Azio da Ottaviano e aver assistito alla morte, anche questa per suicidio, dell'amato Marco Antonio.
L'Egitto ha dedicato alla sua regina un francobollo verde da 2 millièmes nel 1914, inserendolo nella serie ordinaria relativa a soggetti storici. L'esemplare - successivamente riemesso tre volte, nel 1921 con una filigrana diversa, nel 1922 di colore rosso vermiglio e, sempre nello stesso anno, con la soprastampa di una corona e della scritta in arabo del regno di Fuad I - riproduce un intaglio di Cleopatra rinvenuto nel tempio di Dendera.
Cleopatra potrebbe essere stata invidiosa di Nefertiti, sua antenata sul trono d’Egitto. Non era infatti bella come lei, sebbene la sua sensualità suscitasse negli uomini lo stesso fascino, avendo un naso troppo lungo e la bocca troppo grande. Come Nefertiti, visse intensamente e conobbe la gloria e la caduta. Di lei scrisse lo storico greco Plutarco: “A quanto si dice la sua bellezza non era in sé del tutto incomparabile né tale da colpire a prima vista: ma la sua conversazione aveva un fascino irresistibile e la seduzione della sua parola, unita a una personalità affascinante, costituivano un pungiglione che si affondava nel cuore”.
Alcuni scrittori romani importanti come Virgilio, Orazio, Properzio e Seneca la descrissero nei modi più spregevoli, come una donna perfida, crudele, avara e immorale. Altri ne hanno invece lodato l’audacia prodigiosa, il genio politico, la viva intelligenza, la vasta cultura, l’indomabile aspirazione a non sottomettersi al volere di un uomo e di difendere il proprio Paese. In tempi recenti addirittura di Cleopatra si è fatto quasi un’eroina del femminismo, e in lei il movimento di liberazione della donna ha riconosciuto la tempra di chi si batte per imporre al mondo maschile il riconoscimento del proprio valore. Se andiamo con la memoria all’anno 50 a.C. troviamo che a quel tempo l’Egitto era ancora una nazione ricca e potente per via dell’abbondanza dei suoi raccolti e della flotta considerevole su cui poteva contare. La sua capitale non era più Menfi o Tebe, ma Alessandria, divenuta importante centro di scambio e di produzione culturale oltre che commerciale dai tempi della conquista di Alessandro il Grande e della dinastia dei Tolomei. A minacciarne la grandezza è Roma, che non sembra desiderosa di altro che di espandersi e di dominare. Due modi di intendere la civiltà erano di fronte, l’Oriente e l’Occidente, e Cleopatra si schiererà risolutamente a favore del primo.
Figlia di Tolomeo XII, uno dei successori della dinastia dei Lagidi che dopo la morte di Alessandro Magno aveva ereditato la corona d’Egitto, Cleopatra crebbe in una fase storica in cui l’ascesa di Roma aveva costretto i signori della Valle del Nilo a una politica di compromesso con la potente vicina. Nel corso di decenni l’Egitto era diventato a tal punto dipendente da Roma che il padre di Cleopatra era stato costretto al pagamento di un tributo per scongiurare l’occupazione militare del proprio Paese. Insomma la sopravvivenza stessa dell’Egitto era ormai legata alle lotte politiche interne che si combattevano nell’urbe.
A quattordici anni Cleopatra assiste alla guerra civile tra Cesare e Pompeo e, alla morte di suo padre, a diciassette anni, sale sul trono con il fratello Tolomeo XIII, che era diventato suo sposo secondo la tradizione della successione reale. Una sorda lotta per il potere mise temporaneamente fuori gioco la regina, favorendo per contro il fratello.
Dopo la disfatta patita a Farsalo, Pompeo si rifugiò in Egitto dove l’amico Tolomeo, credendo di fare cosa gradita a Cesare, lo fece assassinare. Eludendo tuttavia la sorveglianza del fratello Cleopatra si avvicinò a Cesare, in visita ad Alessandria. La scena è conosciuta: Cesare ricevette in dono il famoso tappeto orientale in cui era avvolto lo splendido corpo di Cleopatra allora ventiduenne. I due si innamorarono perdutamente e insieme tramarono contro Tolomeo, di lì a poco sconfitto dalle truppe romane accorse e ucciso. Cleopatra si sposò allora con un altro fratello, Tolomeo XIV, e tornò a essere regina d’Egitto. I due amanti intanto viaggiano per due mesi lungo il Nilo, visitano luoghi sacri e, a Dendera, Cleopatra è acclamata dea, il più alto degli onori. Poi segue Cesare a Roma, e gli dà un figlio, Cesarione. Sembra che Cesare l’avrebbe fatta sua sposa se non fosse caduto vittima delle pugnalate delle Idi di marzo del 44 a.C. Cleopatra ritornò allora ad Alessandria, dove Tolomeo XIV cadde in disgrazia e fu sostituito da Cesarione come coreggente della madre. Così lo storico latino Svetonio, nell’opera intitolata Le vite dei Cesari, rievoca il legame tra Cesare e la bella egiziana: “Amò anche delle regine (…) ma amò soprattutto Cleopatra, con la quale s’intrattenne spesso a banchetto fino all’alba, e su una nave fornita di stanze si addentrò con lei in Egitto e fin quasi in Etiopia, dove sarebbe entrato se l’esercito non si fosse rifiutato di seguirlo. In seguito, fattala venire a Roma, la rimandò in patria solo dopo averla colmata di onori e di regali splendidi, e consentì che il figlio nato dalla loro unione portasse il suo nome. Molti Greci hanno tramandato che questi gli rassomigliava molto, sia nell’aspetto sia nel portamento”.
Intanto a Roma Ottaviano e Antonio, dopo la breve parentesi del Secondo triumvirato, si contendevano l’eredità di Cesare. Antonio, acquisito il controllo della parte orientale dello Stato, incarnava ormai agli occhi del rivale il campione dell’Ellenismo, il sostenitore della monarchia assoluta in spregio delle istituzioni repubblicane.
Anche Ottaviano ambiva per la verità a un potere personale e senza limiti, ma da Roma ebbe buon gioco nel presentarsi come il difensore dei costumi e delle tradizioni patrie contro il misticismo e il fasto della corte egizia che in Cleopatra, ora amante di Antonio, trovava la sua ultima rappresentante.
La nuova relazione produsse scandalo a Roma. Cleopatra fu accusata in Senato di tutti i peccati possibili e il fango che la propaganda di Ottaviano le gettò addosso ne rovinò per lungo tempo la memoria; la damnatio in atto si completò quando Antonio decise di fare dono a lei e ai figli avuti da lei dei territori romani. I giochi ormai erano decisi: Ottaviano rivendicò a sé l’Egitto come provincia romana e ad Azio batté Antonio, che morì tra le braccia della regina. Cleopatra, dopo aver dichiarato ai suoi fedeli che nessuno avrebbe potuto esibirla in trionfo, si fece mordere da un aspide e morì, a trentanove anni. La letteratura, il cinema, la pittura, persino il fumetto e la pubblicità s’impossessarono del mito di Cleopatra, ultima regina d’Egitto. E il suo trionfo sarà allora completo.
Se volete approfondire la vita dell’ultima affascinante regina d’Egitto potete farlo sfogliando il libro Faraoni – Atlanti del sapere prelevandolo dalla biblioteca dell’Antica Frontiera.