Ritratto di Goya dipinto da Vicente Lopez e Maja desnuda.
"Buen Viaje" (buon viaggio); "Disparate volante" (stupidità volante);
"Manera de volar" (maniera di volare); "Volaverunt" (gli uccelli sono volati via).
15 c. "Il girasole", 40 c. "La libraia", 50 c. "Duca F. Munez", 60 c. "Il mercante", 70 c. "Donna Isabel", 80 c. "Ritratto di Goya",
1 p. "Il fantoccio", 1,80 p. "Marianito Goya", 2 p. "La vendemmia", 3 p. "Il bevitore".
19 p. "Generale Don Antonio Ricardos", 30 p. "La lattaia di Bordeaux",
60 p. "Bambini con mastini", 130 p. "Il 3 maggio 1808 a Madrid".
Pittore e incisore spagnolo nato a Fuendetodos il 30 aprile 1746, formatosi a Saragozza e nel 1770-71 a Roma, fu quindi a Madrid, dove dal 1786 lavorò presso la corte di Carlo IV e, successivamente, di Ferdinando VII. In questo primo periodo realizzò numerosi ritratti e cartoni per arazzi (ritratto di Ferdinand de Guillemardet, Parigi, Louvre; Il fantoccio, 1792, Madrid, Museo del Prado) in cui, pur nella sostanziale adesione ai modi del decorativismo settecentesco, le innovative soluzioni cromatiche e la drammatizzazione delle forme espressive preludono alla straordinaria e tormentata produzione della maturità, che rappresenta il vertice della pittura spagnola tra '700 e '800. Nelle opere successive infatti (84 incisioni ad acquaforte e acquatinta dei Capricci, 1799; La famiglia di Carlo IV, 1800-1, Maja vestida e Maja desnuda, 1805 ca, Madrid, Museo del Prado), le innovazioni del suo linguaggio pittorico vengono portate alle estreme conseguenze attraverso la dissoluzione delle forme barocche e il rifiuto della ricerca della bellezza classica, per approdare a una rappresentazione, ora tragica ora grottesca, delle drammatiche contraddizioni del proprio tempo (incisioni dei Disastri della guerra, 1810; Le fucilazioni del 3 maggio 1808, 1814, Madrid, Museo del Prado; cicli della Tauromachia, 1815 e dei Proverbios, 1813-18). La visione pessimistica di Goya, che raggiunge il suo culmine nelle Pitture nere della Quinta del Sordo (1821-23, Madrid, Museo del Prado), si attenuerà soltanto nelle ultime suggestive opere eseguite in Francia, dove l'artista si era trasferito nel 1824 (La lattaia di Bordeaux, 1827, Madrid, Museo del Prado). Morì a Bordeaux il 16 aprile 1828.
Per rendere omaggio al grande pittore aragonese abbiamo selezionato tutte le emissioni che la Spagna gli ha dedicato nel corso degli anni. Di ognuna di esse abbiamo pubblicato l'immagine e una breve descrizione sopra.
Nella sera della tenuta di Arenas de San Pedro, presso Avila, dove Don Luis trascorse gli ultimi anni della sua vita con la moglie e i figli, un legame di familiarità e di confidenza lega al principe le ancelle, il cisisbeo o il fattore, chiamati intorno al tavolo dove si gioca a carte e ammessi a comparire nel ritratto che diventa il ritratto di una riunione privata, intima, senza formalità, di una piccola corte di campagna dove i ranghi non hanno nulla della rigidità cortigiana. Goya era stato chiamato ad Arenas de San Pedro alla metà di agosto del 1783 dove trascorse un mese entrando in confidenza con i membri della famiglia, andando a caccia con il principe, e facendosi ben volere da tutti se è vero – come egli scrive in una lettera all’amico Zapater del 20 settembre 1783, appena tornato a Madrid – che non lo si voleva più lasciar partire e che al momento di andarsene aveva dovuto promettere che sarebbe tornato almeno una volta all’anno. Invece non vi tornò, e non incontrò più Don Luis che morì due anni dopo.
Nel quadro regna il silenzio greve e notturno della campagna, la fiamma della candela brucia indisturbata nell’aria ferma, senza un alito di vento: a sinistra le cameriere entrano con la veste da notte e il portagioie per la signora che, al centro della composizione, regina per una sera sul suo trono di campagna, si lascia sciogliere i lunghi capelli guardando con un velo d’ansia e di tristezza lo spettatore. Don Luis siede al tavolo e posa le carte sul piano di velluto verde, con un gesto rallentato e simbolico: le carte sono emblema di fatalità.
Se volete approfondire vita e opere di Francisco Goya potete continuare a leggere il volume a lui dedicato de I classici dell’arte nella biblioteca dell’Antica Frontiera.
Se invece volete ammirare di persona il quadro La famiglia dell’Infante Don Luis di Borbone – le opere di Goya presenti in Italia sono soltanto due – potete raggiungere la Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo (PR), che si trova a poco meno di due ore di auto dal b&b: sarà un’esperienza memorabile!