SchedaNome completo Repubblica del Burundi
Nome ufficiale Republika y'i Burundi Lingue ufficiali kirundi, francese Capitale Bujumbura (605.000 ab. / 2011) Forma di governo Repubblica presidenziale Presidente Pierre Nkurunziza Indipendenza Dal Belgio il 1º luglio 1962 Ingresso nell'ONU 18 settembre 1962 Superficie totale 27.830 km² (142º) % delle acque 7,8 % Popolazione totale 10.395.931 ab. (2014) (93º) Densità 373 ab./km² Tasso di crescita 3,104% (2012)[2] Nome degli abitanti Burundesi Continente Africa Confini Ruanda, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania Fuso orario UTC +2 Valuta Franco del Burundi PIL (nominale) 2 472[3] milioni di $ (2012) (160º) PIL pro capite (nominale) 282 $ (2012) (184º) PIL (PPA) 5 430 milioni di $ (2012) (158º) PIL pro capite (PPA) 619 $ (2012) (184º) ISU (2011) 0,316 (basso) (185º) Fecondità 4,2 (2011)[4] Codici ISO 3166 BI, BDI, 108 TLD .bi Prefisso tel. +257 Sigla autom. BU Inno nazionale Burundi bwacu Festa nazionale 1º luglio indipendenza nazionale |
La Storia attraverso la filateliaNel 1962 la serie ordinaria del 1953-61 del Ruanda-Urundi con la soprastampa "Regno del Burundi" saluta l'indipendenza nazionale.
Antico distretto dell'Africa orientale tedesca, occupato dalle truppe del Belgio nel 1916, il Burundi era stato poi riunito al Ruanda per formare il Ruanda-Urundi. L'effige del sovrano contornata da suonatori, stemmi e bandiere è il primo soggetto della prima serie non soprastampata. Una soprattassa a favore della costruzione dello stadio "Principe Rwagsore", su francobolli del 1962, testimonia che il paese è ancora lontano da una ricostruzione realmente rivolta ad opere di pubblica utilità. La filatelia degli anni del regno riflette la carenza di una precisa direttiva politica. Nel 1967, a seguito di un colpo di stato militare, il Burundi diventa repubblica. Anche in quest'occasione, a ricordare lo storico evento sarà una soprastampa. Il primo uomo illustre ad essere ricordato dalle poste locali è Winston Churchill, nel secondo anniversario della morte. L'effige del presidente della nuova repubblica comparirà soltanto nel 1967. Dal 1968 ha inizio una proliferazione di emissioni che sta ad indicare come anche il Burundi abbia seguito la via, purtroppo battuta da molti stati africani, della speculazione filatelica. Il Paese intanto vive momenti di estrema tensione che la filatelia ignora. Nel 1972, provocata da odi razziali mai sopiti, una rivolta hutu porta il paese alla guerra civile. L'emissione natalizia di cui vediamo nella foto in alto l'esemplare da 15 franchi con una bellissima Madonna di Botticelli nasconde il clima di violenza che scuote il Paese. Nel 1976 assistiamo ad un nuovo colpo di stato militare, ma le emissioni ci mostrano una nazione intenta soltanto a commemorare i Giochi Olimpici, le imprese spaziali, gli anniversari della nascita di grandi pittori, gli insigni favolisti. Nel 1977 cinque valori ricordano che sono ormai trascorsi quindici anni dalla proclamazione dell'indipendenza, ma nessun francobollo annuncia ancora le elezioni politiche che il "Consiglio rivoluzionario supremo", che detiene il potere nel paese, ha promesso di indire. Da allora è stato un continuo susseguirsi di colpi di stato, in un clima di costante instabilità politica, corruzione e povertà e in una situazione di sanguinosa guerra civile sfociata in un terribile genocidio che ha coinvolto anche il vicino Ruanda. |
Cronologia1675 Ntare I conquista due staterelli della regione del Butuutsi e dà al territorio il nome di Urundi 1899 A Usumbura è istituita la stazione militare tedesca
1903 La Germania impone a Mweezi II il protettorato 1918 La Germania rinuncia ai suoi possedimenti africani. L'Urundi viene fuso con il Ruanda 1962 L'Urundi chiede ed ottiene l'indipendenza 1965 Il re abbandona il Paese e si trasferisce in Europa 1966 Il figlio si fa incoronare col nome di Ntare V. Con un colpo di stato del primo ministro Micombero, è proclamata la repubblica 1972 Feroce repressione contro i Bahutu 1976 Colpo di stato militare del colonnello Bagaza depone Micombero 1979 Sessantatré missionari cattolici vengono espulsi 1987 Terzo colpo di stato, questa volta ad opera di Pierre Buyoya, militare della stessa famiglia dei precedenti 1991 Primo governo a maggioranza hutu 1992 Nuova costituzione e introduzione di un sistema pluripartitico 1993 Alle prime elezioni presidenziali democratiche vince l'hutu Melchior Ndadaye, assassinato poche settimane dopo la nomina. Disordini e massacri ai danni degli hutu 1994 L'hutu Cyprien Ntaryamira, il successore di Ndadaye, perde la vita in un attentato aereo insieme al presidente del Ruanda 1994-1995 Governo di coalizione 1996 Nuovo colpo di Stato da parte di Buyoya 2003 Cessate il fuoco fra il governo guidato da Buyoya e il gruppo di ribelli hutu più numeroso, il Conseil National pour la Défense de la Démocratie-Forces pour la défense de la démocratie (CNDD-FDD). Domitien Ndayizeye prende il posto di Buyoya come presidente del Paese. La guerra civile continua 2004 L'ONU interviene con un'operazione di peacekeeping 2005 Nuova costituzione seguita da elezioni e nomina del nuovo presidente, il leader del partito CNDD-FDD Pierre Nkurunziza 2006-2008 La guerra civile continua fra cessate il fuoco e ondate di violenza 2015 Fallisce un colpo di stato contro il presidente Nkurunziza |