1999. 250º anniversario della nascita di Johann Wolfgang Goethe. Dipinto "Goethe in der Campagna di Roma" realizzato da Johann Heinrich Wilhelm Tischbein nel 1787 e conservato presso la pinacoteca Stadelsches Kunstinstitut, in Francoforte sul Meno. | 2009. Accademia di studi italo-tedeschi di Merano. Effigi di Goethe e Dante Alighieri, simboli rispettivamente della cultura della Germania e dell'Italia. |
Massimo poeta e intellettuale tedesco, Goethe nacque nel 1749 a Francoforte. Ebbe un'accurata educazione, basata sulle lingue e le letterature antiche e moderne, aperta alle nuove correnti del pensiero europeo.
A Lipsia iniziò a studiare legge, ma tornato a Francoforte prima della laurea, per motivi di salute, si dedicò a una molteplicità di studi letterari e scientifici. Per finire gli studi universitari si trasferì a Strasburgo, dove divenne amico del filosofo Johann Gottfried Herder, con il quale diede vita al sodalizio letterario dello Sturm und Drang ("impeto e assalto"). Tale movimento esaltava l'elemento passionale contro il razionalismo illuministico e il classicismo e proponeva la più ampia libertà della poesia e la riscoperta della cultura tradizionale tedesca. Nel 1775 Goethe accettò l'invito del duca di Weimar a diventare suo precettore e in questa città svolse poi anche le cariche di ministro e direttore del teatro cittadino.
Tra il 1786 e il 1788 compì un viaggio in Italia, che gli permise di approfondire le sue conoscenze della cultura classica. Tornato in Germania intraprese un intenso rapporto di amicizia e collaborazione con Friedrich Schiller e lavorò alla stesura e alla revisione delle sue opere con grande impegno fino alla morte, avvenuta a Weimar nel 1832.
Per rendere omaggio al grande scrittore tedesco che tanto amava l'Italia abbiamo scelto i due francobolli che il nostro Paese gli ha dedicato nel 1999 e nel 2009, di ognuno dei quali abbiamo pubblicato le immagini e una breve descrizione sopra.
Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per chiudere verso sud il continente fra i due mari. Se la struttura di questi monti non fosse troppo scoscesa, troppo elevata sul livello del mare e così stranamente intricata; se avesse potuto permettere al flusso e riflusso di esercitare in epoche remote la loro azione più a lungo, di formare delle pianure più vaste e quindi inondarle, questa sarebbe stata una delle contrade più amene nel più splendido clima, un po’ più elevata che il resto del paese. Ma così è un bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l’una dell’altra; spesso non si può nemmeno distinguere in quale direzione scorra l’acqua. Se le valli fossero meglio colmate e le pianure più regolari e più irrigue, si potrebbe paragonare questa regione alla Boemia; con la differenza che qui le montagne hanno un carattere sotto ogni aspetto diverso. Non si deve tuttavia immaginarsi un deserto, bensì una regione quasi dappertutto coltivata benché montuosa. I castagni prosperano egregiamente; il frumento è bellissimo e le messi ormai verdeggianti. Lungo le vie sorgono querce sempre verdi dalle foglie minute; e intorno alle chiese e alle cappelle agili cipressi.
Questo brano è tratto da Viaggio in Italia di Johann Wolfgang Goethe. Se volete continuare a leggerlo potete trovarlo nella biblioteca dell’Antica Frontiera.