Emigrata giovanissima negli Stati Uniti, militò nel Partito sionista operaio e rappresentò gli Usa come delegata in seno al Congresso mondiale ebraico fino al 1921, quando emigrò in Palestina. Qui entrò a far parte della Histadrut e militò nel Mapai assumendone la rappresentanza, negli anni trenta, in seno all'Organizzazione mondiale sionista. Tra il 1946 e il 1948 diresse la sezione politica dell'Agenzia ebraica. Dopo essere stata ambasciatrice a Mosca (1948-1949) fu nominata ministro del Lavoro e, dal giugno 1956 al 1966, degli Esteri. Segretaria generale del Mapai dopo un duro scontro con Ben Gurion, dopo la guerra del 1967 contribuì all'unificazione del Mapai con il Rafi. Presidente del Partito Laburista dal 7 marzo 1969 ed eletta Primo ministro dieci giorni dopo, consolidò i rapporti con gli Stati Uniti e approvò piani per massicci insediamenti ebraici nei Territori occupati. Si dimise nell'aprile del 1974 in seguito alla guerra arabo-israeliana dell'ottobre 1973.
Per ricordare la statista dal carattere forte e risoluto che è tuttora considerata una delle figure femminili più importanti del XX secolo abbiamo scelto il francobollo da 2,60 sicli che la sua madrepatria le ha dedicato nel 1981, in occasione del terzo anniversario della scomparsa.
Golda Meir (1898-1978), nome ebraico assunto da Golda Mabovitch Meyerson, fu una delle fondatrici dello Stato di Israele; leader pragmatica e di grande autorità, contribuì enormemente all’immagine del neonato Stato israeliano nel mondo, mantenendo una grande popolarità anche dopo le sue dimissioni.
Nata a Kiev, emigrò con la famiglia negli Stati Uniti nel 1906, dove si laureò e sposò Morris Meyerson. Divenuta attivista del movimento sionista laburista, si trasferì con il marito in Palestina nel 1921, stabilendosi nel kibbutzMerhavja, nella piana di Esdrelon. Il suo impegno politico si concretizzò a partire dal 1928 nell’adesione al Consiglio delle donne lavoratrici e nella crescente attività nelle organizzazioni laburiste palestinesi. Tornata da una missione negli Stati Uniti (1932-1934), ricoprì incarichi di rilievo nella centrale sindacale Histadruth, divenendo capo del suo dipartimento politico e, successivamente, nell’Agenzia ebraica.
Dopo la costituzione dello Stato d’Israele, per il quale aveva raccolto fondi nei mesi precedenti negli Stati Uniti, fu nominata ambasciatrice a Mosca (1948-1949). Eletta quindi all’assemblea legislativa israeliana (Knesset), fu ministro del Lavoro (1949) e degli Esteri (1956-1966). Rivestì la carica di segretario generale del Partito laburista Mapai dal 1965 al 1968, dopo un duro scontro con Ben Gurion, e dopo la guerra del 1967 contribuì all’unificazione del MAPAI con il Partito RAFI.
Nel 1969, alla morte di Levi Eshkol, fu nominata primo ministro e guidò il governo per cinque anni. Golda Meir scelse di proseguire nella politica di colonizzazione dei territori occupati e di intransigenza verso gli Arabi, rafforzando ulteriormente l’intesa con gli Stati Uniti. Nel 1971 riuscì a superare una crisi di governo provocata da un voto di sfiducia in parlamento riguardo alle concessioni fatte all’Egitto nei negoziati di pace. Al termine dalla guerra del Kippur (1973), che aveva messo in luce la vulnerabilità militare di Israele, la sua amministrazione e in particolare il ministro della Difesa Moshe Dayan furono aspramente criticati. Le successive elezioni registrarono una flessione del Partito laburista e una crisi di governo; dopo due tentativi di formare una nuova coalizione, Golda Meir si dimise nell’aprile del 1974.
Se volete approfondire la vita di Golda Meir e la storia dello Stato di Israele potete farlo sfogliando il 14° volume de La Storia – Dalla guerra fredda alla dissoluzione dell’Urss nella biblioteca dell’Antica Frontiera.