Scrittore francese nato a Parigi il 2 aprile 1840, giornalista e critico d'arte, esordì in letteratura col romanzo Thérèse Raquin (1867). Influenzato dalla lettura di H. de Balzac. G. Flaubert e dei fratelli Goncourt, oltre che dalle teorie scientifiche di C. Bernard, elaborò il disegno di un grande ciclo di romanzi (I Rougon-Macquart: storia naturale e sociale di una famiglia durante il Secondo Impero, 1871-93), in cui descrivere `scientificamente' e con spietata obiettività la situazione sociale della Francia contemporanea.
In tal modo fornì le basi programmatiche del naturalismo, di cui è considerato il massimo rappresentante. Il ciclo comprende un ventina di romanzi di cui i più noti sono Il ventre di Parigi (1873), L'ammazzatoio (1877), Germinal (1885), La bestia umana (1890), La disfatta (1892).
Portato a compimento un nuovo breve ciclo dedicato a Le tre città: Lourdes, Roma, Parigi (1894-98), prese posizione nel cosiddetto `affare Dreyfus' col noto articolo J'Accuse! (1898), in cui si schierò a sostegno dell'innocenza dell'accusato; per lo scalpore suscitato dallo scritto fu però costretto a fuggire in Gran Bretagna.
Qui diede inizio al nuovo ciclo dei Quattro Vangeli (1899-1903) di cui apparvero solo i primi tre (Fecondità, 1899; Lavoro, 1900; Verità, 1903; allo stato di abbozzo rimase Giustizia), che testimoniano un'evoluzione in senso messianico del suo pensiero.
Morì a Parigi il 29 settembre 1902, soffocato nel sonno dalle esalazioni di una stufa.
Per rendere omaggio al grande scrittore francese abbiamo scelto i due francobolli che la sua madrepatria gli ha dedicato nel corso degli anni. Di entrambi abbiamo pubblicato l'immagine e una breve descrizione sopra.
In cima alla via Guénégaud, venendo dalla strada lungo la Senna, si trova il passaggio del Ponte Nuovo, una specie di corridoio stretto e oscuro che va dalla via Mazarino alla via della Senna. Quel passaggio ha, al massimo, trenta passi di lunghezza e due di larghezza; è selciato di pietre giallastre, consunte, sconnesse, che trasudano sempre un’acre umidità; la vetrata che lo ricopre, tagliata ad angolo retto, è nera di sporcizia. Nei bei giorni d’estate, quando un ardente sole incendia le vie, un chiarore biancastro cade dai vetri sporchi e si trascina miseramente nel passaggio. Nei brutti giorni d’inverno, nelle mattinate di nebbia, i vetri gettano soltanto oscurità sulle pietre viscide, oscurità sporca e ignobile.
Questo è l’incipit del romanzo di Émile Zola Teresa Raquin. Se volete continuare a leggerlo potete trovarlo nella biblioteca dell’Antica Frontiera.