SchedaNome completo Repubblica Orientale dell'Uruguay
Nome ufficiale República Oriental del Uruguay Lingue ufficiali spagnolo Altre lingue portoghese, italiano Capitale Montevideo (1.338.408 ab. / 2009) Forma di governo Repubblica presidenziale Presidente Tabaré Vázquez Indipendenza 25 agosto 1825 dal Brasile Ingresso nell'ONU 18 dicembre 1945 Superficie totale 176.215 km² km² (90º) % delle acque 1,5% Popolazione totale 3 251 526 ab. (stima 2011 — fonte: INE) (133º) Densità 19 ab./km² Tasso di crescita 0,24% (2012) Nome degli abitanti uruguaiani Continente America Confini Brasile, Argentina Fuso orario UTC -3 Valuta Peso uruguaiano PIL (nominale) 49 920[2] milioni di $ (2012) (79º) PIL pro capite (nominale) 14 767 $ (2012) (47º) PIL (PPA) 53 631 milioni di $ (2012) (91º) PIL pro capite (PPA) 15 865 $ (2012) (61º) ISU (2011) 0,783 (alto) (48º) Fecondità 2,0 (2010) Consumo energetico 2394 kWh/ab. anno Codici ISO 3166 UY, URY, 858 TLD .uy Prefisso tel. +598 Sigla autom. ROU Inno nazionale Himno Nacional de la República Oriental del Uruguay Festa nazionale 25 agosto |
La Storia attraverso la filateliaUn gruppo statuario insolito, in un parco di Montevideo, racconta da solo tutto quel che è stato l'Uruguay: c’è un carro, la ''carreta'', trainato da una coppia di buoi che protendono la testa dalle lunghe corna, nell'atteggiamento possente e paziente tipico di questi animali. È preceduto e seguito da altri buoi appaiati ed è scortato da un gaucho a cavallo, munito di lunga asta. Rievoca la lunga marcia delle carretas, con cui si realizzò la conquista dell'Uruguay e simboleggia la compostezza del sistema politico, la ricchezza dell'agricoltura, l'importanza economica dell'allevamento del bestiame fino agli anni Sessanta.
L'Uruguay infatti, indipendente dal 1830 dopo una lunga lotta contro la Spagna e l'Argentina, aveva accolto a braccia aperte gli Europei che vi giungevano non più come ''conquistadores'' ma per lavorare e prosperare. Gli immigrati italiani erano numerosissimi: il clima mite, il territorio pianeggiante e collinoso attraevano e davano lusinghiere prospettive di benessere. La ricchezza del Paese si era ben presto accresciuta, sia per l'apporto della manodopera straniera, sia per una precoce industrializzazione. Nel 1787 era sorto nella zona di Colonia il primo ''saladero", uno stabilimento per la conservazione delle carni. Lo sviluppo numerico del bestiame era rapido: nel 1862 i bovini erano 3 milioni e mezzo e gli ovini 2 milioni, alla fine del secolo i bovini erano già 7 milioni e gli ovini 20. Così si era sviluppato anche il settore tessile: la lana è ancora oggi il prodotto più importante degli allevamenti. Il francobollo uruguayano nasce nel 1856, proprio all'inizio di questo boom economico. Le prime serie hanno tutte lo stesso soggetto, ed è un soggetto inconsueto ma significativo: il sole -- cui tanto deve un Paese agricolo raffigurato come un volto circondato di raggi, il tutto con un buon sapore ingenuo di stampa popolare. Nel 1864 anche nei francobolli dell'Uruguay entra di prepotenza l'araldica. Una serie tutta di stemmi caratterizza infatti quell'anno, memorabile nella storia economica del Paese, perché in esso inizia la preparazione dell'estratto di carne da parte della Compagnia Liebig. Ed è giusto che il bue venga celebrato nella serie dell'anno seguente con una bella testa incorniciata da una stella. Il progresso economico era accompagnato da eque riforme in campo sociale: precocemente si abolì la pena di morte, si ridusse la giornata lavorativa, fu introdotto l'insegnamento gratuito fino all'università compresa. La vita politica era caratterizzata dall'alternarsi al governo dei due partiti nazionali più importanti: il Partito Blanco, di tendenze