SchedaNome completo Stati Uniti d'America
Nome ufficiale United States of America Lingue ufficiali Inglese Altre lingue Spagnolo, francese Seguono per numero di parlanti il cinese, tagalog, vietnamita, coreano, Italiano, tedesco, lingue dei nativi americani Capitale Washington (632 323 ab. / 2012) Forma di governo Repubblica presidenziale federale Presidente Donald Trump Indipendenza Dalla Gran Bretagna 4 luglio 1776 (dichiarata) 3 settembre 1783 (riconosciuta) Ingresso nell'ONU 24 ottobre 1945 Membro permanente del Consiglio di sicurezza Superficie totale 9 372 614 km² (4º) % delle acque 6,76% Popolazione totale 325 127 000 ab. (2015) (3º) Densità 34 ab./km² Tasso di crescita 0,81% (2016, stima)[6] Nome degli abitanti Statunitensi Continente America Confini Canada, Messico Fuso orario Da UTC-5 a -10 Da UTC-4 a -10 (ora legale) Valuta Dollaro statunitense (USD, $) PIL (nominale) 18 143 712 milioni di $ (2015) (1º) PIL pro capite (nominale) 55 805 $ (2015) (5º) PIL (PPA) 18 143 712 milioni di $ (2015) (2º) PIL pro capite (PPA) 55 805 $ (2015) (10º) ISU (2015) 0,915 (molto alto) (8º) Fecondità 1,8 (2015) Codici ISO 3166 US, USA, 840 TLD .us .um .edu .gov .mil Prefisso tel. +1 Sigla autom. USA Inno nazionale The Star-Spangled Banner Festa nazionale 4 luglio |
La Storia attraverso la filateliaAmerica. E perché? Sembra dal nome di Vespucci, Amerigo, il quale, al servizio del Re del Portogallo, esplorò tra il 1501 e il 1502 le coste meridionali del continente. È un'ingiustizia e una imprecisione. Fatto sta che oggi potremmo parlare di Cristofora, dal nome di battesimo di Colombo, invece parliamo di America, da Amerigo. Colombo sbarca, scopre l'America, e il momento fatidico è fissato in uno dei più noti francobolli degli Stati Uniti, il 2 cents della serie emessa nel 1893 per il quarto centenario della scoperta. Però ormai è certo che i Vichinghi vi sbarcarono prima. Non per nulla nel 1968 le poste americane dedicarono un commemorativo a Leif Ericsson, nel 968° anniversario del suo sbarco sul continente americano. Gli storici non sanno dire con certezza in quale punto della costa il normanno fosse approdato, ma hanno accettato l'idea che Colombo sia stato preceduto.
Nel nuovo mondo sopraggiunsero poi i colonizzatori, coloro che, giungendo dall’Inghilterra, dall'Irlanda, dalla Germania, dovevano costituire il primo nucleo dei “costruttori” del Paese. Il ''Mayflower", la nave che, partita dall'estuario del Tamigi, in Gran Bretagna, ha attraversato a vele spiegate l'Oceano per portare gli emigranti in America, è una immagine storica, immortalata in un esemplare di color verde del 1920, nel terzo centenario dello sbarco. Così si veniva popolando il Paese delle vaste praterie, dei boschi, delle montagne che si riflettono nei laghi. I colonizzatori cercavano spazio e volevano impossessarsi di vasti appezzamenti di terreno. In uno scenario di fazioni contrastanti, dove già si intravvedevano le prime avvisaglie della guerra civile fra il nord e il sud, quest'ultimo più agricolo e tendenzialmente razzista, si innestò la lotta contro gli indiani, ossia contro i pellerossa, dipinti spesso, anche in romanzi e poi in numerosi film, come i cattivi, mentre i bianchi erano sempre i buoni. Sono rimaste leggendarie le imprese di alcuni capi, come Geronimo, Nuvola Rossa, Toro Seduto e Crazy Horse, ritratto ora in un commemorativo che un tempo sarebbe parso impensabile agli americani, un'offesa a uomini che, come il famoso generale Custer, diedero alla lotta contro gli indiani un contributo non indifferente, anche di sangue. I «padri della patria» compaiono nei primi francobolli Usa ancor prima che siano nati gli Stati Uniti come Confederazione. Vediamo i ritratti di George Washington, Franklin, scienziato e uomo di vasti interessi culturali oltre che politico e statista, Jefferson e Lincoln, l'uomo che parlò di affrancamento dalla schiavitù, di parità di diritti fra bianchi e neri, della necessità di «camminare insieme per costruire insieme». Non per nulla Lincoln, più volte effigiato, anche di recente, in commemorativi