Alle 23.40 del 14 aprile 1912, 400 miglia a sudest della costa di Cape Race (isola di Newfoundland, Canada), il supertransatlantico Titanic, salpato il 10 aprile da Southampton per il suo primo viaggio verso New York, si scontrò con un enorme iceberg: la vedetta Frederick Fleet l’avvistò solo quando era ormai a 500 metri di distanza («Iceberg di prua, signore!»), il primo ufficiale William M. Murdoch ordinò: «Tutto a dritta. Indietro a tutta forza». La repentina virata a sinistra si rivelò inutile, trentasette secondi dopo l’avvistamento avvenne l’urto a prua, sulla fiancata destra della nave, sei dei sedici compartimenti stagni rimasero danneggiati, a sei metri di profondità l’acqua incominciò a filtrare nel transatlantico. Alle 12.27 a.m. (le 10.27 p. m. di New York) Jack Phillips, marconista del Titanic, lanciò il classico segnale di soccorso (C.Q.D., «Come quick danger», venite presto pericolo), poi l’S.O.S (tre punti, tre linee, tre punti del codice Morse, associato nel linguaggio popolare alla frase “Save Our Souls”, salvate le nostre anime), ricevuto alle 12.35 dal piroscafo Carpathia, che si trovava a 58 miglia e subito si mise in marcia per il salvataggio (il telegrafista del mercantile Californian, che si trovava ad appena 10 miglia, era andato a dormire, o almeno questa fu la scusa per il mancato soccorso). Alle 12.40 l’architetto navale Thomas Andrews e il comandante Edward John Smith ispezionarono i danni e conclusero che il supertransatlantico era perduto: «Galleggerà al massimo ancora due ore». Alle 12.45 venne calata in mare la prima delle trentadue scialuppe, ognuna capace di ospitare 60 persone (per un totale di 1920): poiché non era stato adeguatamente preparato a questa evenienza, l’equipaggio, temendo che l’imbarcazione affondasse mentre venivano calate in mare, evitò di sfruttarne al massimo la capienza dando il via libera ad appena 28 persone. Molti passeggeri, convinti che presto sarebbero arrivati i soccorsi, preferirono restare a bordo del transatlantico piuttosto che scendere in mare al freddo e al gelo. All’1.30 1.700 persone si trovavano ancora a bordo: le barche non bastavano più, nello scafo erano già penetrate 31 mila tonnellate di acqua, metà Titanic era sommerso. Intorno alle 2 il transatlantico si spezzò in due tronconi, venti minuti più tardi affondò. Nel naufragio persero la vita 1518 dei 2223 passeggeri imbarcati, compresi i 900 uomini dell'equipaggio; solo 705 persone riuscirono a salvarsi.
Sono numerosi i francobolli riguardanti il Titanic. Per ricordare la spaventosa tragedia che rappresentò il sogno infranto della Belle époque abbiamo preparato una selezione di esemplari tutti dedicati al famoso transatlantico e al suo affondamento. La maggior parte di essi è stata emessa tre anni fa in occasione del centenario del disastro marittimo.
Era la più grande nave mai costruita dall’uomo, la più veloce e la più lussuosa. Per i suoi eleganti passeggeri di prima classe costituiva il massimo della sicurezza e del comfort, al punto che era facile dimenticarsi di essere in mezzo all’oceano e credere di trovarsi piuttosto in un lussuoso hotel del centro di Londra.
Lo scafo della nave era fornito di una serie di sedici compartimenti stagni che si sarebbero automaticamente chiusi a contatto con l’acqua. Inoltre, se anche questi compartimenti fossero stati allagati, la nave avrebbe comunque continuato a galleggiare: ma poiché non si era mai sentito di un incidente che ne avesse potuti danneggiare così tanti, il Titanic era considerato praticamente inaffondabile.
Nel suo viaggio inaugurale, il 15 aprile 1912, il Titanic entrò in collisione con un iceberg e si inabissò nel giro di tre ore nelle fredde acque dell’Atlantico.
L’affondamento del Titanic rappresentò la fine di un’epoca, il sogno infranto della belle époque. Come per la caduta dell’impero babilonese, l’affondamento delTitanic rappresentò il simbolo dello sgretolamento di orgogliosi imperi, con una simile mescolanza di ricchi, borghesi e poveri tutti destinati insieme all’abisso.
Era la fine di una leggenda che sposava la tecnologia alla ricchezza, il materialismo al romanticismo, l’illusione alla fantasia. Ma era anche la nascita di una nuova leggenda, che avrebbe ispirato un numero imponente di libri, racconti, articoli, poesie, canzoni e film.
Se volete approfondire potete farlo sfogliando le pagine del libro di Massimo Polidoro Grandi misteri della storia – Da Atlantide al Titanic: un’indagine scientifica sui più celebri enigmi di tutti i tempi nella biblioteca dell’Antica Frontiera.