SchedaNome completo Repubblica Popolare Cinese
Nome ufficiale 中华人民共和国 Zhōnghuá Rénmín Gònghéguó Lingue ufficiali Cinese standard Capitale Pechino (24 516 000 ab. / 2016) Forma di governo Repubblica socialista monopartitica con riforme di mercato Presidente della Repubblica Xi Jinping Primo ministro del Consiglio di Stato Li Keqiang Indipendenza 1º ottobre 1949 proclamazione della Repubblica Popolare Cinese Ingresso nell'ONU 25 ottobre 1971 Superficie totale 9.572.900 km² (3º) % delle acque 2,8% Popolazione totale 1.385.175.000 ab. (2016) (1º) Densità 143,7 ab./km² (81º) Tasso di crescita 0,481% (2012) Nome degli abitanti Cinesi Continente Asia Confini Afghanistan, Bhutan, Birmania, Corea del Nord, India, Kazakistan, Kirghizistan, Laos, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tagikistan, Vietnam Fuso orario UTC+8 Valuta Renminbi cinese PIL (nominale) 10 991 571 milioni di $ (2015) (2º) PIL pro capite (nominale) 7 990 $ (2015) (72º) PIL (PPA) 19 406 520 milioni di $ (2015) (1º) PIL pro capite (PPA) 15 399 $ (2016) (82º) ISU (2016) 0,738 (alto) (90º) Fecondità 1,6 (2010)[5] Codici ISO 3166 CN, CHN, 156 TLD .cn, .中國, .中国 Prefisso tel. +86 Sigla autom. CN Inno nazionale Marcia dei Volontari Festa nazionale 1º ottobre |
La Storia attraverso la filateliaE' nel 1878 che appare il primo francobollo cinese. Abili, indicati nel mondo come saggi inventori di tutto o di quasi-tutto, i cinesi offrono un francobollo già con i dentelli, ossia come lo conosciamo noi, anzi, identico (e forse migliore) dei francobolli dei giorni nostri. E' verde giallo, stampato su carta piuttosto spessa, ha il valore di un centesimo e mostra, nel bozzetto, un drago. Era ed è, questo curioso animale che molte leggende affermano essere realmente esistito, il simbolo stesso della Cina nel suo evolversi e nel suo eterno divenire.
Il motivo ornamentale del drago fu ripreso nella seconda emissione di francobolli cinesi, quella del 1885, a cui seguì quella più lunga del 1895, che è considerata anche la prima serie commemorativa del Celeste lmpero: doveva infatti celebrare il sessantesimo genetliaco della cosiddetta "Imperatrice vedova", che gli storici descrivono come particolarmente bella e dotata di un fascino a cui era difficile resistere. Nel 1897 si succedono alcune emissioni soprastampate, sinché non appare la serie stampata in litografia che reca la scritta "Imperial chinese post". E' una svolta non soltanto filatelica ma anche storica e ai draghi rampanti si unisce il motivo dell'uccello che vola e che dovrebbe, secondo antichissime leggende, rappresentare il futuro e il divenire. Gli stessi simboli sono riproposti mentre la Cina entra nel nuovo secolo, ossia nel 1900. Ci vogliono altri nove anni prima che i francobolli diano l'idea di qualcosa di cambiato, pur restando ancorati e fedelissimi alla tradizione. Nel 1909, intatti, tre valori celebrano l'anniversario del regno di Hsuan T'ung. Mostrano, in una cornice elaborata, con colori smorzati che rammentano antiche preziose lacche, il Tempio del Cielo a Pechino. E' una serie importante che chiude anche un'epoca. Infatti la Cina imperiale si dilegua, scompare dalla carta geografica. I francobolli che vengono emessi dopo, già nel 1912, di imperiale non hanno proprio più nulla: annunciano al mondo che l'immenso Paese è diventato una repubblica. Quando nasce un nuovo regime, in genere, non si ha tempo di confezionare francobolli. Si trova più facile e più sbrigativo soprastampare quelli preesistenti. Anche per la Cina avviene così ed occorre pazientare, giungere fino al 1912, per trovare una serie che in ben dodici valori, con tinte differenti, mostri il ritratto del ''padre della patria", ossia della nuova Cina: Sun Yat-sen. Nato nel 1866 e scomparso nel 1925, è salutato dagli storici come l'uomo che ha creato la Cina moderna combattendo contro tutto e tutti per farne un Paese aperto e democratico. Travolto l'impero, fu il primo presidente della Repubblica. Fondò, in gravi rivolgimenti, il partito noto come "Kuomintang" e si trovò isolato, alle prese con problemi insolubili. Lasciò Pechino e a Canton si pose a capo di un governo secessionista che non abbandonò più fino alla sua scomparsa. Una serie del 1912 rammenta l'opera di un altro politico che contribuì a diffondere in Cina i principi repubblicani: Yuan Shi-kai, a cui pure furono dedicati dodici valori. La posta nazionale cinese e la sua istituzione è salutata nel 1921 a Pechino con tre valori che mostrano in ovali Yeh Kung-cho, Hsu Shih-chang e Chin Yung-peng, i tre protagonisti a cui l'innovazione è dovuta, sul piano tecnico, culturale e politico. Soltanto nel 1923 si ha una serie commemorativa in uno stile grafico quasi moderno: sono i quattro valori che commemorano la Nuova Costituzione e mostrano ancora, al centro, la cupola del Tempio del Cielo a Pechino. La monotonia della scelta dei soggetti non è del tutto vinta. Il generale Chang Tso-lin diventa maresciallo. Siamo nel 1928 e le poste cinesi gli dedicano quattro francobolli; è un personaggio che ha contribuito molto a cambiare la faccia del Paese e l'omaggio postale gli è quasi dovuto. Anche il generale Chang Kai-shek è celebrato nel 1929 e a guardare a ritroso negli anni si ha la sensazione che diventare generali non fosse allora molto difficile. Nessuno immaginava però, in quel periodo, che Chang sarebbe poi stato così importante per il Paese. Era soltanto, in quel momento, un generale promettente e basta. Ancora nel 1929 la serie funebre per gli onori resi alle spoglie del "padre della patria", Sun Yat-sen. I quattro francobolli mostrano il mausoleo che al personaggio venne eretto a Pechino. Quattro bozzetti uguali se non per il colore. La monotonia continua e vince. Sun Yat-sen è ritratto in francobolli ordinari, ossia non commemorativi, in lunghe serie a partire dal 1931, interrotte da un'emissione del 1932 per la spedizione scientifica Sven Hedin nelle più lontane province del nord-ovest, e da quella per la morte del Presidente del Consiglio esecutivo Tan Yen-kai. Nel 1936 quattro valori segnalano l'apparizione del movimento politico denominato ''La nuova via" e si ha già l'idea di un rinnovamento generale del Paese che trova conferma, anche nei francobolli, con le emissioni successive, soprattutto quella del 1936, per il 40° della posta nazionale, e del 1939. Quest'ultima serie è addirittura rivoluzionaria poiché è la prima a celebrare un avvenimento non cinese ma lontano, straniero, come la Costituzione americana. Le bandiere cinesi e statunitensi sventolano insieme quasi a significare che qualcosa di notevole è avvenuto. La storia, anche se non sembra, gira in fretta, e quel bozzetto del 1939 sarebbe andato bene anche molti anni dopo quando il Presidente americano Nixon decise che era ora di aprire la porta a Mao e guardò verso il grande Oriente. La cosiddetta "Nuova Cina", come molti sogliono definirla, comincia ben prima della rivoluzione socialista, e i francobolli lo sottolineano, quasi inavvertitamente. Se durante la seconda guerra mondiale c'è ancora nei valori postali l'immagine di Sun Yat-sen, nel 1944 un'emissione ripropone il tema dei rapporti fra Cina, Stati Uniti e Gran Bretagna. E' lo spostamento del Grande Oriente verso l'Occidente e nessuno pensava, allora, a una Cina comunista o, comunque, nell'orbita di Mosca. Qualche volta i francobolli andrebbero osservati più attentamente di quanto non si faccia poiché possono contenere "sfumature" storiche non trascurabili. Dopo Sun Yat-sen, dopo altri personaggi commemorati, illustri, che all'europeo non dicono molto ma che nel Paese loro hanno ben meritato, nel 1945 ricompare Chang Kai- shek. Sei francobolli del 1945 lo onorano dopo che nel 1943 è stato eletto Presidente della Repubblica Cinese. Una sua contrapposizione a Mao è ancora impensabile anche perché allora pochissimi sapevano chi era Mao. Ed è ancora Chang che nel 1945 saluta la vittoria degli alleati, ossia di Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica contro il Giappone e la Germania