conservatrici, espressione delle forze clericali e latifondiste, e il Partito Colorado, liberale, dei piccoli borghesi, contadini e commercianti. La lotta fra le due fazioni era a volte così violenta da richiedere l'intervento di Paesi stranieri. Ma nel 1903 l'ascesa di un colorado di idee più progressiste, José Batlle y Ordoñez, fece dell'Uruguay il Paese più avanzato dell'America Latina, rilanciando le attività produttive e riducendo l'influenza dell'oligarchia terriera. Intanto i francobolli, in due serie emesse tra il 1900 e il 1905, continuavano ad alternare immagini mitologiche, come Eros e la Giustizia, con il pacifico e prezioso bue. Ben presto l'Uruguay fu chiamato la ''Svizzera dell'America Latina": il gaucho portava le sue bestie al mercato, le vendeva, entrava in banca, depositava il suo guadagno e tornava alla hacienda. Così si diceva per descrivere il sistema sociale ed economico del Paese. Nel 1909 si apriva il porto di Montevideo, e restano due francobolli a ricordare l'avvenimento. Ma è un personaggio il soggetto più frequente di tutti: il generale José Gervasio Artigas, l'eroe nazionale che tra il 1811 e il 1817 guidò la lotta degli uruguayani contro il colonialismo spagnolo e argentino. Le emissioni postali ci presentano i suoi monumenti, ma anche molte delle sue battaglie. La Vittoria di Samotracia, che appare su un valore del 1924, si riferisce però ad un successo assai più pacifico, quello della squadra di calcio all'Olimpiade di Parigi. Il calcio accende in Uruguay entusiasmi e passioni. Non stupisce perciò che il Paese sia uno dei primi a dedicare a questo sport più di un francobollo: eccone infatti puntualmente un altro nel 1928 quando la squadra vince anche l'Olimpiade di Amsterdam. Così, tra eroi del passato e glorie sportive, i francobolli accompagnano l'evoluzione del Paese verso la nostra epoca. Le crisi del 1929 e la parentesi antidemocratica di Gabriel Terra dal 1931 al 1938 non arrestano lo sviluppo economico. Si realizzano anche grandi opere pubbliche: una serie del 1937 è dedicata allo sbarramento sul fiume Rio Negro, un'altra grande diga, quella di Baygorria è celebrata nel 1958. Si arriva agli anni Sessanta. I francobolli parlano di date storiche, di celebrità nazionali, di Kennedy, di Churchill, del ''ponte della Concordia'' che unisce l'Uruguay al Brasile, della scoperta dell'insulina e spesso ancora di calcio. I discendenti degli immigrati italiani sono una parte attiva della società. L'Italia e la sua cultura sono assai più vicine di quel che farebbe supporre la carta geografica; ne sono testimonianza, tra l'altro, i francobolli che fanno riferimento alla terra d'origine di molti uruguayani d'oggi. Basti citare quelli per il viaggio del presidente Gronchi nel 1961 (è lo stesso viaggio che in Italia ha dato origine al famoso francobollo ''Gronchi rosa''), per San Giovanni Bosco, per Dante Alighieri. Ma qualcosa arrestò la marcia ordinata e paziente degli ''svizzeri'' d'oltremare. Tra il 1964 e il 1971 la crisi economica e politica portò a una ribellione aperta al governo, a scioperi, manifestazioni, guerriglia. In seguito una ferrea repressione quasi spense ogni opposizione. Dal colpo di stato del 1973 da parte di Bordaberry le condizioni di vita peggiorarono: inflazione e aumento del costo della vita si accompagnarono all'indebitamento con l'estero, per cui diventò difficile pensare ad un ritorno alla prosperità conosciuta in passato. Tuttavia la popolazione uruguayana continua a vivere sull'agricoltura e l'allevamento del bestiame e continua a celebrare ogni anno il carnevale con la stessa foga di un tempo. Si intensificano le emissioni sul calcio, escono numerosi francobolli che rendono omaggio alla filatelia prendendo spunto da