degli Stati Uniti, fu il primo presidente a cadere per mano di un sicario in un attentato che ancora oggi rimane per molti aspetti un mistero, un enigma storico, come del resto l'assassinio di un altro presidente, John F. Kennedy. Curioso notare come Lincoln nei francobolli appaia generalmente con la caratteristica barba e in pochi altri con il viso perfettamente rasato. La spiegazione sta nel fatto che Lincoln per un certo periodo non ebbe la barba e i ritrattisti hanno preferito darne, con i francobolli, le due versioni. Oggi i grandi dell'America hanno un loro curioso ed eccezionale Pantheon: le loro teste spiccano, enormi, scolpite nelle rocce lungo le pareti di Monte Rushmore. Si tratta di un monumento-ricordo di proporzioni gigantesche riprodotto in un francobollo del 1952 in ricordo del venticinquennio della sua inaugurazione. Quei volti di pietra, imponenti, impenetrabili, colpiscono l'occhio di chi li osserva anche di lontano, fra il verde, gli alberi, i monti. E uno dei più curiosi e sensazionali monumenti della storia, in tutto il mondo. Nel 1865 vi fu in campo filatelico una novità eccezionale: comparvero negli Stati Uniti tre francobolli - considerati per il formato i più grandi del mondo apparsi sino ad ora - emessi apposta per affrancare i giornali. Mostravano, in rilievo, i volti di Washington, Franklin e Lincoln. A questo punto è indispensabile soffermarci su una caratteristica importante della filatelia Usa. I francobolli americani, per tradizione e per un principio cui non vi è stata sino a oggi deroga, non ritraggono mai un Presidente mentre è in carica o, anche quando è cessato il suo mandato presidenziale, quando è ancora in vita. Così si spiega, per esempio, perché Nixon, Ford e Reagan non siano stati ritratti, prima della loro morte, in esemplari degli Stati Uniti dopo aver lasciato la Casa Bianca. In compenso sono apparsi talvolta in esemplari di altri Paesi, soprattutto in occasione di loro viaggi all'estero. È una regola ferrea che ha però il compenso di non costringere le poste americane a cambiare nei francobolli ordinari la faccia del presidente ogni volta che ne viene eletto uno nuovo. Ancora negli Stati Uniti troviamo il primo francobollo che interessa i tematici dell'auto. È del 1901, da 4 cents, e mostra la macchina che doveva segnare una svolta nella vita di milioni di americani. Stavano per sopraggiungere a migliaia quelle vetture per le quali Ford ebbe a dire: «Un'auto può essere di qualsiasi colore, purché nera». Nel 1927, mentre si viene sviluppando l'aviazione civile americana, che in una fitta rete di scali unisce costa a costa, ossia collega l'Atlantico al Pacifico toccando le maggiori città dell'interno - e qui la documentazione postale è ricca e davvero interessante per chi sappia condurre un'attenta ricerca - Lindbergh riempie il mondo di stupore. Questo pilota postale, autentico pioniere dell'aviazione, vola da solo a bordo del suo piccolo velivolo denominato «Spirit of St. Louis» attraverso l'Oceano Atlantico e raggiunge Parigi, dove riesce a mala pena ad atterrare, poiché la pista è presa d'assalto da una folla entusiasta che minaccia di travolgere lui e il suo aereo. Di questo pilota coraggioso si riparlerà qualche anno dopo quando gli rapiranno il figlio. Sarà un incredibile «giallo» che commuoverà il mondo e farà votare dal parlamento una legge per impedire che altri rapimenti, altri «kidnapping» possano ripetersi. Intanto Hoover perfeziona la nuova Polizia Federale, l'FBI, che si dimostrerà sempre più efficiente, in pace e in guerra. L'impresa di Lindbergh venne ricordata già nel 1927, ossia nell'anno dell'impresa, da un commemorativo americano da 10 cents azzurro mentre altri Stati, che ospitavano il trasvolatore in un suo tour per Il mondo, pure gli dedicavano francobolli. L'anno successivo è ancora di scena l'aeronautica, per la Conferenza internazionale dell'aviazione civile che si tiene a Washington nel venticinquennio dell'impresa dei fratelli Wright, quelli che per primi riuscirono a staccarsi dal suolo con un aereo che oggi è ovviamente