Nel corso degli anni tantissime nazioni lo hanno ricordato con esemplari filatelici raffiguranti i suoi magnifici quadri. Per celebrare il suo anniversario abbiamo quindi preferito limitarci alle cinque emissioni dei Paesi Bassi.
Il primo francobollo, che raffigura l'artista davanti alla sua tela, è un esemplare litografico del 1940 da 1,5 c. + 1,5 color marrone scuro, facente parte della serie di cinque valori a favore dell'assistenza sociale e culturale.
Il secondo, un esemplare lilla da 25+8 c. emesso nel 1954, è un altro ritratto del celebre pittore, anch'esso parte di una serie di cinque valori a favore dell'assistenza sociale e culturale.
Nel 1990, in occasione del centenario della morte, le poste olandesi emisero due francobolli: quello da 55 c. riproduce un autoritratto a matita, quello da 75 c. un dettaglio del celebre dipinto "Il vigneto verde", un'opera del 1888 che riflette tutta la carica emotiva del pittore negli ultimi anni della sua vita.
Le ultime due emissioni, forse le più belle e complete da un punto di vista grafico, vennero alla luce il 2 gennaio 2003, anno in cui fu commemorato il 150° anniversario della nascita di Van Gogh.
Lo splendido foglietto di 10 valori da 39 c., ottima sintesi dell'opera pittorica del maestro, include i seguenti quadri: "Paesaggio autunnale con quattro alberi", "I mangiatori di patate", "Quattro girasoli appassiti", "Autoritratto con cappello di filtro grigio", "Lo zuavo", "La terrazza del caffè in Place du Forum ad Arles di notte", "Prato fiorito con tronchi d'albero e denti di leone", "Rami di mandorlo fioriti", "Veduta di Auvers" e "Campo di grano con corvi".
I tre valori autoadesivi con dentellatura a onde emessi sempre lo stesso giorno raffigurano altrettanti quadri famosissimi: "Autoritratto con cappello di paglia" (39 c.), "14 girasoli in un vaso" (59 c.) e "Seminatore al tramonto" (75 c.).
Nel febbraio 1890 Van Gogh aveva scritto da Saint-Rémy, spinto dalla necessità di farsi “scusare del fatto che i miei quadri sono quasi un grido d’angoscia” (lettera a Wil 20, metà febbraio 1890). Il trasferimento a Auvers lo aveva in un primo momento rasserenato, grazie al sodalizio con il dottor Gachet. I suoi quadri, inoltre, esposti presso il Salon des Indépendants e Les XX, a Bruxelles, stavano cominciando a raccogliere i primi consensi e Theo aveva avuto un figlio, battezzato Vincent.
All’inizio di luglio, però, le cose precipitarono nuovamente. Il fratello ebbe seri problemi professionali e la moglie e il figlio caddero gravemente ammalati. Vincent si recò a Parigi a trovarlo, ma le preoccupazioni del fratello gli tolsero le certezze faticosamente riconquistate. Aveva sempre vissuto con colpevolezza la propria dipendenza economica da Theo e lo sconforto gli fece rinascere il terrore di nuove crisi. Giunse addirittura a rompere i rapporti con il dottor Gachet, restando così completamente isolato. La sera del 27 luglio andò in campagna e si sparò un colpo di pistola, morendo dopo due giorni, assistito dal fratello.
Il campo di grano con corvi, insieme alla Chiesa di Auvers, può essere considerato il suo testamento artistico e spirituale. Dipinto pochi giorni prima del suicidio, esso risente del dramma esistenziale del suo autore. Nonostante ritorni l’accoppiamento giallo-blu, esso ha perso ogni nota gioiosa. La tela è dominata da un’atmosfera cupa, carica di presagio, e il volo di corvi non alleggerisce in alcun modo la tensione. I colori, sovraccaricati, sono stesi con una pennellata franta e spigolosa.
Erano passati soltanto cinque anni dalla realizzazione dei Mangiatori di patate, la sua prima opera significativa. La parabola artistica di Van Gogh fu brevissima e la sua evoluzione fulminea.
Se volete approfondire vita e opere di Vincent Van Gogh potete continuare a leggere il volume a lui dedicato de I classici dell’arte nella biblioteca dell’Antica Frontiera.