nazista. Dopo questa serie le poste cinesi hanno uno scossone a causa della svalutazione e dei mutevoli avvenimenti interni. Quasi tutti i francobolli vengono sovrastampati con un nuovo valore e si ha la sensazione dl un disordine economico che prima o poi sfocerà in un qualcosa di grave, di determinante. Chang ricompare nel 1946 nella serie per il suo 60° compleanno, ma è un'apparizione fugace; le poste pensano che sia meglio ripiegare su un personaggio più sicuro, già consacrato nella storia patria, ed ecco ancora il ritratto di Sun Yat-sen. Serie un po' grigie, ripetitive, finché nel 1947 non si onora Confucio (fondatore di una delle religioni più diffuse in Asia e particolarmente in Cina) e, nel 1947, con due emissioni, la posta e il suo sviluppo, a cui fa seguito la serie per la nuova Costituzione. Nello stesso anno è salutata con due francobolli la riannessione di Formosa e nessuno pensa che questa isola diventerà territorio di contesa, estremo rifugio di Chang dopo la guerra civile che porterà al potere Mao. E' troppo presto e il destino della Cina non lo si intravede ancora. Occorre, dopo molte emissioni storicamente trascurabili, arrivare fino al 1949 per trovare in quattro valori la proclamazione della Repubblica Popolare. Mao ha vinto. Lo vediamo già nei francobolli del 1950 e, a poco a poco, la sua immagine s'ingrandisce costringendo le poste a produrre francobolli di formato gigante. Nel 1950 Mao, con la caratteristica casacca grigia, spicca a ridosso di una enorme bandiera rossa. E' il padrone incontrastato di un Paese immenso, quasi un continente, e può parlare con Stalin a tu per tu, ma non ci sono problemi, per il momento. Il comunismo è uno, uguale e monolitico, tanto a Mosca come a Pechino. Lo dicono anche i francobolli del 1950 nei quali Stalin stringe la mano al compagno Mao a significare che l'unione è indissolubile e che il cammino che i due Paesi compiranno insieme è senza confini. Mao, bandiere rosse, colombe della pace si susseguono nei francobolli della Cina Popolare che giungono però in Occidente con sempre minor frequenza. Il nuovo regime usa i commemorativi per la propaganda interna ma sembra diffidare della filatelia e del commercio che da essa deriva. Forse sono già nell'aria i germi di quella che più tardi verrà definita "rivoluzione culturale". C'è Carlo Marx, vi sono allegorie, antiche stampe cinesi, anche dell'epoca imperiale e nel 1953, per il 35° della Rivoluzione russa di ottobre, una serie onora Stalin e Mao esaltando ancora l'amicizia fra i due Paesi. Nel 1954, il 30° della scomparsa di Lenin è salutato con un'emissione tutta dedicata al rivoluzionario e ad essa fa subito seguito quella per il primo anniversario della morte di Stalin, avvenimento che le poste di Mosca cercano invece, con imbarazzo, di minimizzare, quasi di passare sotto silenzio. E' in arrivo la "destalinizzazione'' e qualche cosa sta per cambiare non soltanto a Mosca. La Russia fa di tutto per dimenticare il generalissimo; si comincia a parlare dei suoi errori, addirittura delle sue colpe, e nel 1955 Pechino con una serie si sforza di sottolineare ancora i rapporti di amicizia russo-cinesi. Un francobollo di quest'emissione, in particolare, suscita curiosità: è il valore da 8 centesimi, bruno chiaro, con Stalin e Mao che conversano seduti l'uno accanto all'altro. Stalin stringe fra le dita una sigaretta e ciò infastidisce i russi. Stalin, ribattono, fumava pochissimo, qualche volta la pipa, e basta. Paesaggi, simbologie politiche, allegorie, monumenti, raccontano non solo al collezionista il grande mutamento che la Cina sta vivendo con Mao. E, ad un tratto, la frattura è evidente. Esplode nel 1959 quando due francobolli illustrano il cammino percorso dal movimento studentesco. E' solo l'inizio della "rivoluzione culturale". Se non si può marciare con Mosca, si camminerà contro Mosca e i dirigenti del Cremlino vengono sprezzantemente definiti "i nuovi Zar". Sempre più grandi, i francobolli cinesi hanno quale colore predominante il