Sono naturalmente numerosissime le emissioni dedicate al grande politico e filosofo indiano nato a Porbandar il 2 ottobre 1869. Noi passeremo in rassegna le tante emissioni commemorative che la sua madrepatria gli ha dedicato dal 1948, anno in cui venne assassinato, ad oggi.
La prima serie fu emessa in occasione del primo anniversario dell'indipendenza indiana e comprende 4 valori (1,50 anna bruno, 3,50 anna violetto, 12 anna verde e 10 rupie rossastro) raffiguranti vari ritratti di Gandhi.
Nel 1969 le poste indiane distribuirono una seconda serie di 4 valori per accompagnare le celebrazioni internazionali del centenario della nascita del Mahatma. Gli esemplari raffigurano rispettivamente Gandhi con la moglie Kasturba (20 paise), in un ritratto (75 paise), col bastone alla marcia del sale (1 rupia) e al fuso (5 rupie).
Il francobollo da 1 rupia emesso l'anno successivo per la mostra filatelica nazionale INPEX '70 raffigura le mani di un collezionista che con la lente ingrandisce l'esemplare del 1969 dedicato a Gandhi e a sua moglie.
Nel 1973, per commemorare il 25° anniversario dell'indipendenza dai britannici, le poste indiane emisero un francobollo da 20 paise in cui compaiono insieme Pandit Nehru, primo ministro dal 1947 al 1964, e Gandhi, mentre nel 1979 il Mahatma riapparve insieme a un bambino nell'esemplare da 25 paise dedicato all'Anno internazionale del fanciullo.
Nel 1980 venne distribuita una serie per ripercorrere la storia del movimento che portò all'indipendenza dell'India. In uno dei tre valori da 50 paise si notano Gandhi e Nehru mentre promulgano il "Quit India Resolution" del 1942, l'atto formale del movimento di disobbedienza pacifica col quale veniva chiesto agli inglesi di abbandonare il Paese.
Il tema venne ripreso nel 1992 con una serie di due valori emessa in occasione del cinquantenario del movimento indipendentista "Quit India". Gli esemplari da 1 e 2 rupie mostrano rispettivamente un fuso e il profilo del Mahatma con lo slogan "Do or die" (fa' o muori).
Per il 125° anniversario della nascita di Gandhi le poste indiane emisero nel 1994 una coppia di valori da 6 e 11 rupie con vari ritratti del grande statista e la sua massima "my life is my message" (la mia vita è il mio messaggio), mentre l'anno seguente un'altra coppia di esemplari da 1 e 2 rupie, raffiguranti rispettivamente un Gandhi giovane e uno anziano, venne data alle stampe per rendere omaggio alla storica collaborazione tra India e Sudafrica.
Un bel blocco di quattro valori fu stampato nel 1998 per ricordare il Mahatma a cinquant'anni dalla sua uccisione. I francobolli che ne fanno parte rappresentano vari temi legati alle sue principali azioni politiche: il benessere dei contadini (2 rupie), il progresso sociale (6 rupie), la marcia del sale (10 rupie) e l'armonia comune (11 rupie).
Nel 2000 venne diffuso un francobollo da 3 rupie per festeggiare i cinquant'anni della repubblica, sul quale compare la figura stilizzata di Gandhi descritto come padre della nazione, e l'anno seguente una coppia con due valori da 4 rupie fu emessa per celebrare il grande statista indiano come uomo del millennio.
Un bel foglietto di 4 valori da 5 rupie fu distribuito nel 2005 per ricordare il 75° anniversario della marcia del sale. Gli esemplari mostrano Gandhi durante la marcia da Ahmedabad a Dandi, davanti al titolo del "Bombay Chronicle" del 13.3.1930, mentre raccoglie un pugno di sale con la cartina del tracciato della marcia sullo sfondo e mentre scrive, con affianco un suo manoscritto.
Nel 2007 fu emesso un altro bel foglietto per commemorare il centenario del Satyagraha, il tipo di lotta nonviolenta praticata da Gandhi fin dal 1907, quando indisse, dalle colonne del settimanale degli indiani del Sudafrica "Indian Opinion", un concorso per trovare un nome più appropriato e che sapesse cogliere a pieno lo spirito del metodo. I 4 valori da 5 rupie rappresentano il Mahatma in vari momenti della sua vita e nel foglietto è raffigurata una cartina del Sudafrica.
Per commemorare il 60° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani nel 2008 l'India distribuì un esemplare da 5 rupie raffigurante i volti di Martin Luther King, Abraham Lincoln, Madre Teresa di Calcutta e naturalmente Gandhi, con lo slogan "Dignity and justice for all of us" (dignità e giustizia per tutti noi).