un pezzo da museo. Per la Conferenza apparvero due valori, uno del quali mostra l'aereo dei Wright e l'altro quello di Lindbergh. Nel 1930 1'America, stupefatta, guardò con il naso per aria, il favoloso dirigibile «Zeppelin» che, arrivando dall'Europa, sorvolò numerose città della Confederazione. Le poste salutano anche questo avvenimento con una serie che mostra il dirigibile e che è abbastanza pregiata. Due dirigibili Usa, l'«Akron» e il «Macon», avevano avuto entrambi una tragica fine e sono ricordati in particolari buste e annulli commemorativi, quasi introvabili oggi. Fanno comunque parte della storia dell'aviazione, con le sue conquiste e le sue amare delusioni. Il 1930 è l'anno della ripresa dopo il crack in borsa, dopo il crollo di Wall Street del 1929; si diffonde il jazz e l'America vive un'atmosfera pazza ed entusiasmante. Nel 1930 nasce anche un bimbo cui nessuno presta, come è naturale, la benché minima attenzione: si chiama Neil Armstrong ed è destinato ad essere, nel 1969, il primo uomo a mettere piede sulla Luna. «Il Presidente della riscossa e della ripresa». Così venne subito definito Franklin Delano Roosevelt quando raccolse intorno a sé tanti consensi da apparire l'incarnazione stessa dell'America ottimista, felice, prosperosa, che si era lasciata alle spalle la crisi e che camminava sicura sui binari di quello che Roosevelt stesso aveva definito il «New Deal», ossia la Nuova Linea, il Nuovo Impegno, quasi una anticipazione di ciò che sarebbe stata, molti anni dopo, la «Nuova Frontiera» di John F. Kennedy. Roosevelt ebbe il compito, assegnatogli dalla storia, di far uscire l'America dalla crisi, di portarla alla superproduzione, di infondere fiducia in quello che viene di solito indicato come «uomo della strada»; fu il «Presidente di tutti», come lo definì la stampa popolare, ma comprese che all'orizzonte si addensavano nubi. Diciamo che Roosevelt è forse, dopo George Washington, uno degli americani più ricordati ed effigiati in francobolli. Prese gli Americani per mano e li guidò, nonostante fosse egli stesso colpito da una malattia incurabile, fino agli anni che precedettero la seconda guerra mondiale. Nel 1939 l'Europa cerca di scendere a patti con Hitler per contenerne le mire egemoniche. L'Inghilterra non ha che da opporgli un incerto Chamberlain, più famoso per i suoi ombrelli che come statista, anche se tale giudizio oggi può apparire ingiusto e soprattutto superficiale. Chamberlain credeva nella pace e per ottenerla firmò anche gli accordi, ossia la capitolazione, di Monaco, davanti alle pretese del nazismo. La guerra mondiale è alle porte e l'America celebra l’installazione nel proprio territorio della prima macchina da stampa. Lo fa anche con un francobollo color violetto da 3 cents. Roosevelt non può per il momento fare altro che dichiarare la volontà di pace degli Stati Uniti verso tutto il mondo. Hitler invade la Polonia, dilaga per l'Europa, distrugge con le sue divisioni corazzate Belgio, Olanda, Lussemburgo, occupa i paesi scandinavi. Nessuno pare in grado di resistergli, tranne l'Inghilterra in cui, come già Napoleone, Hitler pensa di sbarcare da conquistatore invincibile. Si stabilisce una fitta corrispondenza tra Roosevelt e Winston Churchill, l'uomo cui Giorgio VI e tutti gli Inglesi si affidano nell'ora più buia - «la nostra ora migliore», la definirà Churchill più tardi - che porterà il mondo libero alla vittoria. Nel 1942 compaiono tre francobolli «Per la difesa nazionale»: l'America si schiera con le democrazie occidentali e con tutto il suo peso politico, bellico, economico, viene a difendere i valori della libertà del vecchio continente. L'America in guerra emette francobolli che riflettono i più importanti avvenimenti bellici. Nel 1940 un esemplare molto semplice, diffuso in centinaia di migliaia di esemplari, esorta tutti alla difesa del Paese. Roosevelt non ha più indugi e, dopo l'approvazione da parte del Congresso della famosa legge «Affitti e prestiti», sostiene in ogni modo la Gran Bretagna mentre l'esercito americano, come già nel corso della