Scrittore versatile, incarnazione dell'uomo nuovo, indipendente e amante della libertà, esule e patriota, diede vita a un vero "tipo" romantico, l'eroe byroniano, cui si rifaranno nel corso dell'800 scrittori e patrioti. La sua prima opera fu Ore d'ozio (1807) che difese poi dagli attacchi della critica con il poema satirico Poeti inglesi e critici scozzesi (1809). Dopo un lungo viaggio in Spagna e in oriente pubblicò i primi due canti del Pellegrinaggio del giovane Aroldo (1812), che lo resero celebre, cui seguirono le novelle in versi Il giaurro (1813), Il corsaro (1814), Parisina (1816). Abbandonata la Gran Bretagna nel 1816, in Svizzera compose il dramma Manfred (1817), ispirato al Faust di J.W. Goethe; in Italia, dove fece parte della carboneria, compose il poema burlesco Beppo (1818) e il suo capolavoro, il Don Giovanni (1819-24), incompiuto. Nel 1824 si recò in Grecia per partecipare alla lotta contro i turchi e vi morì di meningite il 19 aprile a Missolungi.
Per ricordare il grande poeta inglese abbiamo scelto il francobollo che le poste italiane gli dedicarono nel 1959. L'esemplare nero da 15 lire venne emesso in occasione dell'inaugurazione del monumento a Byron a Villa Borghese, a Roma. La statua è una copia dell'opera di Bertel Thorvaldsen conservata al Trinity College di Cambridge. All'inaugurazione era presente anche la Regina Madre d'Inghilterra.
Grande rappresentante della seconda generazione romantica, Byron nacque a Londra nel 1788, da genitori di antica nobiltà, ma di carattere disordinato e violento. Ebbe per questo un’infanzia tormentata e non riuscì a terminare gli studi. Coltivò per proprio conto un forte interesse letterario e nel 1807 diede alle stampe la raccolta poeticaOre d’ozio. Nel 1809, divenuto Lord alla Camera, partì per un lungo viaggio nei paesi del Mediterraneo. Al ritorno pubblicò la prima parte de Il pellegrinaggio del giovane Aroldo, che gli diede grande notorietà, per la romantica figura del protagonista: un uomo fatale e dandy pieno di mistero. Negli anni successivi pubblicò poemi melodrammatici e satirici, racconti di avventure e di amori, suscitando grande fascino per la sua bellezza e l’atteggiamento ribelle. In seguito allo scandalo legato alla separazione dalla moglie e al sospetto di un rapporto incestuoso con la sorella, nel 1816 lasciò l’Inghilterra e non vi fece più ritorno. Visse in Italia fino al 1823, godendo dell’amicizia di Shelley e avvicinandosi alla carboneria. Scrisse tragedie di ispirazione alfieriana e goethiana e il poema eroicomico Don Giovanni.
Nel 1823 partì per la Grecia, per dirigervi la rivolta liberale, ma morì di febbre a Missolungi nel 1824.
E’ L’ORA IN CUI TRA I RAMI SI SENTE
E’ l’ora in cui tra i rami si sente
la nota acuta dell’usignolo:
è l’ora in cui le promesse degli amanti
sono dolci in ogni parola sussurrata
e i venti lievi e le acque vicine
sono musica all’orecchio solitario.
Molle rugiada ha bagnato ogni fiore
e in cielo sono spuntate le stelle
c’è sull’onda un azzurro più profondo
e nei cieli quella chiara oscurità,
dolcemente buia e oscuramente pura,
che segue al tramonto del giorno
quando sotto la luna svanisce il crepuscolo.
Se vi piace la poesia e avete l’animo sensibile di Lord Byron allora l’Antologia illustrata di Elvira Marinelli è il libro che fa per voi. Naturalmente potete trovarlo nella biblioteca dell’Antica Frontiera.