George Washington, emissione del 1847. George Washington, emissione del 1855. Ritratto di Gilbert Stuart. George Washington, emissione del 1861. Ritratto di Gilbert Stuart. | George Washington, emissione del 1851/57. Scultura di Jean Antoine Houdon. George Washington, emissione del 1860. George Washington, emissione del 1861. Ritratto di Gilbert Stuart. | George Washington, emissione del 1851. Ritratto di Gilbert Stuart. George Washington, emissione del 1860. Ritratto di John Trumbull intitolato "George Washington prima della battaglia di Trenton". George Washington, emissione del 1861. Ritratto di John Trumbull. |
George Washington, emissione del 1883. Busto di Jean Antoine Houdon. George Washington, emissione del 1890. Busto di Jean Antoine Houdon. George Washington, emissione del 1903. Ritratto di Gilbert Stuart. | George Washington, emissione del 1887. Busto di Jean Antoine Houdon. George Washington, emissione del 1895. Busto di Jean Antoine Houdon. George Washington, emissione del 1908. Busto di Jean Antoine Houdon. | George Washington, emissione del 1887. Busto di Jean Antoine Houdon. George Washington, emissione del 1903. Ritratto di Gilbert Stuart. George Washington, emissione del 1908. Busto di Jean Antoine Houdon. |
George Washington a Cambridge, emissione del 1925 in occasione del 150° anniversario. | George Washington in preghiera prima della battaglia di Valley Forge, emissione del 1928 in occasione del 150° anniversario. | 150° anniversario della battaglia di Yorktown, emissione del 1931. Ritratto di George Washington al centro, del conte de Rochambeau sulla sinistra e del conte de Grasse sulla destra, comandanti del corpo francese durante la Rivoluzione americana. |
Dodici ritratti di Washington in diversi periodi della sua vita.
Emissione del 1939. 150° anniversario del giuramento di George Washington come primo presidente degli USA. | Emissione del 1949. Bicentenario della Washington and Lee University. Ritratto di Washington a sinistra e di Lee a destra. | Emissione del 1951. 175° anniversario della battaglia di Brooklyn. Evacuazione delle truppe di George Washington da Brooklyn e attraversamento dell'East River. |
Emissione del 2002. Ritratto di George Washington. | Emissione del 2006. Purple Heart, onorificenza delle forze armate statunitensi. Profilo di George Washington. Valore da 41 c. | Emissione del 2001. Purple Heart, onorificenza delle forze armate statunitensi. Profilo di George Washington. Valore da 44 c. |
Politico e militare statunitense nato a Bridges Creek, nel Westmoreland County, il 22 febbraio 1732, agrimensore ufficiale della contea di Culperer, partecipò alla guerra franco-indiana prima come aiutante generale e poi come colonnello della milizia di Virginia. Delegato della Virginia al primo Congresso continentale (1774), fu nominato dal secondo, il 15 giugno 1775, comandante in capo dell'Esercito continentale nella guerra d'indipendenza americana, non solo per i suoi meriti militari, ma anche perché in tal modo le ricche colonie del sud venivano più direttamente coinvolte nel conflitto, fino ad allora quasi esclusivamente limitato al Massachusetts. Dimostrò sagacia ed energia particolari, data anche la difficoltà politica di tenere insieme forze unite dalla comune lotta contro la madrepatria ma non ancora rappresentanti di un'unica nazione. Il suo prestigio dopo la vittoria era tale che, nonostante le sue resistenze, fu chiamato nel 1783 a presiedere la Convenzione che dette agli Stati Uniti la Costituzione; una volta ottenuta la ratifica dei singoli stati che la resero operante, nel 1789 fu eletto all'unanimità primo presidente della federazione e nel 1793 riconfermato, restando quindi a modello di perfetto americano per tutte le generazioni future. Seppe circondarsi di uomini di grande valore (T. Jefferson, A. Hamilton, H. Knox rispettivamente agli Esteri, al Tesoro e alla Difesa). Durante gli anni del suo governo fu creato un sistema finanziario, creditizio e monetario efficiente; si sviluppò l'insediamento nei territori controllati prima dell'indipendenza dalla Gran Bretagna; si stabilizzò la frontiera sud-occidentale; fu votata l'ammissione nella federazione di altri tre stati: Vermont (1791), Kentucky (1792) e Tennessee (1796). Washington dedicò particolare attenzione a consolidare la posizione del governo federale e ad assicurare alla carica di presidente la necessaria autorità senza superare i limiti costituzionali. Col suo deciso rifiuto a farsi rieleggere presidente per la terza volta, fondò la tradizione, interrotta solo da Franklin D. Roosevelt e in seguito fissata nella costituzione (1951), del limite di due mandati. Nonostante l'ostilità degli inglesi e l'aspra opposizione interna riuscì a impedire una nuova guerra con la Gran Bretagna. Nel suo famoso discorso di congedo del 19 settembre 1787, The Farewell Address, si espresse decisamente contro alleanze a lunga scadenza con stati europei. Morì a Mount Vernon il 14 dicembre 1799.