prima guerra mondiale, attraversa l'oceano per aiutare le forze europee, soprattutto inglesi e quelle della resistenza, a combattere Hitler. Tra il 1943 e il 1944 una serie Usa riproduce le bandiere di tutti i paesi che sono caduti sotto la dominazione germanica e che attendono con trepidazione di essere liberati: Albania, Austria, Belgio, Corea, Danimarca, Francia, Grecia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Cecoslovacchia e Jugoslavia. Lo sbarco alleato in Normandia, nel memorabile “Giorno più lungo”, apre agli anglo-americani la via verso Berlino. In Asia il generale Mac Arthur respinge il nemico con offensive che hanno ispirato romanzi e film. Mac Arthur è un eroe nazionale per lo scacchiere asiatico, come Eisenhower e Montgomery lo sono per l'Europa. Si avvicina l'ora della vittoria. Corregidor - ricordata in un esemplare del 1944 - è riconquistata. Il 1945 vede il sole della Vittoria. A Londra Winston Churchill ha l'onore di annunciare che, almeno per quanto riguarda l'Europa, il nemico è distrutto, la Germania nazista annientata. Purtroppo Roosevelt non può godere di questo momento tanto atteso. Muore poco prima, stroncato dal male che ne aveva minato la fibra per molti anni. L'America emette un francobollo che ne raccoglie l'ultimo incitamento alla Nazione «Avanti, Nazioni Unite!». È il 25 aprile 1945 (questa la data stampata nel francobollo). Per coincidenza è lo stesso giorno in cui le forze insurrezionali della resistenza partigiana in Italia si uniscono agli alleati anglo-americani costringendo i nazifascisti alla resa. Ancora un esemplare color grigioverde chiaro – la stessa tinta delle uniformi dei marines Usa - ricorda la riconquista di lwo Jima. Il bozzetto è ricavato da una foto del noto fotoreporter Rosenthal e mostra i marines che issano la bandiera a stelle e strisce sull'avamposto appena caduto dei Giapponesi. Nell'agosto del 1945 le due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki pongono fine alla guerra nel Pacifico. Anche con i francobolli l'omaggio a Roosevelt, che aveva condotto il Paese alla vittoria, lasciando poi la presidenza a Truman, scomparendo all'improvviso, fu imponente. L'America lo ricordò subito con una serie di quattro valori che in un ovale recano il suo ritratto e, sullo sfondo, Hyde Park, la Casa Bianca, poi la residenza che egli chiamava «La piccola Casa Bianca» e, infine, un'allegoria con il mondo che Roosevelt aveva contribuito a liberare dalla tirannide nazista. A ben osservare i cataloghi, viene fatto di pensare che neppure John Kennedy ha avuto tanti francobolli commemorativi, da ogni Paese del mondo, dall'Etiopia a San Marino, dalle più piccole repubbliche del Sud America ai paesi nel cuore dell'Africa. Questa pioggia di esemplari è giustificata anche per un altro verso oltre che per la commemorazione storica d'obbligo: Roosevelt era un noto collezionista di francobolli ed è quindi quasi naturale che le poste gli abbiano reso tale grandioso tributo. Alcuni esemplari, come ad esempio alcuni emessi in suo onore dal Principato di Monaco, mostrano Franklin Delano Roosevelt mentre sta osservando la propria collezione. Numerosi quelli in cui lo statista è raffigurato con Winston Churchill. Tra i due si era stabilita, più che un'alleanza, un'amicizia personale e Churchill gli scriveva firmandosi «L'ex Marinaio» in ricordo della sua permanenza all'Ammiragliato di Londra, prima di assumere la carica di Primo Ministro. Terminato il conflitto, la filatelia americana riprese la sua marcia mentre il Paese si poneva alla testa delle Nazioni Unite per rafforzare la pace e provvedere alla ricostruzione dell'Europa e dei paesi devastati dalla guerra, Germania compresa. Fra le altre iniziative va ricordato il celebre «Piano Marshall», che prese il nome da uno dei più conosciuti generali americani e grazie al quale vennero sfamati milioni di persone di ogni nazionalità. Marshall fu poi ricordato, dopo la sua scomparsa, con un semplice valore di piccolo formato, emesso nel periodo fra il 1966 e i1 1967 in una serie dedicata ad americani