Il 9 novembre 1799 (18 brumaio, anno VIII della Rivoluzione) Napoleone Bonaparte guidò un colpo di stato ponendo fine al governo del Direttorio e diventando uno dei tre Consoli (Governo del Consolato).
Vi è un solo francobollo che commemora questo importante fatto storico, un esemplare da 5 dirham che le poste dell’emirato arabo Ajman emisero nel 1970 per celebrare, anche se con un anno di ritardo, il bicentenario della nascita di Napoleone. Il francobollo mostra un particolare del celebre quadro di François Bouchot esposto oggi a Versailles e intitolato “Il generale Bonaparte al Consiglio dei Cinquecento di Saint Cloud, il 10 novembre 1799”.
L’esercito si è unito a me e io mi sono unito al Corpo legislativo. «Che cosa avete fatto di questa Francia, che vi avevo lasciato in pieno splendore? Vi ho lasciato la pace e ho ritrovato la guerra! Vi ho lasciato delle vittorie e ho ritrovato dei rovesci! Vi ho lasciato dei milioni e ho ritrovato la miseria! Questo stato di cose non può durare.
«Cittadini rappresentanti, la Repubblica era sul punto di perire, come avete potuto constatare, e il vostro decreto viene a salvarla. Guai a coloro che volessero la rivolta e i disordini! Io li fermerò, con l’aiuto di tutti i miei compagni d’arme. La vostra saggezza ha emesso questo decreto, le nostre braccia sapranno mandarlo ad effetto. Noi vogliamo una Repubblica fondata sulla vera libertà, sulla libertà civile, sulla rappresentanza nazionale, e l’avremo! … Lo giuro!»
[All'esercito] Soldati, il decreto straordinario del Consiglio degli Anziani mi ha affidato il comando della città e dell’esercito. Da due anni la Repubblica è mal governata. Voi avete sperato che il mio ritorno mettesse fine a tanti mali; l’avete celebrato con un’unione che m’impone obblighi che assolvo; voi assolverete i vostri e asseconderete il vostro generale con l’energia, la fermezza e la fiducia che ho sempre avuto in voi.
La libertà, la vittoria e la pace ridaranno alla Repubblica francese il rango che occupava in Europa, e che solo l’inettitudine, o il tradimento, hanno potuto farle perdere. Viva la Repubblica!
Alla sera. Abbiamo appena conquistato la pace: questo bisogna annunciare in tutti i teatri, su tutti i giornali; questo bisogna ripetere in prosa, in versi e addirittura nelle canzoni.
Oggi non è andata poi così male, vedremo domani.
Quello che avete appena letto è il brano riguardante il 18 brumaio tratto dall’Autobiografia di Napoleone Bonaparte, il libro scritto nel 1930 da André Malraux che si colloca a metà strada fra il romanzo e il documento storico. L’imperatore non ha infatti mai scritto un libro simile: è Malraux che raccogliendo, con ammirevole pazienza, la documentazione scritta in varie occasioni dal personaggio storico, ne elabora una esaltante biografia, che consente di leggere, con uno stile asciutto e incalzante, i proclami, i discorsi, i bollettini, le memorie redatti dal grande Còrso nelle situazioni più disparate. Se volete approfondire potete trovare il volume nella biblioteca dell’Antica Frontiera.