esposizioni nazionali e internazionali. Nel 1978 una serie ricorda le origini di Montevideo e la sua evoluzione nel tempo. Si narra che la capitale debba il suo nome all'esclamazione di un membro dell'equipaggio di Magellano, sorpreso nel vedere finalmente un monte. Si trattava, senza ombra di dubbio, del Pan de Azucar, alto appena 500 metri e tuttavia la cima più elevata dell'Uruguay; un cono schiacciato che costituisce un elemento caratteristico del paesaggio uruguayano verso l'Atlantico. Esso ci richiama alla memoria i primi francobolli dell’Uruguay, dove la sua sagoma appariva come uno dei componenti dello stemma del Paese. Oggi Montevideo ospita quasi la metà dell'intera popolazione, e ciò è fonte di squilibri e di problemi. Tra il '78 e il '79 alcuni francobolli hanno ritratto i prodotti principali delle diverse province, quasi a rivalutarne l'importanza di fronte al ''gigantismo" della capitale. Nell'immagine in alto l'esemplare di una serie di posta aerea del 1970 dedicata alla fauna uruguayana. Il valore da 50 pesos qui rappresentato mostra un capibara, il roditore di maggiori dimensioni attualmente esistente. |
Cronologia1516 Lo spagnolo J. Diaz de Solis esplora l'Uruguay
1520-26 Si susseguono le spedizioni di Magellano e Sebastiano Caboto 1680 Le autorità del Brasile costruiscono il forte di Colonia 1726 Gli Spagnoli costruiscono Montevideo 1777 Colonia cade in mano agli Spagnoli 1811 J.G. Artigas combatte contro i Brasiliani e gli Argentini 1814 Gli Argentini occupano Montevideo 1815 Cedono Montevideo e la Banda Oriental 1816 Giovanni VI invade il territorio 1820 Artigas è sconfitto e va esule in Paraguay 1828 L'Uruguay è indipendente, dopo una guerra di tre anni 1830 J. Fructuoso Rivera è scelto come presidente della Repubblica. Appartiene ai "colorados", di idee liberali 1835 Manuel Oribe si fa proclamare presidente 1838 Oribe spinge l'argentino Rosas a intervenire contro Rivera 1851 Montevideo è cinta d'assedio da otto anni. Garibaldi giunge dall'Europa in difesa dell'Uruguay 1852 Il Brasile aiuta il Paese a liberarsi per sempre da Rosas 1865-70 L'Uruguay combatte con Argentina e Brasile contro il Paraguay 1903 J. Batlle y Ordoñez, "colorado" democratico e progressista, fa fare al suo Paese un enorme progresso 1929 Muore Batlle y Ordoñez: va al suo posto G. Terra, conservatore e autoritario 1938 Viene eletto presidente A. Baldomir che ripristina le istituzioni democratiche 1946 Diventa presidente Tomas Berreta 1951 Viene modificata la costituzione: il presidente della Repubblica è sostituito da un Consiglio nazionale di governo 1966 Viene abolito il Consiglio e ripristinata la presidenza singola. Oscar Gestido, colorado, è presidente, ma dopo sei mesi muore e lascia il posto a J. Pacheco Areco 1971 J.M. Bordaberry è presidente; ordina ai militari di distruggere il movimento dei ''tupamaros": assume i pieni poteri 1976 Viene destituito ed è nominato presidente Aparicio Mendez 1980 Bocciatura del referendum sulla modifica della costituzione 1981 Diventa presidente Gregorio Álvarez 1984 I militari annunciano il ritorno del potere ai civili 1985 Il candidato dei Colorados Julio María Sanguinetti vince le elezioni presidenziali 1990 Il blanco Luis Alberto Lacalle è il nuovo presidente dell'Uruguay 1995 Secondo mandato presidenziale di Sanguinetti 2000 Jorge Batlle, sostenuto sia dai blancos che dai colorados, vince le elezioni e diventa presidente 2005 Una coalizione di sinistra vince per la prima volta le elezioni presidenziali. Il nuovo presidente è Tabaré Vázquez 2010 Il Fronte Ampio della sinistra conquista nuovamente la maggioranza, portando alla presidenza l'ex tupamaro José "Pepe" Mujica 2015 Comincia il secondo mandato di Tabaré Vázquez, attualmente in carica |