Navigatore, cartografo ed esploratore inglese, dopo essersi distinto in Canada nel corso della guerra dei Sette anni (1756-1763), fu incaricato nel 1768 dalla Royal Society di Londra di guidare, al comando del brigantino Endeavour, una spedizione nell'oceano Pacifico, con il duplice scopo di osservare il passaggio del pianeta Venere e di tentare di scoprire il mitico continente meridionale, la cosiddetta terra australis. Osservato a Tahiti il passaggio di Venere, salpò per la Nuova Zelanda e ne rilevò le coste. Fece poi vela per l'Australia dove scoprì Botany Bay e prese possesso per conto dell'Inghilterra della costa orientale; giunse quindi a Batavia (Giacarta), da dove tornò in patria nel 1771. La spedizione è nota per aver ospitato a bordo il naturalista Joseph Banks. Nel 1772 Cook ripartì al comando delle navi Adventure e Resolution, entrò nel Pacifico da est, oltrepassò il circolo polare antartico, raggiunse la Nuova Zelanda e Tahiti, da dove esplorò una vasta parte del Pacifico e ritornò quindi in Inghilterra via capo Horn. Nel 1776 ripartì al comando della Resolution e della Discovery con l'incarico di ricercare il passaggio a nordovest. Esplorò le isole Kerguelen e scoprì le Hawaii, dove fu ucciso in uno scontro con gli indigeni.
Per commemorare la morte del grande esploratore britannico abbiamo scelto i due esemplari che la Royal Mail gli ha dedicato nel 1968 e nel 1999. Di entrambi abbiamo pubblicato le immagini e una breve descrizione sopra.
Il navigatore ed esploratore inglese James Cook (1728-1779) nel 1747 si imbarcò su di una nave mercantile. Dopo nove anni passò alla marina reale, alla vigilia della guerra dei Sette anni. Durante il conflitto partecipò alla presa di Québec, in Canada; ottenuta la promozione a pilota compì numerosi rilevamenti cartografici lungo le coste di Terranova; nel 1766 un suo saggio sull’eclisse solare venne pubblicato su un’importante rivista scientifica.
Nel frattempo l’Inghilterra, divenuta la prima potenza coloniale e marinara, ridava slancio all’esplorazione delle zone ancora ignote del globo, soprattutto dell’oceano Pacifico. Ancora nel sec. XVIII si era infatti convinti dell’esistenza di un ricchissimo continente australe, la cui immaginaria estensione avrebbe avuto la funzione di equilibrare l’enorme massa delle acque. In tutti i suoi viaggi Cook esplorò il Pacifico seguendo rotte sempre diverse, e dimostrò senza possibilità di dubbio l’erroneità di tali credenze. Il primo viaggio, organizzato dalla Royal Society, aveva per meta l’isola di Tahiti allo scopo di eseguire osservazioni del passaggio di Venere sul Sole e ottenere dati per misurare la distanza della stella dalla Terra. Accanto a queste istruzioni, Cook ne ebbe tuttavia altre, che gli ordinavano di esplorare il sud del Pacifico. Partito da Plymouth il 26 agosto 1768 con l’Endeavour, imbarcando un equipaggio di 84 uomini e un gruppo di scienziati, dopo due soste a Madera e a Rio de Janeiro, Cook doppiò il capo Horn facendo poi rotta verso ovest, e attraversò il Pacifico giungendo felicemente a Tahiti. Fece quindi una precisa ricognizione costiera della Nuova Zelanda, durante la quale scoprì lo stretto che da lui prese il nome; successivamente procedette al rilevamento sistematico delle coste orientali australiane, a ridosso della grande barriera corallina, e infine all’attraversamento dello stretto di Torres, stabilendo la natura insulare della Nuova Guinea. La nave fece ritorno in Inghilterra nel luglio del 1771; ricevuto dal re, Cook venne promosso capitano di fregata. L’anno successivo fu messo a capo di una seconda spedizione, con il compito di proseguire le ricerche con due navi, la Resolution e l’Adventure, comandata da Tobias Furneaux. Questo viaggio sarebbe passato alla storia come uno dei più memorabili della navigazione a vela: in quattro anni Cook compì tre crociere lungo la banchisa antartica, circumnavigando il globo in una fascia compresa tra i 45° e i 70° di latitudine sud, quindi si volse ancora alle isole del Pacifico, facendo altre scoperte come la Nuova Caledonia, Norfolk, la Georgia del sud. Rientrato in patria nel 1775, Cook fu promosso capitano di vascello. Il terzo e ultimo viaggio, intrapreso il 12 luglio 1776 sulla vecchia Resolution e sullaDiscovery, comandata dal Clarke, fu rivolto ad appurare l’esistenza dei passaggi di nord-ovest e di nord-est, tanto ricercati nel corso dei secoli precedenti. Dopo un’ennesima crociera nelle acque del Pacifico, durante la quale furono scoperte le isole Cook e le Hawaii, chiamate Sandwich dal nome del primo lord dell’ammiragliato, Cook esplorò la costa occidentale americana, giungendo oltre lo stretto di Bering. Tornato alle Hawaii, l’esploratore cadde ucciso nel corso di una scaramuccia con gli indigeni.
L’importanza delle tre spedizioni di Cook non risiede solo nella sistematica ricognizione di vaste aree del nostro globo precedentemente pressoché ignote: ai meriti dell’esploratore occorre infatti aggiungere quelli dell’uomo di scienza. Durante i viaggi di Cook venne messo a punto il nuovo sistema di misurazione della longitudine mediante il cronometro; ancora, fu agli sforzi di Cook – attento alla dieta e alle condizioni igieniche del suo equipaggio – che si dovette la sconfitta dello scorbuto.
Le relazioni di viaggio di Cook (ma solo la seconda è completamente sua), ricchissime di osservazioni geografiche ed etnologiche, furono pubblicate nel 1773, 1777 e 1784.
Se volete approfondire la vita di James Cook potete farlo sfogliando il 9° volume de La Storia – Il Settecento: l’età dei lumi nella biblioteca dell’Antica Frontiera.