celebri. Intanto era ricordata con francobolli Eleonora Roosevelt, vedova del presidente, e anche Giuseppe Garibaldi, in una emissione uscita a poco a poco e dedicata ai «Campioni della libertà». Ecco poi che le poste onorano l'architetto Wright, ed Albert Einstein, padre della relatività e della nuova legge dell'Universo. Inoltre Henry Ford, che diede avvio all'industria automobilistica Usa, e il drammaturgo O'Neil, e molti altri ancora. Di tanto in tanto le poste degli Stati Uniti emettevano un esemplare per uno Stato della Confederazione in particolare, per il Nebraska, ad esempio, o per il Missouri. Così sfilano oggi nell'album del collezionista praticamente tutti i cinquanta Stati che compongono l'Unione e nell'insieme è un quadro di bellezze naturali di vivo interesse. Tali francobolli aiutano a conoscere il Paese da vicino in modo divertente, meglio forse che da un libro di scuola. Nasceva la collezione tematica denominata «America Verde». Si può cominciare a vederla e a metterla insieme dai primi insediamenti rurali, dai collegamenti che tra un centro agricolo e l'altro erano mantenuti con la posta a cavallo del famoso «Pony Express», pure ricordato in non pochi esemplari. Si poteva iniziare dalla bella serie emessa sin dal 1934 per illustrare i maggiori Parchi Nazionali americani, per giungere poi sino ai giorni nostri. “Fate più bella e più fiorita l'America” fu uno slogan che piacque e che venne adottato da molte importanti città. Per insistere su tale concetto, ecco la serie del 1969, una delle prime pagine composta di quattro valori differenti ma stampati uniti fra loro, un modo originale poi adottato anche per altre emissioni, quasi tutte per proporre una maggior difesa della fauna e della flora. L'America, rimasta attonita alla notizia del riuscito lancio del satellite sovietico “Sputnik”, s'impegnò immediatamente e con slancio in una gara spaziale per recuperare anche in tale settore il tempo perduto. L'obiettivo, dopo i primi satelliti messi in orbita, dopo il volo spaziale dell'uomo ricordato con un francobollo nel 1962, era ambizioso: portare un terrestre sulla Luna. Era un'impresa ardita, considerata da molti «da fantascienza», ma possibile, come assicurava Von Braun e garantivano i tecnici che a Cape Canaveral si preparavano alla prova. Per l'occasione venne confezionato un francobollo di gran formato, senza data, in modo da poter essere messo in vendita non appena la grande impresa fosse stata realizzata, davanti a tutto il mondo, senza segreti, sotto l'occhio delle telecamere e quindi di milioni di telespettatori. Nel 1967 un commemorativo composto di due esemplari uniti, emesso per illustrare la conquista dello spa- zio; nel 1969 un altro valore per il volo attorno alla Luna della navicella «Apollo 8»; nel 1969 infine il pezzo più atteso, il valore da 10 cents per la posta aerea con l'astronauta che mette piede sul suolo lunare. Il disegnatore aveva visto giusto presentando in anticipo, con la sua fantasia e servendosi anche delle fotografie scattate durante le «prove», la scena in cui Neil Armstrong scende dalla scaletta e tocca il suolo lunare. All'orizzonte si vede bene la Terra. Un francobollo memorabile che segna una svolta storica e che fa parte della tematica «Conquista dello spazio». Per un errore nella stampa, in alcuni valori sul braccio di Armstrong manca la bandierina americana, il distintivo cioè applicato sulla tuta. Nacque così la curiosa varietà del «cosmonauta ignoto», ossia apparentemente senza nazionalità. Intanto gli Stati Uniti acquistano un posto sempre più rilevante fra i paesi che ricordano il Natale e quasi sempre tali emissioni si «sdoppiano» in modo da appagare sia le richieste dei protestanti sia le aspettative dei cattolici americani. Quindi molti valori raffigurano sia piante natalizie, allegorie, simboli, come Santa Claus, ossia Babbo Natale», sia presentazioni della Natività, da dipinti di grandi maestri, in modo che il Christmas, lo Xmas Usa, abbia sempre una «doppia faccia», se vogliamo esprimerci così, per simboleggiare il Natale commerciale