Al grande poeta genovese morto a Milano il 12 settembre 1981 le poste italiane hanno dedicato un'emissione filatelica nel 1996, in occasione del centenario della sua nascita.
Il francobollo da 750 lire mostra a sinistra il profilo del poeta e a destra una upupa, l'uccello cui dedicò la seguente poesia:
Upupa, ilare uccello calunniato
dai poeti, che roti la tua cresta
sopra l’aereo stollo del pollaio
e come un finto gallo giri al vento;
nunzio primaverile, upupa, come
per te il tempo s’arresta,
non muore più il Febbraio,
come tutto di fuori si protende
al muover del tuo capo,
aligero folletto, e tu lo ignori.
Nato a Genova nel 1896, Montale trascorre la giovinezza tra la città natale e Monterosso, paese presso La Spezia, dove la famiglia possiede una casa per le vacanze. Interrotti gli studi tecnici, si dedica al canto e alla musica, finché non viene arruolato per partecipare alla prima guerra mondiale. Al rientro a Genova frequenta gli ambienti letterari, nel 1922 pubblica la raccolta Accordi e nel 1925 la prima edizione di Ossi di seppia. Pochi mesi dopo prende posizione contro il fascismo, sottoscrivendo il Manifesto degli Intellettuali Antifascisti promosso da Benedetto Croce. Trasferitosi a Firenze nel 1927, diventa direttore del Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux, ma viene licenziato nel 1938 perché non iscritto al partito fascista. Nel 1939 esce la raccolta le Occasioni, nel 1956 La bufera. Nel dopoguerra lavora a Milano al “Corriere della sera”. Nel 1967 viene nominato senatore a vita e nel 1975 è insignito del premio Nobel. Le ultime raccolte sono Satura, Diario del ’71 e del ’72, Quaderno di quattro anni. Montale occupa un posto preminente nella cultura del ‘900, come testimone della crisi di un secolo e interprete originale, per sensibilità e scelte stilistiche, della condizione spirituale dell’uomo moderno. Muore a Milano nel 1981.
HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO…
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Se vi piace la poesia e avete come Eugenio Montale una visione della vita priva di illusioni allora l’Antologia illustrata di Elvira Marinelli è il libro che fa per voi. Naturalmente potete trovarlo nella biblioteca dell’Antica Frontiera.