SchedaNome completo Mongolia
Nome ufficiale Монгол Улс Lingue ufficiali Mongolo Capitale Ulan Bator (1 190 400 ab. / 2011) Forma di governo Repubblica semipresidenziale Presidente Khaltmaagiin Battulga Primo ministro Ukhnaagiin Khürelsükh Indipendenza dalla Dinastia Qing il 29 dicembre 1911 Superficie totale 1.566.000 km² (19º) % delle acque 0,6% Popolazione totale 3.031.330 ab. (2016) (134º) Densità 1,75 ab./km² Tasso di crescita 1,469% (2012) Nome degli abitanti mongoli Continente Asia Confini Russia, Cina Fuso orario UTC da +7 a +8 Valuta tughrik PIL (nominale) 10 258 milioni di $ (2012) (130º) PIL pro capite (nominale) 3 660 $ (2016) (117º) PIL (PPA) 36 600 milioni di $ (2015) (136º) PIL pro capite (PPA) 11 024 $ (2015) (120º) ISU (2016) 0.735 (medio) (92º) Fecondità 2,5 (2011) Codici ISO 3166 MN, MNG, 496 TLD .mn, .мон Prefisso tel. +976 Sigla autom. MNG Inno nazionale Bügd Nairamdakh Mongol |
La Storia attraverso la filateliaColorata come un mosaico, composta di piccole regioni, di altipiani, colline, razze, nel cuore dell'Asia, la Mongolia, senza confini naturali chiaramente definiti, trova nel mondo dei francobolli un ampio riflesso, quasi uno specchio fedele della sua situazione geo-politica.
I francobolli che ha emesso fino a oggi sono assai numerosi. I primi comparvero nel 1924 e propongono motivi allegorici, un po' geometrici, che si ricollegano a simboli antichi, di tribù stanziate nel territorio. Tale simbolismo perdura fino agli Anni Trenta quando compaiono le prime serie che possiamo definire "pittoriche" e che sono altrettante istantanee scattate sul Paese. Soprattutto la lunga emissione del 1932 ci pare a cavallo fra la Mongolia più antica, quella che traspare da stampe e incisioni la cui matrice si è persa nel tempo, e un Paese che guarda all'avvenire e che si proietta perciò nel futuro. Una rassomiglianza con i valori postali della vicina Russia è evidente. Qui, nella lunga serie citata, vediamo già l'industria della stampa, del telegrafo, gli operai, i rivoluzionari, i mongoli che studiano per aprirsi verso l'Occidente e imparare l'alfabeto latino; c'è il paesaggio, le carovane che marciano nella steppa e la caccia al cavallo selvaggio. Il collezionista scopre qui un angolo di mondo e ne è affascinato come da un film in technicolor. Dopo una serie che saluta il maresciallo Kharloin Choibalsan, che viene onorato nel 1945 come una delle personalità più significative del Paese che si va riprendendo alla fine della guerra, nel medesimo anno sette esemplari celebrano l'indipendenza della Mongolia. Segue una lunga parentesi che s'interrompe nel 1951 con una serie che ricorda con tredici francobolli il trentennale dell'indipendenza e accomuna personaggi storici e politici a scene locali della vita di tutti i giorni, mentre sottolinea anche lo sviluppo del Paese: nuove abitazioni, il teatro di Stato, l'Università, e non manca neppure una fugace apparizione di Lenin, omaggio alla Russia così vicina ed a cui, politicamente, pur nella sua indipendenza, la Mongolia è legata. Verso la fine degli Anni Cinquanta, la Mongolia sceglie la strada dei francobolli cosiddetti giganti e figurativi, per il formato, i colori e la presentazione, mostrando al mondo la propria fauna, gli sport, il valore delle sue foreste popolate da animali che, in parte, si vanno anche estinguendo. Appare quasi normale, agli occhi dei collezionisti, che nel 1959 la Mongolia si venga allineando tra le nazioni che ricordano le grandi imprese nello spazio: ed ecco due francobolli per il sovietico Lunik III a cui è affidato il compito di strappare alla Luna gli ultimi segreti che le sono rimasti. La politica - ancora due valori per il novantesimo anniversario della nascita di Lenin nel 1960 - cede a poco a poco il posto a soggetti più attraenti per i collezionisti, come i fiori, come gli otto esemplari del 1960 per i Giochi Olimpici disputati a Roma: la lupa capitolina appare, per la prima volta, nei francobolli mongoli. Commemorato nel 1961 il leader congolese Lumumba, la Mongolia torna allo spazio con quattro valori che onorano Yuri Gagarin primo cosmonauta; a tale serie fanno seguito emissioni pittoriche dedicate