e consumistico e al tempo stesso, quello religioso. La scomparsa del Presidente Kennedy costituì un trauma ma già la sua commemorazione filatelica indicava che la «Nuova Frontiera» sarebbe stata raggiunta comunque, idealmente, nello spirito pionieristico che contraddistingue l'americano medio. Kennedy fu ricordato in un esemplare che, oltre a mostrarne il ritratto, ne riportava il motto di fede verso il fuoco, la fiamma, che avrebbe comunque illuminato gli ideali della «Nuova Frontiera». Kennedy ha avuto in vari Paesi centinaia di commemorativi e molti lo ritraggono accanto a statisti con cui ebbe contatti durante la presidenza. Che ne è mai oggi della filatelia americana proiettata verso il futuro? Sul piano dell'investimento non c'è da sperare in possibili rarità, poiché ogni francobollo americano, sia esso commemorativo sia di uso corrente, anche se figurativo, viene stampato in centinaia di milioni di esemplari, per cui difficilmente riesce a raggiungere un valore di importanza anche minima. Rimane però la sua immagine, come messaggero di un grande Paese; resta la sua forza di carta-valore che in poco spazio racchiude un'idea, un fatto, un episodio, una rievocazione, e il sottovalutarlo, in tale aspetto, vorrebbe dire non aver compreso la filatelia e la sua essenza. Risparmiare l'acqua, salvaguardare la purezza dell'aria, difendere il verde e la natura, sono solo alcuni dei molti esempi che il francobollo americano propone oggi. Resta l'America di Walt Disney e dei suoi famosi cartoni animati, rimane quella «gialla» di Nero Wolfe nelle grandi metropoli; c'è quell'estroso personaggio di Tom Sawyer, vi è l'italiano Amadeo Giannini, banchiere, onorato come a suo tempo il sindaco di New York Fiorello La Guardia, ma resta anche l'America dello «Shuttle», l'aereo che fino al 2011 ha volato fra le stelle in difficili missioni spaziali e che poteva essere utilizzato più di una volta. Dal 1963, anno dell'uccisione di Kennedy, si sono succeduti altri dieci presidenti : L. B. Johnson, Richard Nixon, (che sarà ricordato per l'apertura verso la Cina e lo scandalo «Watergate» che lo costrinse a dimettersi), Gerald Ford (sotto cui termina la lunga e disastrosa guerra del Vietnam), J.E. Carter, Ronald Reagan (la cui figura di ex attore provoca significative rievocazioni della vecchia America dei cow-boys e dei tempi d'oro di Hollywood), George H.W. Bush, Bill Clinton, George W. Bush, Barack Obama e Donald Trump. Il bicentenario della fondazione degli Stati Uniti ha dato origine a serie, francobolli singoli, a foglietti, addirittura a un foglio riproducente le bandiere dei cinquanta Stati della Confederazione che rappresentano da un lato un punto d'arrivo storico, dall'altro qualcosa che, negli album dei collezionisti, può servire a far conoscere un Paese che, dopo duecento anni dalla propria costituzione in Stato, resta giovane e ricco di fermenti. Nell'immagine in alto il francobollo del 1966 dedicato al centenario dell'Unione americana per la protezione degli animali. L'esemplare da 5 cents raffigura un cane e riporta la scritta "humane treatment of animals" (trattamento umano degli animali). |
Cronologia1497-98 Sebastiano Caboto scopre l'America settentrionale fino al Maryland
1584 Sir Walter Raleigh fonda la prima colonia inglese in America: la Virginia 1620 Esuli puritani sbarcano dal Mayflower nel Massachusetts 1700 circa L'America inglese comprende dodici colonie. Nel 1732 viene fondata la tredicesima: la Georgia 1763 Pace di Parigi. I coloni inglesi, liberati dal timore della Francia, sentono di poter fare a meno dell'aiuto della madrepatria 1770 Truppe inglesi massacrano alcuni provocatori a Boston 1773 Il North's Tea Act, tassa su tè, viene accolta con protesta dai coloni 1774 Le colonie sospendono il commercio con l'Inghilterra 1774-1775 Guerra d'indipendenza: G. Washington è al comando delle truppe rivoluzionarie 1776 Dichiarazione d'indipendenza 1777 Gli Inglesi sono sconfitti a Saratoga 1781 Vittoria a Yorktown degli Americani 1783 Pace di Parigi: piena indipendenza degli USA 1789-97 È presidente