Le ultime due emissioni sono del 2011 e del 2013 e si tratta in entrambi casi di foglietti. Il primo, contenente un francobollo da 1 rupia, rappresenta il Gandhi filosofo mentre utilizza un fuso e il brano di un suo discorso del 1947 dove ne spiega l'importanza per raggiungere la pace mentale. Il fuso compare anche nel secondo, emesso in occasione della Giornata della filatelia e raffigurante vari ritratti del padre della nazione indiana.
Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948) apparteneva alla casta dei “mercanti”. Studiò legge a Londra, poi si recò in Sudafrica, dove lottò a favore dei diritti degli asiatici discriminati.
Solidamente ancorato all’humus della cultura induista, ma non disdegnando gli apporti di altre grandi religioni, come il cristianesimo e l’islamismo, e del pensiero filosofico indiano (Ramakrishna e Vivekananda) e occidentale (L. Tolstoj, H. Thoreau), Gandhi formulò in questa sua prima attività sociale la dottrina della non-violenza (mutuata dalle Gita) e di un pacifismo venato di spirito anarchico.
Egli organizzò un partito politico e diede vita al settimanale “Indian Opinion”, in cui il suo orizzonte politico si allargava e si completava nell’identificazione della “forza della verità” (satyagraha) con la fedeltà assoluta agli ideali della propria coscienza fino a giungere alla disobbedienza civile entro i limiti della non-violenza, che è un imperativo religioso prima che un principio dell’azione politico.
Tornato in India, compì poi numerosi viaggi per conoscere le condizioni di vita del suo Paese. Nel 1917 si recò nel Bihar per indagarvi le condizioni della popolazione rurale; subì un processo dagli Inglesi ma venne prosciolto. Nel 1918 guidò lo sciopero dei lavoratori tessili di Ahmadabad.
Gandhi era ormai pronto a guidare, tra il febbraio e l’aprile 1919, la prima campagna nazionale di disobbedienza civile contro la legge Rowlatt, che con la scusa della lotta al terrorismo privava i cittadini dei diritti elementari. Il governo inglese adottò severe misure di repressione, culminate nel massacro di Amritsar (379 morti). Gandhi ordinò allora la sospensione del movimento, che però tornò a guidare nel 1920, come presidente del Congresso nazionale indiano. In questa occasione egli promosse la reintroduzione della filatura e della tessitura a mano; arcolaio e telaio divennero così i simboli dell’azione politica gandhiana. La campagna venne nuovamente sospesa nel 1922 a seguito del massacro di 22 poliziotti nell’India settentrionale. Gandhi prese su di sé la responsabilità e fu condannato a sei anni. Scarcerato nel 1924 per le sue condizioni di salute, si dedicò al riscatto delle masse rurali. Alla fine del 1929 il Congresso, per la prima volta guidato da J. Nehru, lanciò una nuova campagna di disobbedienza civile per l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Il nuovo satyagraha (1930-1934) si aprì con la raccolta del sale compiuta da Gandhi su una spiaggia del mare Arabico, in esplicita trasgressione del monopolio governativo. Fallito ogni compromesso, nel 1932 il Mahatma (“grande anima”, com’era chiamato Gandhi) proclamò la ripresa della disobbedienza civile, repressa con durezza. Dalla prigione Gandhi si occupò del problema degli “intoccabili”, da lui ribattezzati harijan, “figli di Dio”, per i quali il governo aveva disposto elezioni separate. Gandhi minacciò il digiuno fino alla morte. Le elezioni separate furono abolite, e da quel momento egli subordinò al riscatto degli intoccabili l’obiettivo dell’indipendenza.
La seconda guerra mondiale congelò in parte la situazione politica: il Congresso offrì al viceré la collaborazione del popolo indiano, a patto che la Gran Bretagna concedesse l’indipendenza.
La proposta fu respinta: Gandhi guidò una nuova campagna di disobbedienza civile (ottobre 1940). Dopo alterni tentativi di compromesso Gandhi e i capi del Congresso furono arrestati e il partito posto al bando. Dopo la guerra, spaventosi scontri fra indù e musulmani, con migliaia di morti, scandirono l’inizio del processo che avrebbe condotto all’indipendenza e alla scissione di India e Pakistan (agosto 1947). Uno sciopero della fame di Gandhi ebbe il potere di placare gli animi solo per qualche tempo; un suo intervento in favore del diritto morale del Pakistan alla divisione delle casse dello Stato gli valse l’odio degli indù ultraortodossi, uno dei quali lo uccise il 30 gennaio 1948 a Delhi.
Se volete approfondire la vita del padre dell’indipendenza indiana potete farlo sfogliando il 13° volume de La Storia – L’età dei totalitarismi e la seconda guerra mondiale nella biblioteca dell’Antica Frontiera.