rosso, a cui segue l'oro. Mao è esaltato, onorato, è il Dio della nuova Cina e il suo "libretto rosso'', le sue massime storiche, politiche, quasi profetiche e religiose, sono stampate nei francobolli. E’ la glorificazione senza limiti di un mito che resisterà, almeno fino agli anni Ottanta, anche dopo la morte di Mao, quando già la Cina avrà aperto all'Occidente, nella sua avversione a Mosca, alla ricerca di nuovi sbocchi e alleanze. Marx e Lenin ci sono sempre. E c'è anche Stalin onorato con i grandi del comunismo in una serie del 1964 per il primo maggio, serie che ha l'unico scopo di urtare Mosca e di collocare Stalin fra i grandi dell'ideologia marxista-leninista, con Engels. Se questa unione ideale non c'è più, non è colpa di Pechino, caso mai di Mosca, si vuole significare. Francobolli di formato colossale, sempre adorni di massime di Mao, vengono emessi a getto continuo sinché, di colpo, tutto finisce. La filatelia e il francobollo sono considerati "prodotto borghese e decadente". Gli studenti e coloro che dirigono la "rivoluzione culturale" non vogliono saperne. E' l'inizio di una lunga parentesi. Quando Mao invecchia - e gli studenti pure - quando si comincia a guardare all'Occidente soprattutto per l'opera degli statisti più illuminati e più abili della Cina moderna come Ciu En-lai, allora tutto riprende e torniamo a vedere in Europa francobolli cinesi. La grancassa della propaganda tace. Lascia il posto ai paesaggi, a vedute di città, a scene di lavoro. E' l'immagine della nuova Cina che cerca nel mondo una propria collocazione, dopo tanti scossoni e rivolgimenti. Nell'immagine in alto la famosa serie dei crisantemi. Distribuita in tre giorni diversi tra il dicembre del 1960 e il febbraio del 1961, è oggi una delle emissioni della Repubblica Popolare Cinese più pregiate. |
Cronologia1500-1050 a.C. Dinastia Shang
202 a.C.-220 d.C. Dinastia Han: dà alla Cina unità etnica, morale, politica, economica e culturale. 618-907 Dinastia T'ang: la civiltà cinese medievale raggiunge l'apogeo 1279-1368 Dominazione mongola 1736-1796 Regno di Ch'ien-lung: l'impero cinese raggiunge la massima espansione territoriale 1840-1842 "Guerra dell'oppio" con la Gran Bretagna. 1898 Sale al potere l'imperatrice vedova Tzu Hsi 1912 Proclamazione della Repubblica. Sun Yat-sen fonda il partito nazionalista (Kuomintang). 1915 Il Giappone cerca di imporre il suo predominio in Cina. 1921 Fondazione del Partito Comunista Cinese. 1925 Muore Sun Yat-sen. Dirige il Kuomintang Chang Kai-shek. 1930-1934 Guerra civile tra Kuomintang e comunisti 1934 "Lunga marcia" comunista verso il nord. 1937-1945 Guerra cino-giapponese. 1949 Proclamazione della Repubblica Popolare Cinese. Il Kuomintang si ritira in Formosa. Mao Tse-tung è eletto presidente. 1954 Nuova costituzione. 1956 Organizzazione agricola con grandi cooperative 1958 Comuni del popolo. 1960 Tensione con l'URSS. 1964 Prima bomba atomica. 1966 Rivoluzione culturale. 1971 Ammissione all'ONU. 1972 Nixon a Pechino. 1975 Nuova costituzione. 1976 Morte di Mao Tse-tung; gli succede Hua Kuo-feng. 1978 Apertura ufficiale delle relazioni diplomatiche Cina-USA. Deng Xiaoping è, de facto, il nuovo leader della Cina. 1979 Guerra sino-vietnamita. 1984 Abolizione delle comuni popolari. 1989 Proteste studentesche di Piazza Tienanmen. 1992 Introduzione della formula "economia socialista di mercato". Ritiro dalla vita politica attiva di Deng Xiaoping. 1997 Morte Deng Xiaoping e ritorno di Hong Kong alla Cina. Il nuovo "Uomo forte" di Pechino diventa Jiang Zemin. 1999 Ritorno di Macao alla Cina 2001 La Cina diviene membro del Wto; completata la transizione all'economia di mercato e ingresso nel contesto dell'economia globalizzata. 2002 Hu Jintao succede a Jiang Zemin alla segreteria generale del Partito Comunista Cinese. 2003 Hu Jintao viene designato presidente della Repubblica Popolare Cinese. 2007 Il parlamento cinese vota una legge che consente la proprietà privata ai suoi cittadini. 2013 A Hu Jintao succede Xi Jinping. |