G. Washington 1812-14 La guerra contro l'Inghilterra per la conquista del Canada si conclude senza vinti né vincitori 1817 G. Monroe promuove la politica dell'isolazionismo 1929-37 Con il presidente Jackson l'amministrazione passa ai rappresentanti del popolo 1846 Il confine del Canada è fissato al 49° parallelo 1861 Viene eletto presidente A. Lincoln: 11 stati del sud si separano dall'Unione 1861-1865 Abolizione della schiavitù. Guerra di secessione. Lincoln viene assassinato 1865-69 A. Johnson concede ai neri i diritti civili e il diritto al voto 1897-1901 McKinley inizia l'espansionismo in America Latina e in Asia 1901-09 Th. Roosevelt accentua la politica imperialistica nell'America Latina 1914 Prima guerra mondiale: gli USA si dichiarano neutrali 1917 Intervento nel conflitto 1918-19 «Quattordici punti» di Wilson 1929 Crolla la Borsa di New York: inizia la grande crisi 1933 Il democratico F.D. Roosevelt con il «New Deal» riorganizza l'economia e la società americane 1941 Gli Stati Uniti entrano in guerra dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbour 1945 La guerra finisce con il lancio delle prime due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. A Roosevelt succede H. Truman 1950 Guerra in Corea 1953-61 Presidenza Eisenhower: l'Alaska e le Hawaii entrano nell'Unione 1961-63 Presidenza J. F. Kennedy: programma della Nuova Frontiera 1963 Kennedy muore assassinato a Dallas 1963-68 Presidenza di L.B. Johnson. Guerra in Vietnam 1969-74 Richard Nixon, repubblicano, attua il disimpegno americano in Vietnam; è costretto a dimettersi per lo scandalo «Watergate» 1974-77 G. Ford conclude la guerra in Vietnam; gli americani sconfitti si ritirano 1977-81 J. Carter: Begin e Sadat firmano a Camp David un trattato di pace tra Egitto e Israele. USA e Cina stabiliscono relazioni diplomatiche. Gravi contrasti con l'Iran, dove vengono tenuti in ostaggio gli Americani dell'ambasciata di Teheran 1981-89 Viene eletto presidente il repubblicano Reagan, che inizia una politica economica restrittiva. Con il segretario sovietico Michail Gorbačëv stringe un'amicizia che migliora i rapporti tra le due superpotenze 1989-93 Il repubblicano George H. W. Bush, già vicepresidente di Ronald Reagan, vince le elezioni presidenziali. Durante il suo mandato crolla il Muro di Berlino e collassa l'impero sovietico: fine della Guerra Fredda 1991 A seguito dell'invasione irachena del Kuwait scoppia la prima guerra del Golfo. Prende il via l'operazione Desert Storm, con le truppe statunitensi che compongono il grosso della coalizione internazionale. Il conflitto si conclude con il ritiro delle truppe di Saddam e la liberazione del Kuwait 1993-2001 Elezione di Bill Clinton, uno dei più giovani presidenti della storia statunitense 1998 Scandalo Lewinsky e impeachment di Bill Clinton per falsa testimonianza, conclusosi senza condanna 2001-2009 George W. Bush diventa il 43° presidente degli USA 2001 La mattina dell'11 settembre quattro aerei di linea vengono dirottati. Due di essi vengono fatti schiantare nelle torri del World Trade Center di New York e un terzo nel Pentagono di Arlington (Virginia), distruggendo entrambe le torri e uccidendo poco meno di 3.000 persone. Il quarto aereo si schianta nella Pennsylvania Meridionale, dopo una lotta tra i passeggeri e i dirottatori. L'immenso shock, la tristezza e la rabbia provocati dagli attacchi alterano profondamente l'umore della nazione; Osama bin Laden e i suoi terroristi di al-Qāʿida rivendicano l'attacco e il presidente Bush dichiara la "guerra al terrore". Un mese dopo, il 7 ottobre, gli USA invadono l'Afghanistan 2003 Gli USA invadono l'Iraq. Ha inizio la seconda guerra del Golfo. Cattura di Saddam Hussein 2005 Due potenti uragani, Katrina e Rita, colpiscono la regione costiera del Golfo del Messico. Perdono la vita circa mille persone 2009-2017 Barack Obama vince le elezioni presidenziali. Si tratta della prima volta per un afroamericano 2011 Una squadra militare della Navy SEAL uccide il terrorista Osama Bin Laden 2017 Donald Trump diventa il 45° degli USA |