all'ambiente, alla natura, all'allevamento, alle attività che sono tipiche del popolo mongolo. Le emissioni a vivaci colori si susseguono con ritmo frequente e di certo il numero dei francobolli emessi è assai superiore a quello di cui i mongoli necessitano per affrancare la loro corrispondenza (piuttosto scarsa) con il resto del mondo: la verità è che la Mongolia ha imboccato la strada della filatelia commerciale e vuole vendere francobolli come fanno tutti gli Stati moderni, il che giustifica tutto, o quasi tutto. Ecco allora serie con farfalle, fiori, funghi, cavalli, pesci e con gli animali più disparati, fino a ricordare, nel 1966, un prodotto nazionale di lusso: animali con pellicce di gran pregio. Sull'esempio di San Marino e di altre nazioni, la Mongolia mostra nel 1967 gli animali della preistoria, ma l'anno successivo celebra "Il Capitale" e il suo autore Carlo Marx, nel 150° anno della nascita; poi, sulla falsariga di quanto fanno ormai quasi tutti i Paesi del mondo, presenta una serie di quadri, con dipinti stranieri dai colori allettanti, cosa che si ripeterà per il ventesimo anniversario dell'Unesco - l'Organizzazione culturale che opera nell'ambito delle Nazioni Unite - e non mancano artisti Italiani fra quelli che sono celebrati da una serie che rivela già un buon livello grafico. Da allora, fino a oggi, la Mongolia ha seguito proprio l'itinerario percorso da quasi tutti gli Stati moderni in fatto di francobolli: emettere cioè serie che appaghino l'occhio del collezionista, lo attraggano con i soggetti più in voga, dagli animali, ai fiori, allo sport, ai quadri. Cresce anche il formato e si studiano valori romboidali per colpire maggiormente la fantasia. I grandi avvenimenti mondiali, l'Anno del Fanciullo, l'Anno della Donna, le Nazioni Unite, tutto è ricordato e registrato dalle poste mongole che quasi dimenticano gli antichi soggetti di casa propria per guardare alla Luna, alle stelle, alle conquiste nel cosmo. E' chiaro che, all'inizio, tutto questo non poteva essere previsto. E' una pioggia incessante di novità, di colori, di cavalli galoppanti, di cacciatori nella steppa, di opere d'arte (i Mongoli scoprono nel 1968 anche Renoir) che sbalordisce il collezionista più giovane e lo affascina. Una tavolozza stupefacente di soggetti, un caleidoscopio di immagini. La prima serie del 1924 tutto ciò non lo lasciava nemmeno supporre. Nell'immagine in alto cinque esemplari della serie del 1932 dedicata alla rivoluzione mongola. |
Cronologia1206-1221 Genghiz Khan conquista la Siberia meridionale, la Cina del Nord e altre terre
1227 Morte di Genghiz Khan 1260-1294 Regno di Khubilai che porta a termine la conquista della Cina 1368 I Mongoli sono cacciati dalla Cina, dalla dinastia Ming XVII secolo Dominio della dinastia mancese dei Ch'ing 1911 La Mongolia esterna proclama la sua indipendenza. E' al potere il capo del lamaismo mongolo, il Hutukhtu 1914 Trattato russo-mongolo-cinese 1921 Il partito rivoluzionario mongolo rovescia il potere lamaista 1924 Viene proclamata la Repubblica Popolare Mongola 1946 Trattato di amicizia e assistenza con l'URSS 1952 Yumjaagiin Tsedenbal prende il potere 1961 La Mongolia è ammessa all'ONU 1968-1969 Dopo gli scontri cino-sovietici, i rapporti tra Cina e Mongolia si fanno più tesi 1980 Circa 55.000 soldati sovietici sono di stanza in Mongolia 1984 Mentre Tsedenbal è in visita a Mosca, nel mese di agosto, la sua grave malattia induce il Parlamento ad annunciare il suo ritiro e sostituirlo con Jambyn Batmönkh 1990 L'introduzione da parte di Mikhail Gorbachev della perestroika e della glasnost in Unione Sovietica influenza fortemente la politica mongola, portando alla pacifica Rivoluzione Democratica e all'introduzione di un sistema multipartitico e dell'economia di mercato 1992 Viene introdotta una nuova costituzione e il termine "Repubblica del Popolo" viene tolto dal nome ufficiale del Paese 1993 Alle presidenziali prima vittoria elettorale per un partito non comunista 1996 Alle parlamentari prima vittoria elettorale per un partito non comunista 2010 Il Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo cambia nome in Partito del Popolo Mongolo |