Sono davvero numerosissimi i francobolli dedicati al primo presidente degli Stati Uniti d'America. Per ricordare George Washington abbiamo selezionato quelli più rappresentativi emessi dalla sua madre patria e di ognuno di essi abbiamo pubblicato l'immagine e una breve descrizione sopra.
George Washington (1732-1799) nacque da una famiglia di possidenti della Virginia, che discendevano da proprietari terrieri inglesi giunti nelle colonie a metà del sec. XVII.
Orfano di padre, fu allevato dal fratellastro Lawrence, che provvide alla sua educazione e alla morte gli lasciò la ricca tenuta di famiglia. Fin da adolescente mostrò una spiccata vocazione per la professione delle armi ed ebbe modo di manifestare le sue capacità nel 1753-1754, quando scoppiarono incidenti di frontiera tra Britannici e Francesi nell’alta valle dell’Ohio; il governatore della Virginia gli affidò allora incarichi militari; nel 1755 fu nominato colonnello e partecipò alla prima fase della guerra dei Sette anni (1756-1763). Nel 1758 lasciò l’esercito e intraprese l’attività politica, criticando duramente l’amministrazione inglese. Per molti anni tuttavia dedicò soprattutto le sue energie alle proprie piantagioni; nelle sue terre Washington sperimentò nuove rotazioni e colture; il suo atteggiamento paternalista fece sì che i suoi schiavi godessero di un trattamento umano. Nel 1774, fece parte della delegazione virginiana al I congresso continentale, dove si espresse per l’opportunità di un’opposizione armata. L’anno seguente, quando si riunì il II congresso continentale, la lotta armata contro gli Inglesi era già cominciata e Washington fu nominato capo delle forze rivoluzionarie, diventando in breve il principale animatore e il simbolo stesso della lotta rivoluzionaria armata. Capo di un esercito raccogliticcio, senz’ombra di disciplina, a cui solo con fatica riuscì, con l’aiuto del barone von Steuben, a dare un certo ordine e un qualche spirito militare, alle prese con un organo politico come il congresso, incapace di imporre la propria volontà agli Stati, di cui rifletteva piuttosto gli egoismi particolaristici, e di fornire le armi, gli uomini, il denaro, necessari alla prosecuzione della lotta, Washington dette alla causa rivoluzionaria il contributo di una volontà ferrea, di una costanza inalterabile, di un enorme prestigio personale. Più che uno stratega fu un trascinatore di uomini e la sua grandezza durante la guerra d’Indipendenza deve essere misurata non dal bilancio delle sue vittorie e delle sue sconfitte, ma dal fatto che egli seppe per circa 8 anni tenere unito, di fronte a un nemico militarmente assai più forte, un esercito improvvisato e richiedere a esso sacrifici a volte indicibili, come nel terribile inverno di freddo e fame a Valley Forge (1777-1778). Per questo Washington godette per tutta la guerra la fiducia inalterata del congresso e del Paese e rimase fino alla fine il comandante supremo dell’esercito continentale. Finita la guerra, Washington si ritirò a vita privata dedicandosi all’agricoltura e alla speculazione di terre nell’ovest, ma restò sempre attento alle vicende politiche del Paese. Venuto meno con la pace l’elemento coesivo della lotta contro un comune nemico, l’unione confederale che le colonie si erano date nel 1781 mostrava ora tutta la sua debolezza.
Nel 1787 partecipò alla convenzione di Filadelfia come delegato della Virginia, presiedette con autorità i lavori e avallò infine con la sua firma prestigiosa il “compromesso federale”. Vinta la battaglia per la ratifica della nuova Costituzione la scelta del primo presidente degli Stati Uniti non poteva che cadere su Washington stesso, che fu difatti eletto all’unanimità. Allo scadere del secondo mandato, instaurando una tradizione che durerà fino a F.D. Roosevelt, Washington non volle ripresentare la sua candidatura e si congedò dalla vita pubblica con un famoso “discorso d’addio” in cui esortava i suoi compatrioti a non immischiarsi nella politica europea con celebri parole che costituirono, per un secolo e mezzo, il credo politico dell’isolazionismo americano. Poco prima della morte, allorché si temette che la tensione insorta con la Francia sfociasse in una guerra (1798), accettò ancora di assumere il comando supremo dell’esercito.
Se volete approfondire la vita di George Washington potete farlo sfogliando il 10° volume de La Storia – Dalle grandi rivoluzioni alla restaurazione nella biblioteca dell’Antica Frontiera.