Alle ore 15,30 del 21 giugno 1940, a Rethondes, nella foresta di Compiègne, sullo stesso vagone ferroviario dove l’11 novembre 1918 era stata firmata la resa della Germania alla fine della I guerra mondiale, Hitler ricevette i plenipotenziari francesi. Fu il capo di Stato Maggiore Generale della Wehrmacht, gen. Keitel, a leggere il fascicolo che accusava la Francia di spergiuro e aggressione: venne quindi consegnato ai francesi il testo delle condizioni armistiziali: non erano ammesse discussioni, i francesi potevano tutt’al più chiedere chiarimenti.
Alle ore 20,30 il gen. C.L.C. Huntziger ottenne il permesso di mettersi in contatto telefonico con il comandante in capo delle forze armate francesi, gen. Weygand, cui comunicò le pesanti condizioni dettate dai tedeschi: tre quinti del territorio nazionale sarebbero stati occupati dall’invasore, non sarebbero stati resi i prigionieri, le spese di occupazione sarebbero state fissate a discrezione del vincitore, l’esercito sarebbe stato ridotto a 100.000 uomini.
Il giorno dopo l'armistizio venne sottoscritto dal gen. Huntziger per la Francia e dal gen. Keitel per la Germania. De Gaulle si rifiutò di riconoscerlo e da Londra chiamò i francesi alla lotta di resistenza.
Non esistono francobolli dedicati al secondo armistizio di Compiègne. Per ricordare il tragico momento della caduta della Francia abbiamo scelto il francobollo che le poste transalpine emisero nel 1978 per commemorare il 60° anniversario del primo armistizio di Compiègne, quello siglato l'11 novembre 1918 al termine della prima guerra mondiale. Nell'esemplare blu da 1,20 franchi si può notare il monumento della cosiddetta "pietra di Haudroy" eretto nel 1925 a La Flamengrie, distrutto dai tedeschi nel 1940, e ricostruito al termine della guerra, sul quale campeggia la scritta « Ici triompha la ténacité du poilu » (qui trionfò la tenacia dei "poilu", i fanti francesi nella prima guerra mondiale, ndr). Completa il soggetto della vignetta la famosa carrozza ferroviaria dove vennero sottoscritti entrambi gli armistizi di Compiègne.
Il 21 giugno, dopo un viaggio di agonia su strade seminate di resti della disfatta, la delegazione Huntziger viene introdotta nel vagone del maresciallo Foch, tolto dal museo di Compiègne e, conformemente alle istruzioni di Hitler, rimesso al punto esatto dove si trovava l’11 novembre 1918. Secondo Weygand la firma dell’armistizio in mezzo ai boschi ha lo scopo di soddisfare l’orgoglio tedesco. Lo scopo di Hitler è, al contrario, quello di far sanguinare l’orgoglio francese. E’ presente la stampa internazionale e la radio tedesca descrive la cerimonia. Hitler percorre la radura col viso satanico, sogghigna davanti all’iscrizione dove si parla “del criminale orgoglio tedesco vinto dai popoli liberi che esso pretendeva asservire” e, dopo aver dato ordine di far sparire il ricordo di una disfatta che egli cancella, sale sul vagone e si siede al posto già occupato da Foch. Keitel dà lettura di un fascicolo che accusa la Francia di spergiuro e aggressione, quindi viene consegnato ai vinti il testo delle condizioni d’armistizio. Essi vengono avvisati che nessuna discussione sarà ammessa e che potranno soltanto chiedere chiarimenti. Huntziger ricorda invano che i plenipotenziari tedeschi nel 1918 furono autorizzati a consultare il loro governo prima di firmare le condizioni alleate. Tutto ciò che ottiene è una linea telefonica per leggere il “diktat” a Weygand. L’apparecchio fischia, gracchia e distrugge metà delle parole. Weygand ripete le frasi a mano a mano che riesce a comprenderle e il suo ufficiale d’ordinanza, il capitano Glaser, le trascrive. In questo modo viene notificato al Governo francese il suo contratto di servitù.
Se volete ripercorrere i giorni che portarono alla caduta della Francia potete farlo sfogliando il 1° volume de La seconda guerra mondiale di Raymond Cartier nella biblioteca dell’Antica Frontiera.