1987. Terzo centenario della pubblicazione dei Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (in italiano: I principi matematici della filosofia naturale), unanimemente considerata una delle più importanti opere del pensiero scientifico. In essa Newton enunciò le leggi della dinamica e la legge di gravitazione universale. Soggetti rappresentati: 18 p mela; 22 p sole e pianeti, 31 p rifrazione della luce in un'ampolla di vetro; 34 p terra e satellite. | 2010. 350° anniversario della Royal Society, l'accademia nazionale inglese delle scienze. Ritratto di Isaac Newton, presidente della Royal Society dal 1703 al 1727, e studio sui principi dell'ottica. Il francobollo di prima classe fa parte di un libretto di 10 esemplari dedicati ad altrettanti membri illustri della Royal Society e alle loro scoperte scientifiche. |
Considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, Newton nacque il 4 gennaio 1643 (secondo il calendario gregoriano, mentre secondo quello giuliano che a quel tempo era ancora in uso in Inghilterra la data di nascita è il 25 dicembre 1642) a Woolsthorpe-by-Colsterworth, un piccolo villaggio oggi disabitato nella Contea inglese del Lincolnshire.
Un po’ fisico, un po’ filosofo, un po’ inventore: lo scienziato che formulò la legge di gravitazione universale, spiegò il fenomeno della dispersione della luce attraverso un prisma e costruì il primo telescopio a riflessione fu tutto questo. La sua opera si può considerare come il momento conclusivo della rivoluzione scientifica del Seicento e pochi hanno lasciato, come lui, un’orma così profonda in tanti campi della ricerca.
Per commemorare il grandissimo scienziato inglese abbiamo scelto le due emissioni che la Royal Mail gli ha dedicato nel 1987 e nel 2010, delle quali è possibile leggere una breve descrizione sopra.
Isaac Newton (1642-1727) si laureò al Trinity College di Cambridge e in seguito si dedicò a studi sulla natura e la scomposizione della luce. Nel biennio 1665-1666 il nucleo di tutto il lavoro scientifico di Newton era già interamente costituito. Fu chiamato nel 1669 alla cattedra di matematica di Cambridge, e nel 1672 fu nominato socio della Royal Society, della quale sarebbe poi diventato presidente.
A Cambridge godette dell’amicizia del filosofo Henry More e del matematico Isaac Barrow, subendone profondamente l’influenza. Sempre al 1672 risale la memoria intitolata Nuova teoria della luce e dei colori, le cui novità rivoluzionarie scateneranno un’aspra polemica con i contemporanei.
Nel 1687 pubblicò i Philosophiae naturalis principia mathematica, opera che, costituendosi come fondamento della meccanica e della fisica classiche (teoria della gravitazione universale, leggi fondamentali della dinamica), avrebbe influenzato per due secoli il pensiero scientifico e lo sviluppo della scienza. La pubblicazione dei Principia andò incontro a varie traversie, poiché non si trovavano né un editore né un tipografo disposti a correre il rischio di stampare un lavoro economicamente incerto e scientificamente «strano» per un’epoca dominata interamente dalla fisica cartesiana. Nei Principia Newton connette sistematicamente, per la prima volta, la dinamica con l’astronomia. Il punto essenziale è che con la legge di gravitazione si dimostrano (e quindi si giustificano) le tre leggi di Keplero. Ma dal momento che l’estensione ai corpi celesti della legge dell’inverso del quadrato non poteva essere effettuata sulla base di esperimenti diretti, Newton preciserà che essa viene da lui trattata da un punto di vista matematico e non da quello filosofico (fisico).
I Principia occupano inoltre un posto di grandissimo rilievo nell’ambito della matematica perché contengono numerose applicazioni di quel nuovo potente strumento, il calcolo infinitesimale, di cui Newton è, insieme a Leibniz, lo scopritore. La disputa che oppose i due filosofi circa la paternità del calcolo infinitesimale fu inconsistente: di fatto, entrambi erano arrivati autonomamente al calcolo, anche se la questione della paternità sarebbe stata complicata e avvelenata da interferenze politiche. Con alterne vicende e coinvolgendo gli ambienti scientifici e non di mezza Europa, la polemica si chiuse nel 1713 con una faziosa presa di posizione della Royal Society a favore di Newton.
Nel 1704 vide infine la luce l’Ottica, che contiene l’esposizione di una grande quantità di esperimenti, che alle dimostrazioni e ai calcoli matematici preferisce l’adozione di un linguaggio piano e accessibile. Queste sono anche le ragioni per cui l’Ottica, contrariamente a quanto era avvenuto per i Principia, ebbe tanta fortuna presso gli sperimentatori, specialmente i chimici. Newton si dedicò per tutta la vita all’indagine religiosa con un impegno per nulla inferiore a quello riservato alla ricerca scientifica. Tale copiosa produzione, rimasta per la massima parte inedita, suscitò, fino a epoca recentissima, più sconcerto che ammirazione. Come ha osservato Maurizio Mamiani, bisogna riconoscere che esiste per esempio un profondo nesso tra la funzione delle regole elaborate da Newton nella sua peculiare ermeneutica biblica (in particolare dell’Apocalisse) e quella del metodo richiesto dalla scienza matematico sperimentale dei Principia. Esse hanno infatti il compito di garantire la verità del procedimento, e che si tratti di interpretare il linguaggio rivelato o il mondo nei suoi fenomeni non fa molta differenza giacché sia la Rivelazione sia la creazione del mondo discendono da Dio e dalla sua volontà. In ambito teologico, il linguaggio profetico deve essere compreso nella propria specificità di linguaggio figurato; così come, neiPrincipia, le regole ci consentono di stabilire quale sia la migliore di due interpretazioni dello stesso esperimento.
Se volete approfondire la vita e le scoperte di sir Isaac Newton potete farlo sfogliando il 9° volume de La Storia – Il Settecento: l’età dei lumi nella biblioteca dell’Antica