Il fondatore e primo presidente della Repubblica Turca morì il 10 novembre 1938 nel Palazzo Dolmabahçe, situato sulla riva del Bosforo, nel quartiere Beşiktaş di Istanbul e le sue spoglie riposano nell'Anıtkabir, mausoleo appositamente costruito per lui ad Ankara, capitale dello Stato repubblicano che egli contribuì in modo decisivo a creare.
Per ricordare l’eroe nazionale turco abbiamo scelto la serie che venne emessa il 21 novembre 1938, data in cui si tennero in forma solenne i suoi funerali di stato. Si tratta di sei francobolli della serie ordinaria del 1931/1933 raffiguranti l’effigie di Atatürk, sui quali venne sovrastampata la data 21-11-1938 e una striscia nera in segno di lutto.
L’Atatürk, “padre dei turchi”, nasce a Salonicco nel 1881 figlio di un impiegato delle Finanze. Nel 1904 esce capitano dalla Scuola di stato maggiore e lo stesso giorno è arrestato come liberale e inviato in Siria. Nel 1905, nella tradizione dei Giovani Ottomani e dei Giovani Turchi otto-novecenteschi, fonda la Società Patria e Libertà, che con altre forze strappa al sultano Abdülamit II (1842- 1918) il ritorno alla costituzione del ’76. Nel 1909 è fra i capi militari che stroncano la controrivoluzione. Nel ’12 è alla difesa della Cirenaica contro gl’italiani, torna in patria allo scoppio della prima guerra balcanica, che sottrae all’impero i territori europei a ovest della linea Enez-Midye. Non fa parte della dittatura del Cup (Comitato Unione e Progresso) che governa dal ’12 al ’18. Nel ’15 è alla difesa della penisola di Gallipoli, poi della Siria e dell’Arabia. Generale, comanda il gruppo di armate in Siria fino all’armistizio. Mentre i capi fuggono, ispettore della terza armata in Anatolia, cerca di evitare lo sbarco dei greci a Smirne e guida la guerra di liberazione. Nell’estate del ’19 fissa i principi del movimento nazionale (che diventerà il Partito Repubblicano Popolare) ed è eletto presidente dei comitati rappresentativi dell’Anatolia e della Turchia europea. Il 27 dicembre ’19, capo del governo, si stabilisce a Ankara.
MODERNISMO TURCO
Dichiarata I’insurrezione contro il governo di Istanbul, Kemal riunisce e inaugura il 23 aprile 1920 l’Assemblea Nazionale, rifiuta di riconoscere il trattato di Sèvres imposto dai vincitori della Grande Guerra e prepara la lotta contro l’invasione greca. Riorganizza le forze armate e, regolate le pendenze internazionali per la Cilicia e il Caucaso, nel ’22 da generalissimo mette in rotta i greci e dal trattato di Losanna del ’23 vede riconosciuta la piena indipendenza della Turchia. Depone l’ultimo sultano, Maometto VI (1861- 1926). Proclama la Repubblica, di cui è eletto presidente, riconfermato nel ’27 e nel ’31. Ormai Atatürk, riprende con vigore l’azione modernizzatrice e laicizzante, la promozione dell’identità del popolo turco intrapresa dal Cup. Nel ’24 depone l’ultimo califfo Abdülmecit II e dichiara estinto il califfato ottomano. Nel ’24 abolisce la poligamia e concede il diritto di divorzio alle donne. Nel ’25 vieta l’uso del fez, copricapo turco maschile dall’epoca di Mahmud II (1808-’39) e spinge uomini e donne all’uso di abiti europei, senza proibire il velo. Nel ’28 sostituisce l’alfabeto latino alla scrittura araba e ispira provvedimenti per l’espulsione dal turco di parole arabe e iraniane. Riconosce alla donna pari diritti nell’istruzione e nel lavoro, nel ’34-’35 le concede i diritti elettorali attivi e passivi. Oggetto di un vero culto della personalità, muore nel ’38 lasciando il potere all’erede politico Ismet Inönü (1884-1975) presidente fino al ’50 e premier nel ’61-’65. Ankara è ormai una capitale laica e moderna, Istanbul una metropoli in cui le donne guidano l’auto e frequentano ristoranti e cinema.
Se volete approfondire la biografia di Mustafa Kemal Atatürk potete farlo sfogliando le pagine del libro I miti del XX secolo nella biblioteca dell’Antica Frontiera.