Poeta inglese, a contatto con L. Hunt e P.B. Shelley maturò una sensibilità di ispirazione prettamente romantica, che segnò la sua vita breve e tormentata. Nonostante le pesanti critiche con cui fu accolto il poema Endimione (1818), pubblicò poco dopo Iperione (1819) e la raccolta Lamia e altri poemi (1820) che contiene alcuni dei suoi capolavori (La vigilia di Sant'Agnese, Lamia e le grandi Odi a un usignolo, Sopra a un'urna greca, Alla melanconia, All'autunno), nei quali, in un linguaggio altamente lirico, vi è una delicata esaltazione della bellezza e dell'arte. Di interesse per la ricostruzione della sua personalità umana e artistica è anche l'epistolario, pubblicato alcuni anni dopo la sua morte (Lettere, 1848).
Intorno alle 23 del 23 febbraio 1821 John Keats morì di tubercolosi in un appartamento nei pressi della romana piazza di Spagna. Venne sepolto nel cimitero acattolico di Roma e la sua ultima richiesta riguardante l'epitaffio per la sua lapide venne rispettata: «Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell'acqua” ».
Per rendere omaggio al grande poeta britannico ritenuto oggi tra i massimi esponenti del Romanticismo inglese abbiamo scelto il francobollo da 3 pence che la Royal mail gli dedicò nel 1971 in occasione del 150° anniversario della sua morte.
SPARIRE LONTANO …
Sparire lontano, dissolvermi, e dimenticare
ciò che tu tra le foglie non hai mai conosciuto:
la stanchezza, la malattia, l’ansia qui,
dove l’uomo siede e ascolta lamenti
dove il tremito scuote i pochi, ultimi capelli grigi,
dove la giovinezza impallidisce
e come uno spettro si consuma e muore,
dove anche il pensare è riempirsi di pena
e regna la disperazione dalle ciglia di piombo,
dove la bellezza non può far brillare i suoi occhi
e l’amore nuovo non li piange oltre il domani.
Via! Via! Volerò da te,
non portato da Bacco e dai suoi leopardi,
ma sulle ali invisibili della poesia,
anche se lenta e dubbiosa la mente indugia:
con te, di certo, tenera è la notte
e forse la luna quale regina sta sul trono
con intorno la schiera delle fate stellate.
Ma qui non c’è alcuna luce,
se non quella che dal cielo le brezze hanno soffiato
attraverso verdeggianti oscurità
e tortuosi sentieri di muschio.
Non posso vedere i fiori ai miei piedi
e neppure il dolce incenso che pende sui rami,
ma nell’oscurità profumata intuisco ogni dolcezza
con cui il mese propizio arricchisce
l’erba, il bosco e l’albero da frutta selvatico,
il biancospino e la rosa canina di campagna,
le viole che presto appassiscono, sotto le foglie,
e la figlia più antica del mese di maggio:
il boccio di rosa muschiata, pieno di vino rugiadoso,
rifugio mormorante d’insetti nelle sere estive.
[ … ]
Tu non sei nato per morire, uccello immortale!
Non ti calpestano generazioni di affamati.
La tua voce, che sento in questa fugace notte,
già fu ascoltata da re e buffoni:
forse è lo stesso canto che una breccia aprì
nel triste cuore di Ruth, quando malata di nostalgia
in lacrime restò nel campo straniero;
lo stesso canto che tante volte ha affascinato
magiche finestre aperte sulla schiuma
di mari pericolosi, in incantate terre deserte.
Deserte! Questa parola è come una campana
che da te mi riporta alla mia solitudine.
Addio! La fantasia non può più illudermi,
come si dice faccia quest’elfo ingannevole.
Addio, addio! Il tuo lamentoso canto si perde
oltre i prati, oltre il torrente quieto,
al di là del colle, e ora è sepolto
tra i boschi della vicina valle.
È stata una visione? Un sogno a occhi aperti?
Svanita è la musica: “Sono sveglio o dormo?”
da Ode a un usignolo
Se vi piace la poesia e avete l’animo romantico di John Keats allora l’Antologia illustrata di Elvira Marinelli è il libro che fa per voi. Naturalmente potete trovarlo nella biblioteca dell’Antica Frontiera.